QUIET RIOT – Hollywood Cowboys
Abbiamo già parlato su queste pagine dei Quiet Riot, varie volte e ultimamente in occasione di “Road Rage”, album uscito nel 2017. Torniamo a parlare ancora di una delle band storiche dell’heavy metal in occasione stavolta del nuovo album, “Hollywood Cowboys”. Il nuovo album racchiude brani piacevoli, ma forse è un piccolo passo indietro rispetto al suo predecessore, ma Frankie Banali, drummer storico della band, riesce a tenere in piedi la band anche lottando con il cancro. “Don’t Call It Love” è hard rock cadenzato ma molto Quiet Riot, la voce di James Durbin è ancora in forma, la chitarra di Alex Grossi sa creare riff granitici e il drumming di Frankie Banali è sempre pesante ed essenziale e a seguire c’è “In The Blood”, che segue le stesse strade del brano precedente ma con più melodia e con un ritornello molto orecchiabile. Anche “Heartbreak City” ha il suo fascino per quel sound più glam e “The Devil That You Know”, veloce e trascinante e ancora l’ottimo blues di “Roll On”. Ci sono altri brani interessanti ma il finale è per “Last Outcast”, hard rock acerbo e molto oldies e per “Arrows And Angel”. I Quiet Riot sono ancora in forma e ne approfittiamo con questa recensione per fare i migliori auguri a un vero rocker come Frankie Banali.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
01. Don’t Call It Love
02. In The Blood
03. Heartbreak City
04. The Devil That You Know
05. Change Or Die
06. Roll On
07. Insanity
08. Hellbender
09. Wild Horses
10. Holding On
11. Last Outcast
12. Arrows And Angel
Label: Frontiers Records
Genere: Heavy Metal/Hard Rock
Anno: 2019
VOTO
Frankie Banali: Batteria
Alex Grossi: Chitarra
Chuck Wright: Basso
James Durbin: Voce
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!