Now Reading
RADIODERVISH – Il Sangre e il Sal

RADIODERVISH – Il Sangre e il Sal

Se dopo aver prestato ascolto siete rimasti colpiti dalla musica dei Radiodervish, qualche frammento biografico qualora non ne foste già a conoscenza, aiuterà sicuramente ad addentrarvi ancor di più nel loro mondo. Nabil Salameh (da Tarāblus Libano) e Michele Lobaccaro (da VentimigliaLiguria) si conoscono all’Università di Bari e nonostante le differenze culturali, colmeranno il divario per merito di quel fertile terreno comune che da decenni mette d’accordo popoli e nazioni anche in apparenza molto distanti: la Musica! Frutto abbastanza immediato dell’incontro è la creazione nel 1988 degli Al Darawish che tra il 1993 ed il 1996 pubblicheranno due lavori, l’omonimo ed il successivo RADIO DERVISH che riescono ad essere un discreto tentativo di incontro tra una certa cultura popolare pugliese e quella che generalmente potremmo definire come musicalità araba.  Nei titoli dei due dischi e non ne è difficile capirne il perché, vi sono passato e futuro, tanto che i due musicisti decreteranno dopo neanche dieci anni per la fine degli Al Darawish e dare vita ai Radiodervish ed agli X-Darawish.

I due musicisti incarnano la volontà di essere dei visitatori di porte (Dar Wish è proprio quel che significa nella lingua persiana), un corridoio che unisce oriente e occidente dando modo di superare confini geografici che la musica sembra valicare con naturalezza.  Con LINGUA CONTRO LINGUA messo sul mercato dal Consorzio Suonatori Indipendenti nel 1998, ci si trova di fronte ad un pot-pourri di suoni e atmosfere dove basso e batteria si amalgamano con accordion, violino e cello tra gli altri. Negli anni successivi il cammino prosegue con un’espansione degli orizzonti con CENTRO DEL MUNDO del 2002 e IN SEARCH OF SIMURGH edito come il precedente per Il Manifesto nell’aprile 2002, e proseguendo con L’IMMAGINE DI TE (Radiofandango/Cosmasola – 2007) prodotto per altro da Franco Battiato, in cui è percepibile una brillante virata verso il pop.  Ad integrarsi con tale percorso artistico, non poteva mancare negli anni il coinvolgimento con il mondo del teatro che ha visto Salameh e Lobaccaro insieme all’udinese Giuseppe Battiston (NON PENSARCI e AMORE, BUGIE E CALCETTO, tra le sue interpretazioni più memorabili) e poi con il poliedrico Valter Malosti (che si divide come non mai tra recitazione e regia) che porta alla successiva uscita di BEYOND THE SEA nel 2009, probabilmente il disco della maturità. Il coinvolgimento della Banda Sannicandro di Bari nel 2010 porta a BANDERVISH, un disco a base di canti mistici che riescono solo in parte a riprodurre le genuinità de “Le Voci dell’Anima”, un tradizionale spettacolo che si svolge nella settimana di Natale nelle chiese della periferia di Bari, mentre HUMAN (Sony Music – 2013) dove un’illuminata forma di musica etnica, fa tornare ad una realtà musicale che tra alti (molti) e bassi (davvero pochi) sempre più viva che mai.

