PLEASE DIANA – Esodo
Per chi non li conoscesse i Please Diana sono un gruppo originario di Assisi (PG) che si dedica ad un rock di matrice italica, in grado di dimostrarsi autentico ma anche interessante. I cinque, Gloria Bianconi, Marco Sensi, Filippo Bovini, Alessandro Nardecchia e Federico Croci negli anni hanno dato alle stampe L’INEVITABILE (2011), un album che per comodità di inquadramento stilistico e senza scontentare nessuno potremmo definire indie, a cui ha fatto seguito un’intensa attività on stage che ha consentito la conoscenza di un nuovo nome e meritevole di attenzione. Ragazzi che hanno dalla loro, canzoni caratterizzate da un disegno sonoro, che ingloba melodia ed asprezza dove un crescendo emotivo e testi realistici, si sviluppano a guisa di una voce personale di espressione.
ESODO è disponibile sia in formato fisico che digitale ed esce a distanza di quattro anni dalla precedente pubblicazione della quale ne è una naturale continuazione senza disdegnare un moderato tentativo di diversificazione da quanto già messo su nastro. Siamo perciò al cospetto di brani dal sound pungente che permette alle urticanti chitarre di intrecciare trame ruvide e sempre bellocce, senza cedere il passo a blandizie proprie del gusto medio dominante. Un’autenticità che per rimanere nello stivale comunque porta con sé l’urgenza dei Marlene Kuntz o anche il vigore che ha fatto accrescere i fans dei Subsonica, ma che superando i confini nazionali riflette familiarità con i canguri post-grunge dei Silverchair, facendo l’occhiolino anche a certe spigolosità metal facilmente diradate per via del cantato in lingua madre. L’espressività della voce di Gloria ben calza con la prevalente omogeneità del disco in cui a meritare un interessato ascolto sono la cadenzata ritmica di “Percorso” (che nel coro sembra fare il verso ai primi U2), il funky-rock di “Volto” (le chitarre ripropongono con arguzia il basso di Flea) e la forsennata “Eroi” ( i geni punk si sentono eccome) in strumenti e liriche che vomitano a loro modo rabbia da ogni poro. L’atmosfera si fa più pacata in “Porpora” dove le linee melodiche si fanno più piacevolmente radiofoniche, mentre la sofferenza interiore di “Sabbia” esplode con cautela e l’intensità di “Pandora” (che personalmente avrei gradito in apertura di disco) gareggia umilmente per far guadagnare al brano il titolo di traccia migliore del disco.
Seppur oggi non sia facile imporsi come la next big thing, il secondo lavoro del gruppo umbro nelle sue intenzioni, sa essere anche graffiante pur non mordendo ma a cui prestando orecchio, stimola comunque un sentimento che va oltre il superficiale e momentaneo appagamento. Aspettiamo il grande salto con il terzo capitolo; tre è sempre il numero perfetto, no?
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
- Percorso
- Pandora
- Sosia
- Volto
- Pietre
- Settembre
- Porpora
- Sabbia
- Fiume
- Eroi
- Felina
Etichetta; Phonarchia
Distribuzione: Audioglobe/The Orchard
Formato: Cd/Digital
Band:
Gloria Bianconi: Voce;
Marco Sensi;Chitarra, voce;
Filippo Bovini: chitarra
Alessandro Nardecchia: basso
Federico Croci: batteria
Collaboratori:
Blue Dean Carcione (Ukulele) Emanuele Verzieri, Maria Chiara Casagrande, Benedetta Alessandretti (Fiati) Lucrezia Nappini, Cecilia Rossi, Tommaso Bruschi, Livia de Paolis (Archi).
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…