Ushuaia – End Of The World
Provate ad immaginare una ideale colonna sonora cinematografica di un viaggio su e giù ai confini estremi del mondo, esplorando spazi sconfinati e panorami mozzafiato. Ma non un pacchetto turistico all-inclusive, semmai immergendosi nelle avventure più autentiche, sincere e genuine. E che tutta questa esperienza inebriante si possa poi tradurre in una espressione musicale evocativa. Dal canto delle sirene della Patagonia ad una tromba jazz suonata in una segheria abbandonata a New Orleans, dalle percussioni tribali di Rio de Janeiro ad un banjo notturno suonato lungo le mangrovie del Bayou, per finire in Alaska. Trovando naturalmente un linguaggio artistico che sfugge alla pura definizione di genere, passando spontaneamente dal Folk all’Elettronica, dal Soul al Jazz. Tutto questo rappresenta l’album d’esordio di Ushuaia, che trasporta l’ascoltatore in un eccitante road-movie dove ogni specifica atmosfera si fregia di un proprio sound peculiare.
Ushuaia percuote le coordinate e destabilizza il concetto di genere: il tocco jazzy, l’impulso spirituale, la matrice world, il ritorno all’etnico che sconfina nella trance. ‘End Of The World’ è: ‘Eighteen Sycamores’, percussioni e minimalismi in media res, colpi di rullante e brazilian grooves ritmici; ‘Ascent To Elkhorn’ che dilaga soffusa: banjo e tastiere e elettrico wah-wah in vortice decomposto, sprigionano sensazioni folk, una mescolanza di visioni in crescendo e decrescendo continuo; rarefatta e acuta. Ushuaia e la Wanderlust Orchestra placano la disgregazione, incontrano sensibilità prettamente jazz. ‘Speak Easy’ è prima nevrotica sul tappeto denso di world-space della sezione ritmica più hip-hop, poi RayZa e Vince Baldassarre in veste di special-guests tengono in pugno e poi rincorrono il sound più urbano e grezzo. ‘Midnight At Railway Crossing’ e ‘Once Upon A Time In Harlem’ sono le isterie acide, trip di contaminazione underground, modulano vibrazioni, materia viva e occulta: psych-jazz nell’approccio alla struttura del brano, dilatato e focalizzato, destrutturato nel susseguirsi di assoli e formulare nella sezione ritmica. “Flamingo Cocktail” è oltre, una pastiche caotica deviata e moderna.
Il monicker dell’artista prende come riferimento una piccola città all’estremità meridionale della Terra del Fuoco. Questo piccolo villaggio della Patagonia è conosciuto in effetti come “Fin Del Mundo”, e fa da base e trampolino per il concept dell’album, che nasce durante un viaggio di un anno attraverso tutto il continente americano, dalla Patagonia all’Alaska. Un’altra delle particolarità notevoli di questo lavoro è costituita dai membri e special-guests della Wanderlust Orchestra, che rappresenta la compagna di viaggio di Ushuaia nel suo viaggio musicale. Un insieme fluido che cambia continuamente in base al suono delle tracks, ma sempre costituito da persone incontrate lungo il suo cammino. ‘End Of The World’ si è fregiato inoltre (a distanza di 8 mesi) di una versione strumentale, una preziosa edizione deluxe, dotata di nuovi assolo strumentali e due brani completamente riarrangiati: “There’s a Parade in Bywater” interpretato da un ensemble di ottoni, la Magicaboola marching band, in puro stile da parata di New Orleans e “Once Upon A Time in Harlem” rieseguito da un’orchestra sinfonica. Ricco di spunti e suggestioni, un lavoro talmente avanti e ricco di energia ispiratrice, che stabilisce un ponte ideale tra i totem delle tradizioni e la generazione contemporanea permeata di nomadismo digitale.
Ivan Faccin
In uscita il 6 Gennaio e 13 Ottobre 2023 per Vision & Vitality Entertainment
Genere: Soul, Jazz, Electro-Folk, World Music
Distribuito in Italia da Stand Alone Complex
Tracklist:
- Prologue
- Fin Del Mundo
- Walkin’ On The Wrong Side
- Pedra Do Sal
- 18 Sycamores
- Interlude
- Tornado Alley
- There’s A Sawmill In Bywater
- Ascent To Elkhorn
- Interlude
- Somewhere In Lapa
- Flamingo Cocktail
- The Preacher
- Speak Easy
- Interlude
- Midnight At Railway Crossing
- Once Upon A Time In Harlem
- While I’m Leaving
- Epilogue
VOTO
vive a lavora a Cornedo Vicentino, ha cercato di esplorare vari generi musicali, trovando nell'hard-rock, metal e progressive rock i suoi stili più congeniali. Anche ora che i capelli hanno cominciato ad imbiancarsi... impiegato presso Xylem Water Solutions, ha portato la sua collaborazione giornalistica presso The Wall of Sound e Tuttorock.