SABIA – Occhi d’oceano
“Esperienza” diventa una parola importante se parliamo di “Occhi di oceano”, il nuovo singolo di “Sabia”. I saltellanti sintetizzatori in levare lavano la lava ormai pietrificata nello spazio vuoto, quello spazio che si vorrebbe riempire senza troppe discriminazioni. Vari elementi puntiformi albergano nel flusso del brano e lo rendono acceso, quasi a cercare una resa dumasiana che scosta qua e là le tende dello spazio sonoro.
Questo nuovo tomo defrantumato sulla nostra playlist, appare impattante ma con una presa meno tenagliosa di quello che c’è stato in precedenza. L’avventura, decisamente riuscita, nel muoversi all’interno di un color locale completamente demistificato, mostra l’altra faccia della medaglia mediante la depersonalizzazione momentanea del cantautore lucchese. Ad ogni modo, nessun punto cardinale viene effettivamente smarrito ed il corollario di flussi catodici gioca una parte importante nella levigazione del tutto.
Sicuramente questo schizzo archeologicamente emotivo gode di intrecci ammalianti e schietti, dove l’etichetta c’è, ma è stata rimossa in modo amorevole; come se l’autore si sia fatto portatore della prosa del proprio mondo allo scopo di rilanciarla e smussarla senza troppi convenevoli, ma con un occhio di riguardo. Probabilmente quest’anno l’oceano lo vedremo poco, ma se ne avvertiremo la mancanza potremo sempre immergerci in quello di Sabia. Lì di certo non sentiremo il salato che ci fa raggrinzire la lingua, ma sicuramente ci darà modo di “contare le stelle nel buio ed invocare risposte da un cielo che muto osserva la rotta dei nostri entusiasmi stagionali”.
GIOELE AMMIRABILE