WITCHWOOD – Before The Winter
Avventurarsi in questo nuovo album dei Witchwood è come entrare in un sogno, trovarsi negli anni 70, attraversare anche luoghi fiabeschi e incontrare nello stesso momento figli dei fiori e elfi, nani e folletti, specialmente quando tra riff robusti di chitarra si innestano flauti e chitarre acustiche. Ma per fortuna non è solo un sogno, ma pura realtà, perché “Before The Winter” continua e riavviva il discorso della band iniziato nel 2015 e ogni brano è l’eccellenza della band. “Anthem For A Child” ha un intro spaziale che in crescendo porta ad un hard rock che ci riporta ai migliori Uriah Heep degli anni 70, belle le voci, le incursioni nel folk e nella celtica, sonorità velate e nascoste e anche i Jethro Tull sono nel cuore di questi ragazzi grazie ad un ottimo e avvolgente uso del flauto e non finisce qui perché anche il guitar work sa come riportarci indietro nel tempo ma con i piedi ben piantati nel presente riuscendo a non creare il solo effetto nostalgia e “A Taste Of Winter” dove torna prepotentemente la band di Ian Anderson nel sound e nella parte centrale l’Hammond e il flauto danno quella pennellata d’arte in più.
Splendida song è “Feelin’”, hard rock travolgente e magnetico e la voce di Riccardo “Ricky” Del Pane è più aggressiva e il lavoro svolto dalle tastiere di Stefano “Steve” Olivi, con Fender Rhodes e synths è notevole e anche il basso di Luca Celotti ha il suo spazio e si fa sentire. Il track by track è d’obbligo e “A Crimson Moon” è una meraviglia di progressive rock, flauto e chitarra acustica, un brano che abbraccia l’ascoltatore e lo porta nella spiritualità di culture lontane dalle nostre e che sanno entrare nell’anima e in “Hesperus” torna prepotentemente l’hard rock, brano di più di 8 minuti e mezzo che fa muovere ogni parte del corpo e che ci fa chiudere gli occhi e immaginarsi di essere in una folla immensa e di fronte ad un palco ricordando quel movimento hippie che oggi come oggi manca molto e l’Hammond tributa due grandi come Jon Lord e Ken Hensley che ora non ci sono più. Metà viaggio è passato ma prosegue con “No Reason To Cry”, altra hard rock song d’altri tempi più vicina stavolta ad una versione più hard prog dei Led Zeppelin e con “Nasrid”, brano caratterizzato da delicati arpeggi di chitarra acustica, un flauto ammaliante, una ballad prog, folk e sinfonica, dove appare la sola voce soprano di Natascia Placci che crea un vortice di suoni ed emozioni che fanno rabbrividire e echi di Ennio Morricone continuano ad avvolgere l’ascoltatore.
Cosa dire poi di “Crazy Little Lover”, dove una puntina si appoggia sul solco del vinile, gli scricchiolii che oggi sono tornati, un’armonica a bocca che trasuda blues e i riff di chitarra attaccano un hard blues di quasi 8 minuti scioccante e mai tramontato. Chiude il cd “Slow Colours Of Shade”, mini suite colorata e dalle svariate sfumature di più di 10 minuti e mezzo dove il progressive prende piacevolmente il sopravvento. C’è anche una sorpresa per chi ama il vinile, una bonus track estromessa dalla versione in CD, “Child Star”, cover di un classico dei T. Rex di Marc Bolan in un a versione molto prog e psichedelica. Una grandissima band, un grandissimo album (esce in doppio vinile, CD e digitale), sicuramente tra i miei preferiti di questo pessimo 2020.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
- Anthem For A Child
- A Taste Of Winter
- Feelin’
- A Crimson Moon
- Hesperus
- No Reason To Cry
- Nasrid
- Crazy Little Lover
- Slow Colours Of Shade
- Child Star (Vinyl Only Bonus Track)
Label: Jolly Rogers Records
Genere: Hard Rock/Progressive Rock
Anno: 2020
VOTO
Band:
Riccardo “Ricky” Del Pane: Voce, chitarra, mandolino e percussioni
Andrea “Andy” Palli: Batteria e percussioni
Stefano “Steve” Olivi: Hammond, pianoforte, synths, mellotron e Fender Rhodes
Luca Celotti: Basso
Samuele “Sam” Tesori: Flauto e armonica
Antonino “Woody” Stella: Chitarra e cori
Special Guests:
Diego Canchero: Basso fretless nei brani 4 e 7
Natascia Placci: Voce soprano nei brani 7 e 9
Jennifer Vargas: Voce soul e cori nei brani 4,5 e 8
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!