POPPY ACROYD – Resolve
La pianista di Brighton porta i suoi tasti bianco e neri anche in Italia. Il due febbraio infatti sarà disponibile “Solved”, opera strumentale a cura di Poppy Acroyd. “Resolve” è un disco di manifattura piccola ma pregiata: gli strumenti impiegati, oltre il piano di Poppy, sono pochi e ricoprono spesso un ruolo marginale, ma nonostante questo le possibilità espressive legate a questo genere musicale vengono esplorate quasi al massimo. Si para dinnanzi all’ascoltatore un ambient particolare che risalta in modo levigato, diventando così più di un mero sottofondo musicale. Gli arrangiamenti, tuttavia, si districano oscillando sempre tra le medesime dinamiche che non possono salire al giro proprio in virtù delle limitazioni concerni alla volontà di espressione di cui Resolve si fa carico. Purtroppo, a lungo andare, il disco non riesce più a rinnovarsi come vorrebbe, rivelando così una carenza evolutiva che appesantisce il passo in modo sempre più marcato, fino ad arrivare ad un appiattimento totale in cui i quarantacinque minuti circa di Resolve sembrano un po’ di più. Specialmente nelle battute finali si avverte un fievole egoismo pianistico, che mette in risalto la marginalità del resto della compagine strumentale.
Tuttavia, si ottiene un elaborato tutto fuorché ambiguo, denso di atmosfere intime e gonfie, ma per niente ermetiche. La sensazione elargita è multi-direzionale, introspettiva e pacifica. L’eleganza dei vari suoni è stata ottenuta da un’estrema voglia di sperimentare gli stessi. La stessa Poppy rivela di aver passato un quantitativo esorbitante nella ricerca della propria perfezione sonora, filtrando campione per campione ennesime volte. La compositrice si è addirittura servita di carta strofinata sulle corde del pianoforte, bicchieri di vino e particolari riverberi. Abituata a suonare da sola, pur avendo composto per cinema e teatro, Poppy Ackroyd s’è ritrovata a doversi confrontare con altri musicisti e per la prima volta, tra loro ci sono Manu Delango (Bjork, Anoushka Shankar), Mike Lesirge (Bonobo) per clarinetto e flauti, e Jo Qauil per il violoncello.
La tracklist di “Resolve” suggerisce delle tematiche comuni alla trattazione emotiva, i nomi esprimono un passaggio, oppure si limitano ad una trattazione apatica in dissonanza con ciò che viene esplicitato. Ogni canzone diventa una stazione in cui isolarsi per qualche breve istante . Lo stile di Poppy si rifà molto a quello del suo progetto più conosciuto, ovvero: la Hidden Orchestra. A differenza dei precedenti album di Poppy, dove l’artista ha creato un particolare sound distintivo tutto da sola, questa volta s’è servita di musicisti fidati e influenzati dal suo modo di fare unico e non convenzionale.
Resolve è un disco introspettivo e dilatato, interpretato con grande affetto e comprensione. E’ pronto ad avvolgerci con il suo fare ondeggiante e picchiettante, in modo caldo e pacato ma anche freddo e vulnerabile.
Gioele Ammirabile
Voto 7.4 /10