SARAH KLANG – MERCEDES
Mercedes, quarto album della cantautrice svedese Sarah Klang con all’attivo due Grammis in madrepatria, intesse quel fil rouge già desumibile nella produzione precedente della musicista, unendo sonorità dream pop eteree e nebulose, allo stile cantautorale americano alla Evie Sands o Lesley Gore.
Tuttavia si arricchisce piacevolmente di contenuti, mettendo in risalto la mutazione già cominciata in Virgo (2021) dalle tematiche più drammatiche e strettamente sentimentali, tipiche della prima età adulta: “Love in the Milky Way” (2018) e “Creamy Blue” (2019) ad una più concreta produzione matura che si concentra sulla realizzazione del sé, della propria raison d’être o per usare un appellativo più inflazionato negli ultimi anni, dell’ikigai personale della cantautrice.
Sarah Klang sembra finalmente essersi ritrovata e sintonizzata con i propri desideri ed aspettative: “this is the place when I’m finally enough”, lo dice alla quarta strofa di “Magic Stone”, il primo prezioso brano dell’album da considerarsi una vera e propria sferzata di energia positiva.
Una forza generata dall’urgenza “materna” di testimoniare attraverso la musica, uno dei momenti più significativi dell’esistenza femminile: un avvenimento ordinario per l’umanità, quanto straordinario per il singolo individuo. Stiamo parlando della genesi o per meglio definirla, della nascita di una nuova vita.
Un’avventura che inizia col concepimento, passa per quaranta settimane di gravidanza circa e raggiunge il culmine nel parto, la fase ultima della procreazione.
È usanza comune, in taluni Paesi (compreso il nostro) che per un battesimo venga regalato un monile prezioso come una medaglietta o un capoculla.
Sarah Klang eleva questa tradizione, con una commossa dedica musicale alla creatura che ha appena scoperto di portare in grembo. Un dono immortale che porta il nome della bimba e con sé tutte quei desideri e quelle speranze che una madre ripone nei confronti della progenie.
Ma anche un lascito che contiene un pizzico di ansia e paura per un futuro incerto e non risparmia qualche passaggio commovente come nel caso di “Worst Mom” che evoca un attacco alla “Walk on the wild side” di Lou Reed.
“I feel like the worst worst mom today / you screamed all night / and you probably gonna cry all day”, rendendocela incredibilmente umana.
Un percorso che per la Klang diviene esigenza di fare autoanalisi: “Halloween Costume” / “Belly Shots”, rivivendo episodi che pensava di aver ormai sepolto nella memoria, ma che ritornano sotto forma di incubi: l’adolescenza infelice costellata da episodi di bullismo, la famiglia disfunzionale, le insicurezze. E lo fa con una delicatezza, una sensibilità così onesta quanto rara, da rendere Mercedes un album indiscutibilmente autobiografico ma di facile identificazione.
SUSANNA ZANDONÀ
Tracklist:
01. Magic Stone
02. Burger
03. Halloween Costume
04. Belly Shots
05. It’s a Beautiful Dream
06. Mercedes
07. Bridge
08. Sunny Philadelphia
09. Hospital Window
10. Worst Mom
Credits:
Etichetta: Nettwerk Music Group – Bertus
Scritto e composto da Sarah Klang
VOTO
Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal