PALETTI – Super
E’ sempre con piacere che vengono accolte le novità, quelle che possono essere così considerate in senso stretto. Pietro Paletti (da Manerbio in provincia di Brescia) non è di certo un novizio nel mondo delle sette note, essendo cresciuto artisticamente ed avendo vissuto il passaggio tra il secondo ed il terzo millennio, in quella checché se ne dica, resta ancor oggi una delle città ove il fermento musicale si sviluppa naturalmente: Londra. Di ritorno dalla Gran Bretagna e dopo aver trascorso del tempo a Roma e Milano, Palettientra a far parte dei The Record’s (che avevano già alle spalle una beneaugurante accoppiata di dischi come il beatlesiano – autoprodotto – ONE WAY DRIVER – 2004 -, e MONEY ON FIRE per la Foolica Records del 2008 dalla matrice garage rock) con i quali pubblica DE FAUNA ET FLORA (Foolica Records – 2010), sorprendente tassello evolutivo che fa comunque tesoro di quanto appreso fino a quel momento. Il primo passo solista avviene con l’Ep DOMINUS, con cui a dispetto di quanto fatto in precedenza e lasciandosi alle spalle la lingua inglese ed optando ovviamente per tutti i brani in italiano, preferendo tra gli altri come basilari punti di riferimento, i nostrani Lucio Battisti e Max Gazzè su tutti. In ERGO SUM del 2013 il cantautore della Bassa Bresciana mette se stesso maggiormente a nudo (e perciò non solo nella copertina), lasciando prendere il sopravvento ad un pop ben concepito ed imbevuto di una varietà ritmica capace di soddisfare una platea molto ampia, compito in cui riuscirà ancor meglio il successivo QUI E ORA (2015 – Sugar).
L’approccio a SUPER è differente da quanto avvenuto in precedenza, prediligendo perciò una combinazione tra sintetizzatori armonie pop a cui si associa una scrittura d’autore rifinita, cordiale e diretta che facilmente può far immedesimare senza forzature l’ascoltatore. Linee melodiche ed un sound che pur richiamando senza mezzi termini la new wave che prendeva piede a fine anni ’70, non rinuncia a trasmettere una ventata di modernità evitando di cadere nelle fauci di un modernismo sterile. Parole e musiche che camminano di pari passo, ove le tastiere e vengono a svolgere un ruolo basilare, tanto nella tenuta del passo nei brani più ritmici quanto suggellando melodie vocali lontane dalla prevedibilità. Ad anticipare l’album è “La Notte è Giovane”, vellutata nell’incedere ed in bilico tra la malinconia e la consapevolezza che lasciano trasparire anche un barlume di riflessione in grado di fuoriuscire in “Lui, Lei, L’Altro”, ove la promiscuità viene ad essere considerata parte dell’esistenza ordinaria. L’immediatezza pop di “Più Su”, sembra essere un convincente invito ad abbandonare la finzione ed a non nascondersi dietro ad un dito, mentre l’asciuttezza sonora di “Pazzo” (una versione introspettiva del Vasco nazionale), regala quasi quattro minuti di quella che – nel senso più stretto del termine, – una volta veniva definita musica leggera. Le sentite emozioni che emergono da “Eneide” (dedicata al figlio Enea), vengono però equilibrate anche da brani come “Jimbo” (tentativo sperimentale non propriamente riuscito) o la fredda “Chat Ti Amo” (il web come sensale dei tempi) senza per altro sminuire la piacevolezza di “Accidenti a Te”, “Capelli Blu” e “A Che Serve l’Amore” venute fuori in cinque minuti come dichiarato dall’autore.
Queste undici tracce (prodotte dal ricercatissimo Matteo Cantaluppi già al lavoro con Joe Victor) che non hanno la presunzione di rivoluzionare il microcosmo musicale italico, riescono comunque senza nulla a pretendere, nell’intento di allietare un ascolto di poco più di mezz’ora, permettendo comunque all’artista bresciano di far emergere con garbo quei bagliori qualitativi e che lo hanno portato a collaborare con registi di richiamo come Ridley Scott e Paolo Sorrentino, ma anche a far ricordare di essere l’autore di quel gioiello di singolo “Ma Che Ci Faccio Qui” finito nel 2016 nel disco LE MIGLIORI (multi-platino in men che non si dica ) interpretato da un’accoppiata da sempre vessillo intramontabile della musica italiana: Mina e Celentano.
Claudio Carpentieri
Voto: 7/10
Tracklist:
- A che serve l’amore
- La notte è giovane
- Lui, lei, l’altro
- Più su
- Pazzo
- Nonostante tutto
- Eneide
- Capelli blu
- Jimbo
- Chat ti amo
- Accidenti a te
Label: Woodworm
Release date: 26 gennaio 2018
Crediti:
Registrato da Matteo Sandri, Ivan A. Rossi
e Matteo Cantaluppi al Mono Studio di MIlano
Registrazioni addizionali effettuate da
Simone Piccinelli a La Buca Recording Club
di Montichiari (BS).
Mixato da Matteo Cantaluppi al Mirabello Studio di Milano.
Masterizzato da Daniele Salodini al Woodpecker Mastering Studio di Brescia.
Testi e musica di Pietro Paletti in collaborazione con Mario Cianchi.
Assistente di Studio: Matteo Milea
Produzione artistica di Matteo Cantaluppi e Pietro Paletti
Artwork e copertina: Mauro Mazzara
Coordinamento grafico: Iacopo Gradassi.
CODICE CATALOGO: WW061
LABEL & MGMT: WOODWORM | www.woodworm-music.com
EDIZIONI: SUGAR MUSIC PUBLISHING | www.sugarmusic.com
PRESS: BIG TIME | www.bigtimeweb.it
BOOKING: LOCUSTA | www.locusta.net
Ufficio Stampa e Promozione – BIG TIME – Tel. 065012073
Distribuzione: Audioblobe e, per il digitale, Artist First
Musicisti:
Pietro Paletti: voci, chitarre, bassi, synth
Matteo Cantaluppi: batterie, percussioni, tastiere, chitarre, programmazioni
Simone Gelmini: batterie in Pazzo e Più Su, percussioni.
Contatti:
https://www.facebook.com/ilPaletti/
https://twitter.com/ilpaletti
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…