Now Reading
PIERO FABRIZI and friends – PRIMULA 

PIERO FABRIZI and friends – PRIMULA 

POT-POURRI MUSICALE

Chitarrista, produttore di successo, PIERO FABRIZI decide, dopo un centinaio di dischi lavorati per altri (lungo e proficuo è stato il sodalizio artistico con Fiorella Mannoia, con quattordici album che hanno prodotto sedici dischi di platino e cinque Targhe Tenco), di coronare il sogno di realizzare “Primula”, primo disco a suo nome, in cui ha condensato tutte le sue passioni musicali, attraversando trasversalmente Sud America, Europa, Medio Oriente, Stati  Uniti, passando dal blues al progressive sino alle melodie brasiliane.

Primula è un lavoro durato quattro anni, tra studi di registrazione e aeroporti, fra Roma, Milano, Rio de Janeiro, San Paolo, New York.
Ha raccolto accanto a sé grandi musicisti, grandi amici: CHICO CÉSAR, TONY LEVIN, JAQUES MORELENBAUM, MORENO VELOSO, DAVID BINNEY, ELSA LILA, JOANNA ST. CLAIRE, MAURO PAGANI, ELIO RIVAGLI, DARIO DEIDDA, MAURIZIO GIAMMARCO, PAOLO COSTA, ROSARIO JERMANO.

Primula è disco vario, in cui Fabrizi paga volentieri tributi alle passioni di gioventù (una splendida “Kashmir” che fu dei Led Zeppelin) così come al genio di Frank Zappa, cui dedica la originale “Uncle Frank”. “Primula” contiene dodici brani, tutti scritti di proprio pugno ad eccezione di tre riletture di altri brani, tutti accomunati da una passione inguaribile per la musica suonata e un’altissima qualità nella sua realizzazione.

Tante facce, talenti, voci. In “Primula” vengono esaltate quelle di Elsa Lila, vera star in patria, l’Albania, la californiana Joanna St. Claire e l’olandese  di origini molucchesi Lily Latuheru. Voce tra le voci, quella di Chico César, che apre a Fabrizi le porte del suo repertorio invitandolo a cantare con lui in “Clandestino”, che rivive così dopo vent’anni e diventa un singolo – un primo singolo – da offrire in portoghese con innesti di italiano. Un abbraccio che vuole simboleggiare lo spirito di questo disco. La musica è amicizia, condivisione, memoria e futuro, nessuna barriera e generosità.

Infine, ma non meno importante, è l’impegno sociale che al pari della musica impegna Piero Fabrizi da anni. Il disco sostiene la Onlus “Il sorriso dei miei bimbi” ( www.ilsorrisodeimieibimbi.org) e pensa alla favela di Rocinha (una delle 700 presenti a Rio, ma questa è la più grande del mondo), ai suoi bambini nati senza nulla e al tanto di cui hanno bisogno.


LA MIRADA DEL CHE feat Jaques Morelenbaum, Moreno Veloso e Mauro Pagani
Il brano è stato ispirato dal famoso scatto del fotografo Alberto Korda, che immortalò la fierezza dello sguardo di Ernesto Che Guevara nell’immagine titolata “El Guerillero Heroico”, foto che fece il giro del pianeta rendendo la figura del rivoluzionario argentino un’icona immortale. “Dopo aver letto la bella biografia ‘Il Che’ di Pierre Kalfon”, dice Piero Fabrizi, “la melodia è scaturita naturalmente, per raccontare l’imboscata fatale subita dal Comandante a la Higuèra in Bolivia. Raccontare una storia senza scrivere un testo non è facile, ma è affascinante”.
Il pezzo è teso e passionale, un intreccio ritmico di corde e di pelli vibranti, di percussioni e sonagli, pandeiros e congas suonate dai brasiliani Moreno Veloso (figlio di Caetano) e Marcos Suzano (percussionista), ad intrecciarsi con le linee armoniche e melodiche della chitarra e del violoncello sublime di Jaques Morelenbaum. Fino al “solo” finale di violino suonato da Mauro Pagani, a suggellare la drammaticità del racconto. Un brano strumentale che tenta di raccontare una storia, un impresa ardua ma ben riuscita, il brano è facilmente assimilabile dall’ascoltatore, il chorus del brano è sostituito da una melodia che si ripete lungo tutti i sei minuti del brano, se si chiudono gli occhi e si pensa all’immagine dalla quale è ispirata la canzone,  le sensazioni sono tali da provocare la pelle d’oca, in particolare quando subentra il violoncello

CLANDESTINO feat Chico Cesàr e Moreno Veloso
E’ un vecchio brano di Chico César, tratto dal suo primo album, “Aos Vivos”, che fu realizzato chitarra e voce. Il testo è una graffiante filastrocca che illumina, inneggiando a loro, i “meninos da rua,” piccole creature reiette, giovani cani randagi allo sbando, la cui filosofia di strada affascina, addolora, e spaventa. Sottolineando però quel senso di libertà e fratellanza che lega e pervade queste giovani vite, adattate ormai a vivere, giorno per giorno, ai margini di una società contraddittoria. Il nuovo arrangiamento indica una rotta differente e caratterizza ritmicamente l’intero brano, senza snaturarne l’identità. Le chitarre e il clavinet dialogano con le voci e i fiati. Le percussioni di Veloso e Suzano spingono e colorano, intrecciandosi con la ritmica di Costa e Rivagli. La voce potente e africana di César – bellissima – imprime forza al brano e al testo, l’artista nordestino ha un impatto vocale a dir poco sorprendente, la voce italiana si dispone a un controcanto possibile, fino a fondersi nelle parti a due voci, nell’idioma che diventa unico, nel testo e nel suono. Un altro brano d’impatto, soprattutto per chi ha potuto visitare il Brasile, in alternativa consiglio la visione di film classici del cinema brasiliano “cidade de deus, tropa de elite, carandiru” e ripetere l’esperimento proposto nel brano precedente, pensando a tutti i bambini visti nel film, ed ai paesaggi di case, terra rossa, natura avvolgente ed il colore giallo predominante come il sole che avvolge il paese, non possiamo che conclude un’altra collaborazione ben riuscita.

PRIMULA feat Dario Deidda, Elio Rivagli e Moreno Veloso 
Racconta il produttore/chitarrista, autore di “Primula”: “Questa è una suggestione latina, un mio personale omaggio a certi musicisti che hanno fatto della melodia, della semplicità e del suono un tratto distintivo e riconoscibile. Uno su tutti: Carlos Santana”.
Il pezzo è stato suonato originariamente in trio, chitarra, basso e batteria, e il solo centrale di chitarra – a differenza degli altri del disco – non è stato risuonato, mantenendone pregi e difetti, in favore dell’istintività del momento. Le percussioni di Moreno Veloso e Marcos Suzano sostengono il suono scarno del brano incastrandosi con l’hammond di Giovanni Boscariol, fino al solo di basso di Dario Deidda.  Alla batteria l’impeccabile Elio Rivagli, motore ritmico assieme a Deidda. Un brano che avrebbe potuto figurare nelle session di Supernatural, dalle peculiarità psichedeliche, rende visibile a tutti gli ascoltatori l’eccellenza Latino Americana.

MIDNIGHT TRAIN feat Arthur Maia 
Chiedere a Fabrizi qualcosa sulle sue radici musicali equivale a sentirsi rispondere, di getto: “L’influenza della musica americana è parte integrante del mio complesso background musicale, il linguaggio scarno e morbido di certe armonie, espresse con lap steel e slide. Anche a questo si deve il clima californiano, nei suoni e nell’atmosfera, del brano. Ho voluto lasciare spazio al dettaglio e alle diverse timbriche delle chitarre, e spero di essere riuscito a scrivere un brano che desse l’idea di un ritorno a casa, di notte, su un treno lento, confortevole e affidabile”.  
Il brano è un sentito omaggio alla chitarra; ci sono echi lontani di un tipico sound fine anni 50/60, lucente e sinuoso, come certe Chevrolet dai colori pastello. Si percepisce anche la passione per Duane Allman e Ry Cooder, due punti di riferimento per il chitarrista romano. Un brano che riporta la memoria ai viaggi di Jack Kerouac e Neal Cassidy, durante il periodo della beat generation, in libri come i vagabondi del Dharma ed il classico on the road, con un bassista sudamericano d’eccezione Arthur Maia, ebbene la fantasia ci trasporta si in un treno notturno, ma di quei treni anni 50 dalle cabine con apertura laterale, quei treni da prendere al volo e svegliarsi la mattina in un altro città, un altro sogno e un’altra vita.

Pur non essendo un album puramente rock, sostengo valga la pena di essere ascoltato, in quanto aiuta ad aprire la propria visione del mondo ed ad apprezzare generi differenti, strumenti non convenzionali, ed artisti che non vengono proposti quotidianamente alla radio.

Non si può che rimanere illuminati dalla passione di questi brani e dall’estesa mole di idee ed ispirazioni, chiaro che non si tratti di un semplice disco, ma un vero proprio tributo , dove traspare la dichiarazione d’amore alla musica che con passione e professionalità prende vita nota dopo nota toccando tutte le influenze care all’artista, metabolizzandole e trasformandole in un nuovo prodotto.

Importante ricordare che:
PIERO FABRIZI e questo progetto discografico sostengono “Il sorriso dei miei bimbi” (www.ilsorrisodeimieibimbi.org), la Onlus fondata da Barbara Olivi che promuove da oltre 12 anni progetti di educazione infantile e formazione giovanile nel cuore della Rocinha, la più grande favela del Sudamerica. Ogni traccia di “PRIMULA” concederà qualcosa, di concreto, a questi meninos de rua, bambini di strada a cui regalare un sorriso.

RODRIGO DONOLATO

Tracklist: 
01. La Mirada del Che
02. Clandestino
03. Primula
04. Midnight train
05. Buzet me ishin thare
06. Rumbalkan
07. Qan Lujan per lulen
08. Uncle Frank
09. Headly grange
10. Kashmir
11. Jff
12. Now that you’re gone



DISCOGRAFIA:

http://www.pierofabrizi.com
https://www.facebook.com/PieroFabriziOfficial
https://www.youtube.com/user/comeilgiorno