OBLOMOV – Sound of the soul
Forse ai più il nome Oblomov non dirà nulla, ma chi ritiene di avere una tale apertura mentale alle molteplici forme di espressioni culturali che possono essere correlate anche solo marginalmente alla musica, da questo ascolto, non potrà che trarne un gradito ed inconsueto piacere a cui le orecchie non potranno che soggiacere.
Quel che colpisce di “Sound of the Soul” è una omogeneità musicale che trova le proprie basi in sonorità liquide ma anche tipicamente ambient in cui ritmiche di contorno né valorizzano sicuramente un garbato risultato d’insieme. Frammenti di elettronica ed armonie vocali quasi sibilate, in grado di rispecchiare la traduzione in musica dell’estetica pittorica dell’artista Adriano Fida a cui il gruppo di Pietroburgo è fortemente legato. Un lavoro nel suo insieme godibile e coinvolgente capace di trascinare l’ascoltatore anche avvezzo ad una certa world music, in un limbo di imperscrutabilità della coscienza dove a regnare sono timore e liberazione e nella cui trasposizione in note gli Oblomov vestono i panni di interpreti pressoché impeccabili.
CLAUDIO CARPENTIERI
Voto 8/10
Tracklist:
01 – Echo
02 – No One Can Ever Possess
03 – Bacco
04 – Wait
05 – Remains Of Me
06 – Sirena In Burlesque
07 – Adora Et Labora
08 – Sound Of The Soul
09 – Hypnos
10 – Sono Una Creatura
Membri:
Ilja Iljc Oblomov
Zachar Trofimov
OblomovTV
facebook.com/oblomov.it
www.oblomov.it
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…