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RUMER – The fate of fireflies (live from Lafayette)

RUMER – The fate of fireflies (live from Lafayette)

Quello che riesce a fare Sarah Joyce, conosciuta col suo nome d’arte: Rumer in “The fate of Fireflies” (live from Lafayette) è decisamente avvincente. Il live londinese viene di fatto viene assemblato come processo di sublimazione di strumenti e voce tramite eleganza e tensione. Nel corso del disco le dinamiche vengono alacremente allentate per poi ripartire in più parti con inserti melodici ricchi di colore e densità. Ogni momento può essere statico ed etereo o mosso con sembianze di brevi accelerazioni. Le timbriche nascono per dare un messaggio all’esterno senza eccessi o perturbazioni improvvise.

In “The Fate Of Fireflie” il violino gioca con una batteria dedita al folklore. Insieme al basso la resa del brano, nel suo insieme, diviene ondeggiante ad ammalante. “Come to Me High” è una ballad avvolta da carta regalo. La voce cammina in punta di piedi tra le onde del violino fino a sfiorare la luna. Non c’è spazio per note anguste o dissonanze. “June It’s Gonna Happen” continua sulla scia di una staticità acrilica e sedimentata. La presenza di Sarah è un filtro ultravioletto ed il piano non può che accompagnare solo. ” Take Me As I Am” potrebbe confondersi con la prima traccia. Se non si è grandi fan dell’artista è consigliabile fare qualche ascolto diversificato di entrambe a distanza di un caffè l’una dall’altra per abituarsi. “Bristlecone Pine” regala un momento più sentito ed introspettivo. La chitarra fa capolino in modo agevole ed apprezzabile. Le note e la timbrica vengono pesate sul bilancino e spacciate senza che nessuno se ne accorga. “Oklahoma Stray ” poteva benissimo non esserci in questa raccolta, come per lo spaccio della traccia precedente, nessuno se ne sarebbe accorto. Rilassante un po’ troppo, scarna dal punto di vista timbrico e mai smossa. “Aretha” fa la stessa cosa di “Oklahoma Stray” ma un po’ meglio. L’agogica rimane stazionaria sì, ma i vari inserti strumentale regalano un senso ulteriore al brano rendendolo godibile e caldo. La sagacia dell’invisibilità continua con “Learning How to love“, una ballad intricatamente pacata e pregna di violinismi intercettori. “Don’t give up, we need your love” è un verso che risuona pomposo in “Play your guitar“. Il brano incalza con tastiere che sfumano e sciabolate dolci di chitarra elettrica. “Pinbal and Pizza” e “You just don’t know people” si mobilitano per trovare un equilibrio con più brio e si abbeverano di ritmi frizzanti. “Slow” si adorna di eleganza ma allo stesso tempo croccantezza laminata e luccicante. “Sara Smile” è una sessione tranquillamente trafficata. Le timbriche riescono ad appollaiarsi senza problemi anch ein un contesto live ed il tutto è largamente giustificato. “Love Is the Answer” accoppia un pianoforte ottantino a modulazioni sconvolgenti per il background in cui sono inserite. “Better Place” continua sulla scia della traccia precedente, tuttavia il clima appare un poco diverso. L’esigenza di trattenere un brano che fonde l’idea di coda e quella di saluto dà una grande forza al finale del Live From Lafayette della nostra Rumer.

GIOELE AMMIRABILE

Tracklist:

The Fate of Fireflies (live)
Come To Me High (live)
June It’s Gonna Happen (live)
Tale Me As I Am (live)
Bristecone Pine (live)
Oklahoma Stray (live)
Aretha (live)Learning How To Love (live)
Play Your Guitar (live)
Pizza and Pinball (live)
You Just Don’t Know People (live)
Slow (live)
Sara Smile (live)
Live Is The Answer (live)
Better Place (live)

Credits:
Etichetta: Cooking Vinyl, Egea Music, The Orchard
Pubblicazione: 17 settembre 2021

 

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VOTO

Band:
Sara Joyce aka RUMER

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