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STEVE HACKETT – The Circus And The Nightwhale

STEVE HACKETT – The Circus And The Nightwhale

Negli ultimi 5 anni Steve Hackett, l’ex chitarrista dei Genesis, ci ha inondato di uscite tra vari live, un album acustico “Under A Mediterranean Sky” e due album che ho apprezzato veramente tanto, “At The Edge Of Light” e “Surrender Of Silence”, album ricchi di idee e che  mettevano in risalto la varietà di stili musicali e l’abilità del chitarrista inglese di uscire fuori dai soliti canoni del progressive rock (genere musicale che si può attribuire al solo Steve Hackett, se si parla di tutti gli ex componenti dei Genesis). Il nuovo album “The Circus And The Nighwale” (se non mi sfugge qualcosa è il ventottesimo album in studio del chitarrista) non è da meno, forse di poco inferiore ai due precedenti, ma ugualmente piacevole e scorrevole. È poi un concept album e anche autobiografico, registrato durante i tour del 2022 e del 2023 al Siren Studiio e il chitarrista ne va molto fiero, basta leggere le sue parole “È un viaggio adorabile che inizia sporco, graffiante e fumoso e diventa paradisiaco e divino. Come puoi resistergli?”

“People Of The Smoke” è il primo singolo ed è un brano molto energico e rock e con momenti chitarristici virtuosi e con molte idee in  fase di composizione e “These Passing Clouds” è un breve ed affascinante strumentale che apre la strada a “Taking You Down”, anche un  po’ hard rock nei riff. I brani sono tutti ottimi ma i più interessanti sono “Enter The Ring”, tra prog e symphonic con ottimi momenti chitarristici che cede il passo a “Get Me Out”, con riff hard rock ma con andamenti soul e ancora come “Ghost Moon And Living Love”, quasi sette minuti di progressive rock e di un guitar work impeccabile e i ricordi vanno ai Genesis ed al primo Steve Hackett da solista, per intenderci periodo “Voyage Of The Acolyte” e “Spectral Mornings”.

Una serie di brani brevi, “Circo Inferno”, un mondo sonoro effettivamente infernale, “Breakout”, strumentale e di grande effetto e “All At Sea”, altro strumentale ma dal gusto blues. Il rock di “Wherever You Are” e lo spaccato strumentale per sola chitarra classica di “White Dover”, chiudono un album che rispecchia appieno lo Steve Hackett di ieri, di oggi e di domani, sempre pronto a mettersi in gioco e a creare un sound che forse ai più puristi potrebbe non piacere, ma che lo conferma ancora un vero talento non solo se parliamo di tecnica strumentale, ma anche in fase di composizione.

FABIO LOFFREDO

Tracklist:

  1. People Of The Smoke
  2. These Passing Clouds
  3. Taking You Down
  4. Found And Lost
  5. Enter The Ring
  6. Get Me Out
  7. Ghost Moon And Living Love
  8. Circo Inferno
  9. Breakout
  10. All at Sea
  11. Into The Nightwhale
  12. Wherever You Are
  13. White Dov

Label: Inside Out Music/Sony Music
Genere: Progressive Rock
Anno: 2024

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VOTO

Band:
Steve Hackett: Chitarra elettrica, acustica e 12 corde, mandolino, armonica, percussioni, basso e voce
Roger King: Tastiere, programmazione e arrangiamenti orchestrali
Rob Townsend: Sax
Jonas Reingold: Basso
Nad Sylvan: Voce
Amanda Lehmann: Voce
Benedict Fenner; Tastiere
John Hackett: Flauto
Malik Mansurov: Tar
Craig Blundell: Batteria
Hugo Degenhardt: Batteria
Nick D’Virgilio: Batteria

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