TOOL – Fear Inoculum
Tredici anni da “10.000 Days”, una pausa lunghissima e “Fear Inoculum” è oramai realtà, ma per favore non chiamateli i Pink Floyd del nuovo millennio. I Tool sono una band interessante che ha scritto belle pagine musicali e anche questa nuova fatica racchiude ottimi brani, anche se spesso si assomigliano l’un l’altro e arrivare completamente svegli fino all’ultima nota è veramente difficile.
Si parte subito con “Fear Inoculum”, la title track e subito con quasi dieci minuti e mezzo di sonorità misteriose, quasi da colonna sonora, percussioni tribali e la voce di Maynard James Keenan arriva solo al secondo minuto, una voce che parte quasi in sordina e cresce lentamente e arrivano poi i riff di chitarra che creano effetti e pathos. Il brano prende realmente forma dal quarto minuto con un ritornello molto melodico ed orecchiabile e per tutta la durata del brano è un alternarsi di emozioni e di atmosfere misteriose. C’è poi “Pneuma”, altro lungo brano, circa dodici minuti che poco si differenzia però dal precedente, stessa lentezza, stesse atmosfere e riff di chitarra anche un po’ ripetitivi, ma la forza dei Tool è quella di creare quell’aurea di curiosità che ti fa ascoltare la loro musica con attenzione e religioso silenzio. Con il passare dei minuti i riff di chitarra diventano più distorti e robusti e anche il drumming di Danny Carey diventa più potente, tecnico e fantasioso e arriva poi “Litanie Contre La Peur”, strano e brevissimo affresco musicale, strumentale e sperimentale di poco più di due minuti che spalanca le porte a “Invincibile”, altra piccola suite, stavolta di quasi tredici minuti e che ci porta forzatamente nel mondo cupo e a volte claustrofobico dei Tool, il brano è interessante e sempre misterioso, ma inizia ad apparire una certa monotonia, anche se la lunga parte strumentale a metà brano acquista più fascino, dalle aperture musicale verso il progressive e la psicadelia.
Andando avanti troviamo “Legion Inoculant”, appena tre abbondanti minuti di musica strumentale e ancora una volta sperimentale che fa da collante a “Descending”, e il minutaggio continua ad aumentare, quasi quattordici minuti di rock alternativo e con riferimenti di un prog moderno e affascinante, belle le atmosfere e le linee tracciate da basso e chitarra e anche la voce ben si amalgama con il sound fungendo anche da strumento musicale e stavolta la chitarra di Adam Jones crea momenti molto interessanti e avvolgenti e ancora “Culling Voices”, dieci minuti di rock atmosferico,lento e dark. Nella versione digitale ci sono altri tre brani, “Chocolate Chip Trip”, altro interludio strumentale e sperimentale e con un tocco di elettronica e molto percussivo, ma forse troppo lungo per fare effetto anche se Carey dà modo di far valorizzare il suo drumming. Il brano più lungo di questa nuova opera dei Tool è “7empest”, quasi sedici minuti e stavolta possiamo iniziare a parlare di suite, dal tocco prog e psichedelico, ma che rimane sempre su quei binari di alternative rock che i Tool hanno saputo rivoluzionare, sicuramente il brano migliore del cd, aggressivo quanto basta, grazie a riff di chitarra graffianti e guitar solo trascinanti e molto godibili. A chiudere il cd spetta a “Mockingbeat”, ancora una volta poco più di due minuti di rumori vari. Per chiudere i Tool sono tornati con un album interessante, ma difficile da digerire nella sua lunga durata.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
- Fear Inoculum
- Pneuma
- Litanie Contre La Peur
- Invincible
- Legion Inoculant
- Descending
- Culling Voices
- Chocolate Chip Trip
- 7empest
- Mockingbeat
Label: Volcano/RCA
Genere: Alternative Rock/Metal
Anno: 2019
VOTO
Band:
Maynard James Keenan: Voce
Adam Jones: Chitarra
Justin Chancellor: Basso
Danny Carey: Batteria e percussioni
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!