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THE ARISTOCRATS – The Arostocrats With Primuz Chamber Orchestra

THE ARISTOCRATS – The Arostocrats With Primuz Chamber Orchestra

Aristocratici? Mah! Non direi proprio!! Forse nel modo di fare e scrivere musica, intricata, articolata, non per tutti i palati, ma non nell’essere dei tre musicisti, che si divertono e divertono, almeno dal vivo e hanno ironia e voglia di non prendersi mai troppo sul serio (anche se lo fanno senza rendersene conto!). Per chi cade dalla nuvole gli Aristocrats sono un trio formato dal chitarrista inglese Guthrie Govan, che lo abbiamo visto con gli Asia, con i GPS e con altre collaborazioni, nonché autore dello splendido  “Erotic Cakes”, unico album da solista del 2006, dal bassista statunitense Bryan Beller, che ha prestato la sua opera ai deathmetallers Dethklok e alla corte di Steve Vai e di Joe Satriani e dal tentacolare drummer tedesco Marco Minneman, uomo dalle infinte collaborazione tra cui Steven Wilson e i Mute Gods e batterista più accreditato a sostituire Mike Portnoy nei Dream Theater, ma sappiamo benissimo come è andata a finire. Dopo quattro album in studio e tre live, la band crea quella che è la loro opera più ambiziosa, chiamano la Primuz Chamber Orchestra per dar vita ad un album eccellente e di altissimo livello. Di certo è in primo piano la tecnica incredibile dei tre musicisti, ma tutto riuscendo a non oscurare le parti orchestrali e la stesa orchestra si amalgama alla perfezione alle scorribande strumentistiche dei tre musicisti.

“Culture Crash” in questa versione con accompagnamento orchestrale ha un fascino incredibile, l’orchestra ben s’innesta nelle articolazioni strumentali dei tre musicisti e specialmente con la chitarra di Govan e ”Stupid 7” è letteralmente trascinante, veloce e con virtuosismi sempre accompagnati dall’orchestra che ha pathos, drammaticità e ambientazioni da film e ancora “The Ballad Of Bonnie And Clyde”, altro brano monumento sonoro a questo fantastico trio, l’orchestra è più maestosa e più presente e stavolta sembra essere la band ad accompagnarla, tranne che per qualche fuga della chitarra di Govan. In “Dance Of Aristrocats” la sezione ritmica di Bryan Beller e di Marco Minnemann ha sempre più spazio, ritmiche frenetiche e fantasiose. Cos’altro dire se non che i quasi undici minuti e mezzo di “Through The Flower”, portano l’album a sfiorare il capolavoro, inserendo anche momenti di jazz rock e di blues e cosa dire anche della passionalità e della spensieratezza di “All Said And Done”, dove il basso di Beller si lascia andare tra momenti alla Jaco Pastorius ed altri con slap funkeggianti e dove Govan si avvicina molto allo Steve Morse del periodo Dixie Dregs. “Last Orders” con i suoi dieci minuti e mezzo di durata chiude il CD all’insegna della musica sinfonica con l’orchestra che parte in primi piano e piano piano lascia spazio a momenti realmente emozionanti. Cos’altro dire quindi, se non che gli Aristocrats hanno sfornato un album, “The Aristocrats With Primuz Chamber Orchestra”, difficile, impegnativo ma così affascinante che scorre via stranamente con semplicità e con tanta voglia di riascoltarlo. Divertente e ironico il disegno di copertina, nn maialino grazioso e gioioso (spesso nei concerti la band usa dei maialini giocattolo) che ascolta musica proveniente da un grammofono.

FABIO LOFFREDO

Tracklist:

01. Culture Clash
02. Stupid 7
03. The Ballad Of Bonnie And Clyde
04. Dance Of The Aristocrats
05. Through The Flower
06. All Said And Done
07. Jack’s Back
08. Ohhhh Noooo
09. Last Orders

Label: Boing Music/LLC
Genere: Jazz Rock/Fusion/Progressive Rock/Heavy Metal/Shred
Anno: 2022

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/10
VOTO

Band:
Guthrie Govan: Chtarra
Bryan Beller: Basso
Marco Minnemann: Batteria

Special Guests:
Primuz Chamber Orchestra
Lukasz Blaszczyk: Direttore D’Orchestra
Wojtek Lemanski: Arrangiamenti archi

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