Rick Wakeman & The English Rock Ensemble – A Gallery of the imagination
Di Rick Wakeman troverete tante di quelle notizie biografiche tra quelle poche ed attendibili riviste cartacee di genere ancora reperibili in edicola e quel mare magnum che da anni oramai rappresenta il web. Una carriera solista condotta in parallelo con quella degli Yes dove è approdato nel 1971, che gli ha fatto immettere sul mercato più di una cinquantina di dischi in quasi mezzo secolo di vita artistica. Nonostante una convivenza di gruppo segnata da un turbolento rapporto, non inficiando ciò la produzione dischi di qualità come FRAGILE (1971), CLOSE TO THE EDGE (1972) e GOING FOR THE ONE (1977), così come anche il rilascio di lavori eccellenti come THE SIX WIVES OF HENRY VIII (1973) e JOURNEY TO CENTRE OF THE EARTH (1974) per quanto riguarda il versante solista.
Curioso, geniale e senza dubbio trascinatore, Wakeman mostra una duttilità non comune dimenandosi senza difficoltà tra pianoforte, sintetizzatori e tastiere in genere. Le intemperanze giovanili lo portarono già all’età di 14 anni ad unirsi ad una band locale l’Atlantic Blues, ma anche all’abbandono degli studi per iscriversi al Royal College of Music che infine lasciò definitivamente preferendo suonare nei club allo studio della tecnica strumentale. Gli esordi che lo videro anche nelle note dei dischi di Al Stewart (ORANGE-1971) e David Bowie (SPACE ODDITY-1971e HONKY DORY-1973), ma anche di BLACK SABBATH nelle cui fila Tony Iommi non avrebbe visto male l’ingresso del tastierista inglese. Giungendo a tempi più recenti Rick Wakeman non ci hai mai fatto mancare pubblicazioni regolari tra live e studio album e non si possono non citare THE WIZARD AND THE FOREST OF ALL DREAMS (piano e cori) del 2002 e l’altalenante OUT THERE (2003) che appagherà pur non esaltandoli, anche molti degli irriducibili Yes fans, per poi riavvicinarsi nel 2020 al genere che lo ha consacrato alla storia con THE RED PLANET (al riguardo è doverosa un’occhiata su questa piattaforma all’attenta e completa disamina di Fabio Loffredo).
Per comprendere al meglio il nuovo lavoro di Wakeman, bisogna partire dalle origini, quelle di allievo strumentista sotto il vigile sguardo della sua insegnante di pianoforte, Mrs Symes. Colei che lo condusse per mano fino al Royal College of Music infondendo nel giovanissimo Rick che i musicisti che suonano gli strumenti sono come il pittore con il pennello tra le mani. Un concetto che l’apprendista pianista ha sempre fatto suo sin da quando era piccolo e studiava musica, sviluppando la consapevolezza che chi crea armonie non fa altro che assemblare singole tessere musicali che divengono un componimento unico.
A GALLERY OF THE IMAGINATION è un lavoro dal quale pur emergendo con naturalezza l’influenza musicale che tanto ha avuto presa sul musicista londinese negli anni’50 e ’60 del secolo scorso durante la fase di innamoramento dei tasti d’avorio, non disdegnava il guardare avanti, mirando ad un percorso evolutivo che lo ha portato a puntare alla tradizione e ad un certo intimismo che tra queste tracce trova evidente conferma. Un mosaico sempre in pieno equilibrio tra sonorità ammiccanti ad una certa classicità e non convenzionali flussi pianistici per cui l’English Rock Ensemble (la band che ha accompagnato Wakeman anche su THE RED PLANET del 2020), è tutt’altro che di solo supporto, riuscendo ad enfatizzare le diverse architetture sonore che mai risultano imperiose e stucchevoli. La fusione tra immagini e suoni riesce ad essere la combinazione voluta da Wakeman e seppur i brani propendono verso melodie ricercate, è la voce della ormai collaudata Hayley Sanderson a farsi autorevolmente strada donando un’inclinazione che però talvolta potrebbe anche risultare esageratamente romantica.
Le porte di AGOTI ci vengono spalancate dalle tranquille note del piano di Hidden Depths, prima soffice e che poi si lascia pian piano guidare da un ritmo crescente che ci porta al primo brano cantato The man in the moon, in cui i ricami chitarristici leggero del fido Dave Colquohun insieme alle sinuose linee vocali di Hayley Sanderson si fondono diventando un tutt’uno e che i riferimenti ad Olivia Newton-John non siano un semplice richiamo per chi scrive. Di questo lavoro si apprezza anche una variegata riproposizione di quanto Wakeman magari non proprio in chiave moderna, ma sempre con la consapevolezza di avere ampio background senza indugiare in un virtuosismo che avrebbe rischiato di rivelarsi stucchevole e fuori contesto. Moonlight dream e Only when I cry divengono l’espressione in note del melanconico stato d’animo che ha quasi sicuramente accompagnato la stesura dei pezzi, mentre A Day spent on the pier godibile nel suo elegante quanto semplice andamento, dribbla con eleganza l’erronea impressione che un ascolto superficiale potrebbe portare a considerarla come un mero esercizio di stile del maestro. Alla vivacità ritmica di Cuban Carnival fa da contraltare The Visitation dove i delicati e allo stesso tempo acuti vocalizzi che ben compendiano le lezioni di Kate Bush, un fantasioso e calibrato suono di insieme rende il brano tra i più riusciti del lotto. La chiusura dell’album non è di certo lasciata ad una composizione qualunque ma alla toccante The eyes of a child, in cui non poteva non uscire l’anima barocca di Wakeman pur lasciandoil proscenio a The dinner party: maestosa e pomposa come non mai e di cui le orecchie di fan di vecchia data e neofiti non potranno fare a meno, giustificando la scelta del lancio per anticipare l’uscita dell’album.
Quando ci si getta nell’acquisto di un disco, si cerca qualcosa che provochi curiosità, o qualcosa che ti porti a riproporne l’ascolto o ancor di più a trovare un elemento che prima ti era sfuggito. Una passeggiata per la galleria di Rick la consiglierei, almeno per provare a camminare su di una strada propizia per accendere l’immaginazione e creare i quadri mentali che dall’ascolto del disco potrebbero prendere forma. … a gallery that belongs to everyone … parola di Rick Wakeman!
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
01 Hidden Depths
02 The Man In The Moon
03 A Mirage in the Clouds
04 The Creek
05 My Moonlight Dream
06 Only When I Cry
07 Cuban Carnival
08 Just A Memory
09 The Dinner Party
10 A Day Spent On The Pier
11 The Visitation
12 The Eyes of a Child
Credits:
Etichetta: Madfish
Pubblicazione: 24 febbraio 2023
VOTO
Band:
The line-up on ‘A Gallery Of The Imagination’ as with Rick’s previous album ‘The Red Planet’
features The English Rock Ensemble:
bassist Lee Pomeroy
guitarist Dave Colquhoun
drummer Ash Soan
vocals Hayley Sanderson
Keyboard engineering: Erik Jordan
Mixing & editing: Erik Jordan at The Nursery
Additional mixing: Toby Wood
Mastering: Simon Heyworth at Super Audio Mastering
Producers: Rick Wakeman & Erik Jordan
Executive Producer: Rob Ayling
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…