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TUNGUSKA – A glorious mess

TUNGUSKA – A glorious mess

Spesso nella musica cerchiamo una trasposizione del nostro stato d’animo o ancor di più un fedele specchio di emozioni tradotto in note. Qualcosa che sia in grado di carpire quella parte di noi stessi, che sia capace di emozionare e/o guarire l’alterazione di una certa emotività, agendo come panacea verso quella parte sofferente del nostro io.  A quasi due anni dai primi passi mossi dai forlivesi Tunguska si giunge al loro primo album in cui confluisce un avvolgente mistura di atmosfere sonore che sanno abbracciare capillarmente due decadi apparentemente distanti, come quella dei ‘60 e quella dei ’90, strettamente legate da quel filo conduttore che unisce Beatles ad Oasis. Sia ben inteso l’aria che si respira è si zuccherosa per i palesi riferimenti al blasone delle bands citate, ma senza rinunciare a suoni energici e pregni di un ardore tutto inglese che amorevolmente strizza l’occhio a shoegaze ed a un’irrequietezza brit-pop nel senso più ampio del termine. Chitarre fluide che si fondono con armonie vocali di brillante presa ed un passo ritmico ibrido e costante che pur non pretendendo di lasciare il segno riesce sempre nel ruolo di essenziale definizione e guida dei brani.    A caratterizzare il tutto vi è la scanzonata interpretazione vocale di Gennaro Spaccamonti che forte di una duttilità di base, propone un songwriting scorrevole e di maniera che non inficia la singolarità della proposta, destando irrimediabilmente curiosità ed interesse.

Il lento incedere di “Scratch Your Name (Upon My Skin)” combina con i suoi pochi accordi una melodia prolungata e sofferta, rivelando orgogliosamente sfrontatezza ed entusiasmo di cui un suono alternative non può fare a meno. La struggente “The Night I Left You Cold” trascina in un suadente viaggio dei ricordi e pur pescando a piene mani da fratelli Gallagher evita di cadere vittima dei cliché, mentre su “Days Go By” ed “About It” aleggia l’ombra dei The Stone Roses e ad “Everything You Know Is Wrong” scelta per presentare il disco, spetta liberare tanta di quell’adrenalina che per dirla come avrebbe scritto il New Musical Express, porta dritto a fissare (gaze) le scarpe (shoe). Se “Ego Building” fa percepire nell’introduzione degli U2 meno graffianti, “Anywhere But Here” con la sua battuta rallentata riporta all’alienazione singolare degli ossonesi (perché di Oxford ovviamente …) Swervedriver e con la corrosiva “Knife” concludere questi quasi 40 minuti di ascolto.

Paolo Mauri (già con Afterhours e al lavoro anche con La Centrale Elettrica) si è occupato della produzione del disco arrecando un gran bel servigio al gruppo, occupandosi oltre che degli arrangiamenti anche di una strumentazione molto varia (dal basso passando per i samples alle tastiere). Un lavoro dietro la consolle che conferisce al prodotto finale un valore sostanziale e non aggiunto, augurandoci che i Tunguska nella loro naturale crescita possano umilmente e presto rispecchiarsi nel titolo del perfetto biglietto da visita che è il brano di apertura di A GLORIOUS MESS: “Tomorrow’s Voice”.

CLAUDIO CARPENTIERI
Voto 8/10

Tracklist:

  1. Tomorrow’s Voice
  2. Everything You Know Is Wrong
  3. Scratch Your Name (Upon My Skin)
  4. Days Go By
  5. Action Reaction
  6. The Night That I Left You Cold
  7. Ego Building
  8. Anywhere But Here
  9. Dreaming
  10. About It
  11. Knives

Autoproduzione – Distribuzione; Audioglobe
Pubblicazione: 2016

Band:
Gennaro Spaccamonti vocals, guitar
Nicola Monti: drums

Additional Musician:
Paolo Mauri: bass guitar, keyboards, samples, arrangements

https://www.facebook.com/pg/tunguskasound
https://www.youtube.com/channel/UCMGMsbK0ekUbIkRVS3ZiREg