PIER BERNARDI – Re-Birth
Per chi ama le cose semplici non è assolutamente facile approcciare all’universo musicale di Pier Bernardi. Il giovane musicista emiliano è si è formato come studente del Centro Professione Musica di Milano (in piedi dal 1984, una vera novità per l’Italia intera), conseguendo ben due diplomi che garantiranno una competente didattica strumentale tale, da potersi dedicare all’insegnamento in varie scuole del reggiano come il Modern Music Institute di Carpi e la School of Rock del conterraneo Nicola Denti. Anche se docente di chitarra il suo amore sarà il basso, lo strumento con cui si farà conoscere guidando i Malastrana fautori di un interessante e multiforme rock tricolore con cui pubblicherà l’E.p. ATTIMI, ma proponendosi anche nella veste di arrangiatore di brani di Nomadi e Stormy Six. Di tutt’altra pasta ed in grado di impreziosire ulteriormente il bagaglio di esperienze del bassista, sono le collaborazioni con i forlivesi Kiss Me Emily (chiare le influenze brit-pop) ed Il Pianto di Azzurra (una musica d’autore che graffia) che porterà all’uscita di IO NON DORMO MAI (2014) ed al successivo ESALTANOICA (2015) ai quali il pubblico non resterà affatto indifferente.
E’ difficile credere che (come dice il titolo di questo disco) per un giovane artista come Bernardi si possa già parlare di una (specie di) seconda vita, ma se pensiamo alla sua ricca esistenza musicale è quasi impensabile immaginare un percorso più personale a differenza di quanto fatto sino ad ora. Trovandoci di fronte ad un disco interamente strumentale, viene richiesta da parte di chi ascolta un’apertura mentale tutt’altro che superficiale. Considerata la non comune competenza dei musicisti coinvolti tra cui Ace degli Skunk Anansie alla chitarra, il batterista Michael Urbano (con Paul Westerberg ma anche con Zucchero e Ligabue) ed il poliedrico David Rhodes (senza dimenticare la collaborazione con Peter Gabriel, sono sue le soundtracks dei film La Gabbianella e il Gatto – 1998 – e L’uomo Perfetto – 2005 -), il risultato è ben più meritevole che di un frivolo interesse. Gli strumenti divengono il puntuale mezzo di espressione di passaggi musicali che da un baldanzoso rock che fa emergere una frizzante animosità funky, generano una extra territorialità di stili con una grande reverenza verso lounge e sperimentazione. Brani perfettamente calibrati che divengono un vero laboratorio di studio per degli strumentisti che rivestono meritatamente il ruolo di certosini ricercatori di suoni rigorosi e languide ambientazioni, prendendo la giusta distanza dalla tensione esecutiva di chi ha sempre anteposto una tecnica superlativa al di sopra dell’anima. Una naturale succedersi di trame discretamente intricate che permettono a suoni fittissimi di spaziare tra armonie inconsuete e paesaggi musicali, ove il tema portante viene ammantato preferibilmente di un’architettura sonora talvolta ridondante che potrà anche risultare ostica, ma sempre determinata e pregna di vibrazioni. In linea con quanto appena detto sono le evoluzioni ritmiche di “Stars and Stones” e lo sfiancante rincorrersi degli strumenti in “Blonde Noise” ma ancor di più la veste più energica che prende forma con la fine rudezza di “I’m Ready” o la sussultante diversità rock di “A Bus in your Hand”, ove le scorribande del capace Pier smontano l’erronea convinzione di chi ancora oggi continuasse ingiustamente a considerare il basso solamente uno strumento ritmico. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla pacatezza di “While You’re Sleeping” e dall’ancheggiante “Little Squares of Miracles” in cui Ace fa respirare quel mood tutto gilmouriano per via della cantabilità delle melodie, ma anche da “Grace” che dell’album ne è la vera sintesi oltreché come confidato dallo stesso autore sembra dotata di una magia tutta superiore.
La vera sorpresa di tutto è una fertilità di idee che in un genere non di punta come quello proposto, avrebbe trovato nella nutrita pletora di nuovi e volenterosi musicisti non poche difficoltà di espressione, quelle che Bernardi sembra aver professionalmente scansato per via di un carattere risoluto e determinato e che contribuisce a far sua la partita con un esordio discografico a suo nome dall’incontestabile valore.
CLAUDIO CARPENTIERI
Voto 9/10
Tracklist:
1. A Bus, Your Hand
2. Stars and Stones
3. World Syncope
4. I’m Ready Now
5. While You Are Sleeping
6. Grace
7. Blonde Noise
8. Little Square of Miracles
9. Dresses Upon Us
10. My Eyes Are Yours
Etichetta: XY Label/Arvmusic
Edizioni: IRMA/Music Market
Pubblicazione: 24 febbraio 2017
All songs are written by Pier Bernardi
Recorded and mixed by Stefano Riccò at Dudemusic, Correggio, Italy
Produced by Giovanni Amighetti, Arv Music
Sound engineer: Stefano Riccò
Studio assistant: Roberto Andreoli
Management: Arv Music
Web Master: Mariagrazia Ferro
Photographer: Matteo Mora
Graphic: Alessandro Fontana
Logo: Andrea Spano, Laura Guerinoni
Musicians:
Bass: Pier Bernardi
Drums: Michael Urbano
Guitar: Martin Kent “Ace”
Analog Synths: Giovanni Amighetti
Guest Star in “Grace”:
Guitar: Roger Ludvigsen
Guitar: David Rhodes
Drums and percussions: Paolo Vinaccia
https://www.facebook.com/pierbernardiofficial
https://mobile.twitter.com/pier_bernardi
https://www.youtube.com/user/PierBernardiBass
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…