L’immaginario de IL SANGRE E IL SAL resta lo stesso dei lavori precedenti e con i nuovi brani, è possibile perciò lasciarsi traghettare sulle onde di quelle acque salate che vanno dallo Stretto di Gibilterra ai Dardanelli. La lingua scelta per il titolo il Sabir, era la lingua che si parlava nei porti del mar Mediterraneo: un frammisto tra idiomi come il genovese, il francese e l’arabo tra gli altri, che serviva a mettere in relazione viaggiatori e locali. Le 14 canzoni presenti mettono in moto l’attività sensoriale di chi ascolta, diffondendo aromi e fragranze che ammaliano e vanno oltre orizzonti che sembrano una meta irraggiungibile e non sfuggono neanche alle orecchie più distratte. I due pilastri Salameh, (voce, chitarra acustica) e Lobaccaro (basso, chitarra e voci) insieme al fido Alessandro Pipino (piano, sintetizzatori e accordion fra gli altri) inebriano l’aria con “Il Sogno delle Lucciole” o ne illuminano la parte più popolare con “Una Candela nel Buio”, mentre in “Alì dagli Occhi Azzurri” toccante all’inverosimile ed ispirata dalla profezia pasoliniana del 1962 e quanto mai attuale. Pienamente a tema e piena di riferimenti all’errare senza confini di Ulisse nell’Odissea è “Itaca” (ispirata dallo stesso scritto del celebre poeta greco Costantino Kavafis), ove si diffonde su di un’accorato intreccio di trascinanti melodie, il cui messaggio di quanto sia importante approfittare del viaggio per crescere, diventa perentorio e tutt’altro che una sentita incitazione.   Spostamenti che vengono richiamati in incisivi interludi strumentali come “Check Point” o “Srebenica” che per altro precede un più che apprezzabile momento di pura poesia contemporanea come “Nuovi Schiavi”, ma che obiettivamente lascia alla title-track il posto di traccia migliore del disco e che evitando di descrivere, mi auguro vi incuriosisca l’ascolto e la scoperta di persona.

Con questo capitolo è evidente ancor di più una propensione verso una scrittura di grande apertura ricca di sfumature espressive capace di rafforzare una personale miscela linguistica musicale ed in grado di esondare i generi proposti neanche a torto definibile world music; un vascello errante nel mar Mediterraneo a far da glue tra culture, e tradizioni e popoli troppo spesso dimenticati. Più che consigliato.

CLAUDIO CARPENTIERI
Voto: 9/10 

Tracklist:
1 – Itaca
2 – Sirtaki di Kostas
3 – Il sogno delle Lucciole
4 – Ali’ dagli occhi azzurri
5 – La beute’
6 – Check Point
7 – Una candela nel buio
8 – Srebrenica
9 – Time for a coffee
10 – Oasi
11 – Porti
12 – Nuovi schiavi
13 – Marevino
14 – Il sangre e il sal

Release date: June 29th, 2018
Etichetta: Cosmosola –
Distribuzione: Believe Digital

Radiodervish & Musicians:
NABIL SALAMEH: vocal, back vocals, acoustic guitar
MICHELE LOBACCARO: acoustic guitar, electric bass, stick bass, back vocals
ALESSANDRO PIPINO: piano, Rhodes MKI, Wurlitzer EP200A, keyboards, synthesizer, accordion, melodica, kalimba, table tubes, lap harp, soprano recorder, andes 25f, classical guitar, programming, back vocals
ADOLFO LA VOLPE: electric guitar, guitalele, cumbus, saz baglama,  portuguese guitar
PIPPO ARK D’AMBROSIO: drums & percussions

Stéphanie Capetanides: voiceover on Sirtaki di Kostas (recorded  by Simos Lazaridis, Caterina Nicolidaki, Elisavet Lagali)
Music and lyrics:  Nabil Salameh, Michele Lobaccaro
Except: Sirtaki di Kostas, Srebrenica, Porti, Check Point, La Beauté, Music: Nabil Salameh, Michele Lobaccaro, Alessandro Pipino

Arrangements: Alessandro Pipino, Michele Lobaccaro, Nabil Salameh, Adolfo La Volpe, Pippo Ark D’Ambrosio
Copyright: Cosmasola snc

Produced by Cosmasola snc
Editions Ala Bianca Group srl
Mix producer & mastering engineer Mauro Andreolli at das Ende der Dinge
dEdD.eu
Recorded at Crescendo studio, Bari-Italy, spring 2018. Sound engineer Luigi Patruno
Graphic artworks Amleto Melgiovanni
Thanks to: Pino Petruzzelli, Paola Caridi, Rosaria De Matteis, Cinzia Marzocchi, Anna e Benedetta, Anna Verardi, Massimiliano Ventimiglia, Ferdinando Bassi, Sandro Daga, Giuseppe Preziosi, Gennaro Mele, Maria Teresa De Palma, Stéphanie Capetanides, Nadia Kibout

Contatti:
www.radiodervish.com
www.facebook.com/Radiodervish/
https://twitter.com/radiodervish