Robbie Robertson – Testimony (libro per Jimenez Edizioni, Roma 2019)
In campo musicale, a parte quelle emanate dai Beatles, Stones, Dylan, dagli esponenti della west coast statunitense e poco altro, credo non esistano per me vibrazioni più vive e generatrici di piacere (e anche, non lo nascondo, di un intimo e palpitante sentimento nostalgico) di quelle procuratemi ad ogni ascolto dalla musica di “The Band”. Il gruppo è entrato giustamente nel mito fin dall’uscita del film diretto da Martin Scorsese, The Last Waltz, L’ultimo walzer, che documenta mirabilmente l’ultimo concerto dal vivo tenuto dallo stesso alla Winterland Arena di San Francisco il 25 di Novembre del 1976.
“La loro musica ci diede la certezza che il paese era più ricco di quanto credevamo”, scrive del gruppo formato dai musicisti canadesi Robbie Robertson (chitarra, pianoforte, voce); Richard Manuel (voce, pianoforte, batteria, armonica a bocca, sassofono); Garth Hudson (organo, tastiere, fisarmonica, clavinet, sassofono); Rick Danko (voce, basso, violino, contrabbasso) e Levon Helm (unico componente statunitense, voce, batteria, mandolino, chitarra) il “filosofo” del Rock Greil Marcus. Dei componenti della “Band” , dopo la scomparsa di Richard Manuel nel 1986, di Rick Danko nel 1999, di Levon Helm, infine, nel 2012, sono ancora in vita Garth Hudson (83 anni e non nelle migliori condizioni di salute, a quanto sappiamo) e Robbie Robertson (77 anni, ancora in piena attività, con un disco, Sinematic, uscito di recente). Di quest’ultimo esce anche in Italia a fine 2019 il libro (non solamente) autobiografico Testimony. Il volume, autocelebrativo quanto si vuole, costituisce un documento importante che contribuisce a gettare sprazzi di luce su una delle più influenti rock bands di sempre e sulla vicenda esistenziale e artistica di uno dei più straordinari scrittori di canzoni che la scena rock internazionale ricordi. Autore di songs come The weight, Evangeline, Chest fever, Tura Lura Lural, Somewhere down the crazy river, Fallen angel (dedicata all’amico Richard Manuel), The night they drove old Dixie down, e tante altre, Robertson ha lasciato un segno anche come solista della chitarra elettrica: il suo stile è nervoso, versatile, personalissimo. Al Robertson narratore di accadimenti che si estendono per i migliori anni della storia della musica Usa non mancano certo la capacità di coinvolgere il lettore ne gli argomenti interessanti: dalla giovinezza passata a Toronto e nella riserva indiana delle sei nazioni (sua madre, un’indiana Mohawk e Cayuga, era nata e cresciuta lì) a The Last Waltz, appunto, lo straordinario documento visivo che chiude un’epoca non solo per The Band, e passando per la realizzazione dei vari album del gruppo e i rapporti con amici musicisti come Ronnie Hawkins, Joni Mitchell, Eric Clapton e Bob Dylan, il libro è un alternarsi continuo di eventi e circostanze che hanno davvero segnato la storia del roots Rock americano. Una lettura irrinunciabile, per chi ha amato le sonorità della tradizione statunitense dei Sessanta e dei Settanta. È parzialmente basato sul libro di Robertson “Once Were Brothers: Robbie Robertson e The Band”, del 2019, film documentario di produzione canadese diretto da Daniel Roher.
GIOVANNI GRAZIANO MANCA
Dettagli del prodotto:
Copertina flessibile: 590 pagine
Editore: Jimenez (21 novembre 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8832036126
ISBN-13: 978-8832036121
Band:
Voce: Pippo
Chitarra solista: Pluto
Chitarra ritmica: Paperino
Basso: Topolino
Batteria: Minnie
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Giovanni Graziano Manca è nato a Nuoro ma vive e opera a Cagliari. Laureato in filosofia, pubblicista, da sempre si interessa di cultura, in particolar modo di musica, poesia, arte, filosofia e letteratura. Numerose le pubblicazioni al suo attivo: oltre a collaborare con quotidiani e periodici, ha pubblicato volumi di narrativa e di poesia (ultimi, tutti in versi, "In direzione di mete possibili" Lieto Colle, 2014 , "Voli in Occidente" Eretica, 2015, e "Nel tempo che si muove", Antipodes, 2020, articoli e saggi su riviste specialistiche e web.