OVERLOGIC – From where?
Mi viene fatto recapitare (si dice sempre così…) questo lavoretto che desta la mia curiosità sin dall’immagine di copertina, in cui primeggia un occhio stilizzato che veglia al di sopra di una instabile ragnatela a rappresentare una superficie imprevedibilmente fluttuante. Una riproduzione grafica che fa anche da attendibile e chiarificatrice guida all’ascolto delle tracce che ci troviamo di fronte. Gli Overlogic sono l’incarnazione musicale dietro al quale vi sono l’estroversa creatività di Francesco Cavasinni dedito al synth e alla voce e quella del batterista Emanuele Orsini: il primo proveniente dall’esperienza elettrorock degli Union Drama ed il secondo a segnare dietro le pelli l’indie-rock degli Earthset. Una combinazione non proprio facile da immaginare ma che in grado di procreare una fusione di suoni che non può non rimandare alle sperimentazioni degli islandesi Sigur Ros o quell’ultimo tassello di avanguardia che fu “Rave Tapes” degli scozzesi Mogway.
E’ sicuramente la musica (… visto il contenuto approccio testuale…) di questi due artisti ad interessare prima ed a coinvolgere poi, dando vita ad atmosfere sonore conturbanti in cui spontaneità ed artificio convivono senza mai prevalere l’una sull’altro. Ottimi manipolatori con i synth, riescono con sapienza a convogliare tanta elettronica in meandri oscuri in cui è facile rinvenire delicate ambientazioni visive e melodie che scherzano col pop. Un impeto ritmico determinato di chiara matrice germanica (…non pensate solo ai Kraftwerk), in cui la tecnologia da vita a suoni trasparenti in grado di avvolgere senza opprimere attraverso una varietà di pezzi di inevitabile impatto. Suoni basilari in grado di deformarsi ma con una capacità di mostrarsi sinuosi ed abili a percorrere una rotta indefinita, rendendo invisibile il confine tra quanto elaborato con un personal computer e quanto demandato attraverso strumenti suonati. Ne valgano come esempi le visioni space di “Hello Pluton” o l’esplosione dance di “Energy” (il video merita di esser guardato!), pur se per riassumere l’intero trip basterebbe l’ascolto della trasognante “Memories, Remains” o dell’imprevista (aurea purificatrice di) “Early Morning Horizon“, poste rispettivamente in apertura ed in chiusura.
Un’esplorazione di sonorità elaborate che mi fa apprezzare con cautela il dischetto in questione, ma che mi positivamente mette in guardia sui possibili e lungimiranti traguardi di un prossimo full-lenght.
CLAUDIO CARPENTIERI
TRACKLIST:
1_Memories, remains
2_The Beginning
3_Energy
4_Entertainment inc.
5_Hello Pluton
6_Early Morning Horizon
Credits:
Pubblicazione: 21 giugno 2016
Claudio Adamo: mastering e produzione artistica
Enrico Puglielli: artwork
Pietro “Piezaroth” Colantonio: grafica
Band:
Francesco Cavasinni: synth, voce
Emanuele Orsini: batteria
www.facebook.com/Overlogic.band
overlogic.bandcamp.com/releases
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…