STEVE HACKETT – The Night Siren
A seguire c’è “El Nino”, altro splendido brano con un lavoro tastieristico che emula paesaggi da colonna sonora e la chitarra di Hackett che ci riporta ai migliori momenti della sua lunga discografia e parlo di capolavori come “Voyage Of The Acolyte” e “Spectral Mornings”. Nei suoi interventi chitarristici si nota che, anche se è oramai una cinquantina d’anni che calca le scene, il suo stile è sempre un continuo progredire, nella tecnica, nel feeling e nella composizione. Un brano strumentale veramente spettacolare nella sua drammaticità e nella sua potenza. Arriva poi “Other Side Of The Wall”, dove l’ex chitarrista dei Genesis ritorna a pizzicare le corde della sua chitarra acustica, riportandoci alla mente i Genesis più romantici, il brano è lento e sinfonico, una carezza sonora che ci fa chiudere gli occhi e sognare e toccanti sono anche le parti vocali e anche i cori e le armonie vocali. Proseguendo con il track by track, arriva “Anything But Love”, dove atmosfere gitane portano un pò di gioia e serenità, il tentativo di Hackett di riunire più culture, senza alcuna distinzione è perfettamente riuscito, ma il brano cambia e prosegue tra progressive ed alcune tentazioni pop, ma colte, intelligenti e mai banali e superficiali e appare anche un’armonica suonata dallo stesso chitarrista e questa voglia di unire si sente anche in “Inca Terra” , altro ottimo brano molto folk, con alla voce Nad Sylvan e la complicità della Lehmann, un viaggio verso il folklore di un Paese immaginario, con momenti acustici, percussioni tribali, cori molto vicino agli Yes e il brano si evolve in una cavalcata prog con la chitarra di Hackett che incanta e ritorna in mente la storica “Every Day” e la sua parte strumentale.
C’è poi “In Another Life”, dove il sound si sposta verso il country rock americano e vengono in mente Crosby, Stills & Nash e come se non bastasse, il brano cambia nuovamente stile, arriva anche la musica celtica e Steve Hackett si lascia andare in un grande assolo di chitarra e “In The Skelethon Gallery”, il brano di presentazione che già girava in rete, dalle pennellate dark e progressive. C’è ancora spazio per “West To East”, altro splendido brano molto progressivo e con atmosfere mediorientali, grazie anche alla partecipazione di Kobhi Fari degli Orphaned Land alle parti vocali e per “The Gift”, strumentale, lento, sinfonico e toccante. Come già detto ad inizio recensione con “The Night Siren”, Steve Hackett è a un passo dal capolavoro.
FABIO LOFFREDO
Voto: 9,5/10
- Behind The Smoke
- Martian Sea
- Fifty Miles From The North Pole
- El Nino
- Other Side Of The Wall
- Anything But Love
- Inca Terra
- In Another Life
- In The Skeleton Gallery
- West To East
- The Gift
Label: Inside Out
Genere: Progressive Rock
Anno: 2017
Members:
Steve Hackett: Chitarra elettrica e acustica, oud, charango, sita, harmonica e voce nei brani da 1 a 10
Mira Awad: Voce nel brano 10
Lesile-Miriam Benneyt: Tastiere nel brano 11
Gulli Briem: Batteria, cajon e percussioni nel brano 7 e 9
Troy Donockley: Uilleann pipes nel brano 8
Dick Driver: Double bass nei brani 3, 4, 5 e 7
Kobi Farhi: Voce nel brano 10
Benedict Fenner: Tastiere e programmazione nel brano 11
Jo Hackett: Voce nel brano 10
John Hackett: Flauto nei brani 2 e 10
Roger King: Tastiere e programmazione dal brano 1 al brano 10
Ferene Kovàcs: Tromba nel brano 3
Sara Kovàcs: Didgeridoo nel brano 3
Amanda Lehmann: Voce nei brani 1, 2, 3, 6, 7, 8, 9 e 10
Malik Mansurov: Tar nel brano 1
Nad Sylvan: Voce nel brano 7
Gary O’Toole: Batteria nei brai 3, 4 e 10
Chrìstine Townsend: Violino e viola nei brani 3, 4, 5, 7, 9 e 10
Rob Townsend: Sax baritono e soprano, flauto, flageolet, quena, duduk, e clarinetto basso nei brani 1, 4, 7 e 9
Nick D’Virgilio: Batteria nel brano 2
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!