SIMON COLLINS – Becoming Human
Prima dei Sound Of Contact, progressive band che lo vedeva insieme al tastierista Dave Kerzner creare degli affascinanti brani di rock progressivo, aveva già inciso dal 1999 al 2008 tre album meno prog e più incentrati verso un sound elettronico e pop. Di chi parlo? Di un musicista che ha un cognome ridondante, importante ed impegnativo, Simon Collins, figlio di Phil Collins, batterista e cantante dei Genesis (anche se non c’era bisogno di dirlo). Quindi questo album lascerà l’amaro in bocca da chi ha sentito parlare di lui dal 2013 e con i Sound Of Contact, mentre chi lo conosceva già sa che “Becoming Human” ha poco di prog, o almeno non nel senso ‘storico’ della parola. Qui c’è un pop colto, un’elettronica molto anni 80 ma che ha il suo fascino, anche se a volte può infastidire. “Into The Fray” è un intro spaziale e magnetico che fa da trampolino di lancio per “Becoming Human”, la title track, brano che un po’ disorienta per le sue forti contaminazioni elettroniche e il ritornello è melodico, dal gusto pop e molto orecchiabile e “The Universe Inside Of Me” è unito al brano precedente e rimangono le contaminazioni elettroniche ma il brano si appropria di atmosfere anche progressive e nel ritornello ci sono sonorità riconducibili ai Genesis anni ottanta e al Phil Collins più melodico e da ballad e ancora “Man Made Man”, anche questo brano è unito al precedente ma da voci robotiche e il sound non cambia, elettro pop e timide tracce prog sono le caratteristiche principali.
Da segnalare anche “This Is The Time”, una pop ballad molto vicina alle caratteristiche musicale di papà Phil e “Throughts Become Matter”, ottimo brano elettronico, sa di quell’elettronica colta e più trascinante e il refrain diventa più prog e la voce di Simon ricorda, anche se alla lontana quella del padre. C’è anche “I Will Be Waiting” che è un’interessante e lunga ballata elettronica e progressiva, ma il brano poi acquista energia e diventa più ritmato e rock con il particolare drumming che porta nuovamente, anche senza volerlo, il paragone con il Phil Collins solista. Il pop prevale su “40 Years” e su “So Real”, mentre il rock progressivo è tutto incentrato sulla conclusiva “Dead Ends”, piccola suite di più di nove minuti che scalda di più i cuori dei prog fans, ma non mancano le forti contaminazioni elettroniche e il pensiero va a “Mama”, splendida song dei Genesis. “Becoming Human” è un album molto particolare che disorienta, ma è ben fatto. Ma ‘la domanda nasce spontanea’, come diceva Antonio Lubrano, perché un batterista si abbandona ad usare drum machine? Sicuramente più anima e meno freddezza avrebbe giovato a tutti i brani.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
- Into The Fray
- Becoming Human
- The Universe Inside Of Me
- Man Made Man
- This Is The Time
- Throughts Become Matter
- I Will Be Waiting
- No Love
- Living In Silence
- 40 Years
- So Real
- Dead Ends
Label: Frontiers Records
Genere: Pop/Elettronica/Progressive Rock
Anno: 2020
VOTO
Band:
Simon Collins: Voce, Batteria e tastiere
Robbie Bronnimann: Tastiere e programmazione
Gaz Williams: Basso
Kelly Avril Nordstrom: Chitarra elettrica e acustica
Robin Boult: Chitarra elettrica e acustica
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!