PUGILE – Icarian
Sicuramente Matteo Guerra (drums), Leo Leonardi (synth) ed Elia Pellegrino (bass, vocal, synth) avevano ben chiaro sin dall’inizio che il loro progetto musicale sarebbe stato fuori dall’ordinario ed ovviamente sincero. Cercare di fondere suoni e parole è stata sempre una regola nella modalità di dar vita alla musica dei Pugile, capace di dar vita ad un genere dove una personale combinazione electro-acustica riesce ad arrampicarsi in territori ambient dal forte sapore cinematico. Una destrutturazione che coinvolge ritmi e melodie che ben si sposa ad atmosfere chiaramente industrial, generando suoni frementi che giocano sul contrasto e probabilmente figli di oscure improvvisazioni. Prova di quanto appena accennato è ROUND ZERO (Autoproduzione – 2015), embrionale e coraggioso disco d’esordio in cui il gruppo torinese ricorre ad accostamenti sonici liberi da concettualità preordinata che fa cadere l’ascoltatore in un limbo fantastico ed atemporale.
Con l’arrivo di ICARIAN sul mercato, l’attesa degli amanti di musica che non si fa peccato a definire surreale, avranno di che essere felici, giovandosi sicuramente dell’immersione totale che richiede un lavoro del genere per un pieno apprezzamento. Sia ben inteso non ci troviamo di fronte ad un ROUND ZERO Pt.2^, ma ad un tentativo di guardare avanti dove suoni intricati vanno e vengono alternandosi a vocalizzi a malapena percettibili che consolidano una vocazione paranoide che è propria del DNA dei tre giovani piemontesi. Sentieri sonori capaci di far proliferare sensazioni ed umori accostabili alla natura del nostro tempo, idonei a collegare l’assoluto con una provvida sperimentazione dal carattere eterogeneo, sebbene nonostante la proposta fatta di brani separati, sia riconducibile ad un unicuum musicale fatto di affanno ed alienazione in cui la ripetitività di atmosfere sembra creare un imprigionamento in sequenze non sempre facilmente assorbibili. Sensazioni che vengono a generarsi come figlie di una imperscrutabilità di fondo e danno modo di attirare l’attenzione, di chi si è già mostrato tra gli altri, predisposto verso una fervente e diversificata scena sabauda (Indianizer, Stearica o Niagara ne sono degli ottimi punti di riferimento!), dando modo di trasformare l’iniziale interesse di un pubblico di nicchia, in un appassionato e più numeroso coinvolgimento già comprovato durante i live act.
Se non siete alla ricerca di un prodotto che cambierà la vostra visione terrena della musica, ICARIAN è appropriato sicuramente per accompagnare per quasi 40 minuti la vostra mente oltre i confini di un ascolto preordinato.
CLAUIO CARPENTIERI
Tracklist:
- Colours
- Bomlw
- Kudo Pleja
- Arab
- Gelusia
- Yunta
- Jamas (featuring Yendry)
- Mornin Mantra (featuring Giorgio Li Calzi)
- Mathila Ya Mulvi (featuring Victor Kwality)
- Umari Wyt
Band:
Matteo Guerra: batteria
Leo Leonardi: basso, voce, elettronica
Elia Pellegrino: elettronica, keyboards
Contatti:
http://pugilemusic.com
https://www.facebook.com/pugiletrio/
https://www.instagram.com/pugiletrio/
https://www.youtube.com/channel/UCdOHwyGGubz3Sdag-NFDzEg
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…