Silverbones – Brethren of the Coast
Con il timone ben saldo nelle mani del solido capitano e fondatore della band Andrea Franceschi da ormai un decennio, i Silverbones tornano a cavalcare i marosi, pronti a speronare chiunque osi attraversare la loro rotta. Ritmi vorticosi ed incalzanti, riff sparati e sfolgoranti ed il timbro sonante del nuovo screamer Lorenzo Nocerino sono gli elementi che costruiscono la polena della loro nave, per un disco che è un piccolo gioiellino in grado di tener testa ai mostri sacri del genere metal piratesco. Vengono alla mente innanzitutto i Running Wild, ma la band di Conegliano mette in mostra personalità ed attitudine proprie, con la testardaggine spavalda dei vincitori da un lato ma anche con grazia ed armonia ben smussate. Un lavoro scandito dall’inizio alla fine con il piglio gagliardo e brioso da vecchi lupi di mare, in grado di guidare gli equipaggi di metallari a gozzovigliare liberi e beffardi.
Non fanno prigionieri i 5 Silverbones e due cannonate ben assestate sono rappresentate da “The Battle of Texel” e dalla stessa title-track, gli unici episodi puramente speed dell’album. Ritornelli epici, ritmiche velocissime ed uno screaming sguaiatamente potente cavalcano i marosi delle chitarre lanciate a ritmi da headbanging furioso. Le tracce che mettono in mostra con migliore efficacia lo stile della band sono però quelle con andamento più calibrate ed heavy, come l’esaltante “Dead Men tell no Tales” o la incazzatissima “Granite Heart”, due magnifici episodi che hanno combustibile in abbondanza per portare a galla tutto lo spirito genuino della ciurma piratesca più spavalda e violenta. Un mirabile intreccio di chitarre classicone ed una sezione ritmica instancabile creano un pezzo da spellarsi le mani dagli applausi come l’anthemica “Headless Rider”, che travolge il malcapitato ascoltatore come un vascello lanciato a vele spiegate. Con piglio ben saldo, riprendendo l’arpeggio del prologo iniziale come a segnare la conclusione del viaggio, si dipana su ritmi cadenzati la solenne conclusione di “Invincible Armada”, capace di mettere in piedi un intermezzo strumentale talmente azzeccato per groove, assoli ed armonie da mostrare una ispirazione notevole.
Otto tracce ed una intro nelle quali condensare gli elementi essenziali di un metal ancora puro e scevro da influenze e categorizzazioni: only metal di solido impatto, curato di gradevoli melodie, rocciosi comparti batteristici e scoppiettanti old school riffs. Quello spirito di sfrontato menefreghismo piratesco che ha caratterizzato molte uscite letterarie e cinematografiche porta con sé un fascino ed un innato senso di cameratismo. Perchè, se ci pensate bene, come la Port Royal del XVII secolo era ‘il grido di libertà sul mare’, che cosa è l’heavy metal se non un liberatorio, violento urlo di ribellione contro il conformismo della società, una guerra di corsa fatta di note pesanti e graffianti, un corroborante arrembaggio al dogmatismo e alle costrizioni? Chi di noi non ha trovato in questa musica un po’ di combustibile per mantenere accesa quella fiamma interiore?
Ivan Faccin
In uscita il 27 Novembre per Stormspell Records
Genere: Heavy/Power/Speed Metal
Tracklist:
- Winds of Reprisal
- Raise the Black
- Granite Heart
- Brethren of the Coast
- Headless Rider
- Dead Men tell no Tales
- The Battle of Texel
- Die for the Crown
- Invincible Armada
VOTO
Band:
Lorenzo Nocerino – Vocals
Eric Antonello – Lead Guitars
Marco Salvador – Rhythm Guitars
Andrea Franceschi – Bass, Backing Vocals
Fabio Tomba – Drums
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vive a lavora a Cornedo Vicentino, ha cercato di esplorare vari generi musicali, trovando nell'hard-rock, metal e progressive rock i suoi stili più congeniali. Anche ora che i capelli hanno cominciato ad imbiancarsi... impiegato presso Xylem Water Solutions, ha portato la sua collaborazione giornalistica presso The Wall of Sound e Tuttorock.