THE ZEN CIRCUS – VIVI SI MUORE
Non addentriamoci in ambiti troppo filosofici, ma il concetto è più o meno questo, quello che ormai migliaia urlano ai concerti durante l’esecuzione di Viva.
L’avrete capito stiamo parlando dei Zen Circus che da quella Pisa di fine anni ‘90 di vita ne hanno vissuta, e di strade percorse. Specie nell’ultimo anno e mezzo con il tour relativo all’album Il fuoco in una stanza che li ha portati in giro per l’italia raccogliendo successi data dopo data, molte delle quali ve le abbiamo raccontate in prima persona.
Esce Vivi si muore opera antologica che racchiude i primi vent’anni di carriera di quei ragazzi della provincia “cronica” che con passione , genuinità, rabbia e urgenza di dire la loro hanno costruito un percorso solido, e un rapporto sincero con un pubblico ormai transgenerazionale. L’opera non ha la minima pretesa di essere esaustiva anzi a detta loro viene paragonata a quei bigliettini che i ragazzi si preparano a scuola per provare ad affrontare qualche compito in classe senza aver studiato.
Questa pubblicazione sembra non essere stata nemmeno dettata dalla recente partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo grazie alla quale la band ha goduto della possibilità di arrivare agli occhi e alle orecchie di un nuovo pubblico sicuramente differente, ma perché no magari proprio quello perfetto per poter assaporare e sperimentare un’operazione del genere.
Il disco raccoglie i brani più rappresentativi dei vari album degli Zen passandola in rassegna a ritroso dal già citato “il fuoco in una stanza”, passando per quello snodo fondamentale che è stato Andate tutti affanculo, fino a Mexican Requiem tratta dall’album d’esordio About thieves, farmers, tramps and policeman quando si facevano chiamare semplicemente The Zen. Si nota tutta la loro evoluzione artistica, dalle urticanti venature punk, a una nuova ricerca e attenzione melodica che ultimamente li ha erroneamente visti etichettare come indie inserendoli in un recinto che a mio modo di vedere gli sta troppo stretto. Sempre ammesso che sia abbia ancora bisogno di ragionare per recinti.
Una menzione per i due inediti presenti e che aprono il disco. L’amore è una dittatura è un flusso di coscienza che più continua più si incazza, circondato da un wall of sound che allo stesso modo segue un climax crescente. Meno “innovativa” è invece La festa, brano che avrebbe potuto potrebbe benissimo figurare in uno degli ultimi lavori della band senza far scandalo. Sicuramente avrà un’ottima resa nei live con quel ritornello da cantare tutti insieme.
A proposito di esibizioni dal vivo “Vivi si muore” vedrà la sua sublimazione in quello che sarà un vero e proprio concerto evento al Paladozza di Bologna, in programma per il 12 Aprile, in occasione del decennale del già citato “Andate tutti affanculo”. Una serata che per i fan, vecchi e nuovi, si preannuncia essere imperdibile.
A cura di Francesco Vaccaro
TRACKLIST1) L’amore è una dittatura
2) La festa
3) Il fuoco in una stanza
4) Catene
5) Non voglio ballare
6) L’anima non conta
7) Ilenia
8) Viva
9) Postumia
10) I qualunquisti
11) L’amorale
12) Andate tutti affanculo
13) L’egoista
14) Canzone di Natale
15) Figlio di puttana
16) Vent’anni
17) Punk Lullaby
18) Fino a spaccarti due o tre denti
19) Mexican Requiem
Line-up story:
The Zen Circus 2018>2019
Appino – voce, chitarre
Ufo – basso, voce
Karim Qqru – batteria, voce
Maestro Pellegrini – chitarra, voce
The Zen Circus 2003>2018
Appino – voce, chitarre
Ufo – basso, voce
Karim Qqru – batteria, voce
The Zen Circus 2000>2003
Appino – voce, chitarre
Ufo – basso, voce
Teschio – batteria, voce
The Zen Circus 1997>1999
Appino – voce, chitarre
Fufù – basso, voce
Teschio – batteria, voce
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.