THE FENCE – 14
Tornato da scuola e dopo aver pranzato in compagnia della visione di una delle prime serie di Saranno Famosi (Fame), mi rimetto sui libri per almeno un paio di ore (Tecnica Bancaria e Scienza delle Finanze richiedono non poco impegno anche per un apprendista ragioniere). Alla prima agognata pausa dagli studi, divoravo candidamente un panino preparato dalle dolci mani di mamma che attingeva la Nutella dalle storiche vaschette che oggi non ci sono più, mentre cercavo di divagarmi accendendo la Tv sintonizzandomi per una buona ventina di minuti su quel canale che oramai monopolizzava la mia presenza davanti allo schermo, godendo di un lusso che anni prima era solo un sogno: avere un canale come Videomusic che mi permetteva di vedere ed ascoltare musica in contemporanea per ventiquattro ore! Di ritorno in cameretta per un’ora e dopo aver riposto libri e quaderni nello zainetto Invicta, mi rimettevo davanti al mio nuovo Telefunken a colori ed accendevo sulla neonata Rete 3 (poi RAI 3) dove mi aspettava l’Orecchiocchio condotta impeccabilmente dal buon Claudio De Tommasi.
E’ bastato spingere il tasto play di 14 il lavoro dei The Fence in circolazione già da un po’, per fare un salto indietro al periodo descritto. L’allegria e la spensieratezza che emanano i brani, si ispirano inevitabilmente al buon gusto e alla semplicità degli anni ’80 che dal punto di vista musicale, hanno avuto il giusto riconoscimento solo di recente. A guidare la proposta del gruppo veneto, è la sua matura propensione per melodie che si prestano ad essere di presa immediata, nonché ad un’accurata elaborazione del suono che non cede assolutamente ad indigeste ed inutili seduzioni tecnologiche. Onestà e dedizione che fanno gradire anche la diversificata foggia che caratterizza le canzoni scelte per questa pubblicazione, in cui ad emergere (peccato per soli 20 minuti di musica…) sono un riuscito melting pot tra pop-rock d’annata ed un fine cantautorato che non cade nel mero citazionismo. Si lasciano ascoltare con vero piacere canzoni dall’incontenibile giovialità (All That Matters To Me) o dalla veracità controllata (Nowhere Land), separate opportunamente dalla ballata agrodolce che (un po) mi aspettavo (Don’t Be Sad). Alessandro De Palma (voce), (Mat)teo De Biasi (chitarra,voce), Claudio Falcaro (basso), Federico Favaro (batteria) ed Alessandro Tagliapietra (tastiere) sono consapevoli delle proprie capacità, mettendo subito in chiaro di far parlare i propri strumenti attraverso brani che sarebbero in grado di sostenere un continuo airplay che una volta avrebbe costituito l’adeguata rampa di lancio per gruppi come i The Fence. Anche una gran voglia di sperimentare che viene espressa con l’intensa “Run and Hide” ed il tango venato di rock “Shame” con tanto di quel surrealismo vocale che mi rievoca molto Thom Yorke dei Radiohead, entrambi disponibili con curatissimi video di supporto.
14 sarà a tutti gli effetti in grado di coinvolgere l’ascoltatore per via delle sue buone canzoni, in grado di ammiccare garbatamente ai bei tempi andati; tempi in cui era una gran gioia attendere la domenica per vedere Discoring (ottima piattaforma per la promozione di artisti e video musicali) o la tarda serata del martedì, per una puntata di quella che ha rappresentato l’avanguardia musical televisiva di Mamma Rai: Mister Fantasy!
Voto 7.5/10
Tracklist:
All That Matters To Me
Dont Be Sad
Nowhere Land
Shame
Run And Hide
I The Fence sono:
Alessandro De Palma (voce)
Matteo De Biasi (chitarra e voce)
Claudio Falcaro (basso)
Alessandro Tagliapietra (tastiere)
Federico Favaro (batteria)
Distribuzione: (R)esisto
Ufficio stampa: (R)esisto Promozione
www.thefence.eu
www.facebook.com/pages/The-Fence/42798672351
www.facebook.com/ResistoDistribuzione
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…