Quasi mai – GIORGIO MORETTI
“Quasi mai” è un disco che affoga, che annaspa, che non riesce a comprendere la differenza tra la superficialità e la giustificata volontà di cercare di ricreare la facile emozione. Nove tracce che potrebbero benissimo confondersi tra loro, anche dopo 4 o 5 ascolti, fanno capolino in una cornice scevra da qualsivoglia nozione di dinamica in musica. Il quotidiano non è mai stato così noioso e mal’interpretato.
“Alba” è decisamente un blando tentativo per iniziare “Quasi mai”. Sonorità e lirismi fievoli ed eccessivamente edulcoranti non sono un buon biglietto da visita per un disco datato 2021. La scia fittizia e luogocomunosa continua con “Lolita” , brano in cui le soluzioni dinamiche fanno lacrimare, generano astio, sembrano prenderci in giro. Ritornello e coda sono avvolti in cori laccati e fuori luogo. La vena melanconica è inarrestabile e continua con “Manuale per giovani astronauti”, traccia che, per l’ennesima volta inizia con il chorus armonico reso in solo dalla chitarra. Si differenzia dalle tracce precedenti per un momento in cui la linea melodica della voce si alza generando un climax che non riesce a non stare in piedi se non con delle stampelle. La quarta traccia è “Radical Love” ed inizia in un modo inaspettato… Con il chorus di chitarra in solo. Il testo riesce ad essere più urticante dei precedenti. “Napoli” è lo stendardo nascente dell’anonimato in musica in chi la chitarra continua imperterrita il suo arpeggio triadico e la voce si “diletta” in quelli che reputa vola pindarici. “Fiumi di brividi sul lungomare di Napoli”. Con “Serio” la compagine strumentale riesce ad animarsi un po’. Sono apprezzabili le ritmiche sferzanti della chitarra e le disposizioni di rinforzo elargite dai sintetizzatori. “Ho lasciato cadere i tulipani che ho preso all’inizio dell’estate”: inizia così “16 9”, la settima liquefatta traccia di “Quasi mai”. La batteria dall’impronta dance cozza pesantemente con la voce che come sempre sembra preda di un turbinio di sentimenti negativi. “Ptr” rincara la dose sui sentimentalismi. “Ucciderci” è una chiamata ricevuta su un dispositivo tenuto in modalità silenziosa: passa e non te ne accorgi. Arriva finalmente la brillante idea di aggiungere un basso prominente e pseudo-caratteristico, ma come la scena finale di “Salvate il soldato Ryan” è un po’ come sparare ad un carro armato con una 9mm. L’esordio di Giorgio Moretti avrebbe potuto essere un buon esordio. Venti anni fa.
GIOELE AMMIRABILE
Tracklist:
1 – Alba
2 – Lolita
3 – Manuale per giovani astronauti
4 – Radical Love
5 – Napoli
6 – Serio?!
7 – 16:9
8 – Ptr
9 – Ucciderci
Credits:
Etichetta: Camarilla
Distribuzione: Believe