NU GUINEA – NUOVA NAPOLI
“Nuova Napoli”, che prende il nome da un fantomatico festival all’interno del film Il caffè mi rende nervoso (ve ne consiglio la visione anche solamente per l’esilarante scena dell’intervista di Lello Arena a James Senese), è un disco che riscopre e immette nuova linfa nella scena napoletana che regnava fra gli anni ‘70/’80. Il cosiddetto neapolitan power.
Dai Napoli Centrale a Pino Daniele, passando per le carriere soliste di maestri del ritmo come Tony Esposito e Tullio De Piscopo c’è stato uno tsunami di creatività. Nuovi linguaggi, grande interesse alla sperimentazione e all’incontro con differenti culture musicali reinterpretate attraverso melodie mediterranee .
In questo album dunque regnano le atmosfere di quegli anni, ma allo stesso tempo si ha un approccio innovativo attraverso l’ampio uso di sintetizzatori e dell’elettronica in generale che si fondono perfettamente agli strumenti “tradizionali”. Infatti questo lavoro è il primo del duo che viene realizzato insieme ad una band vera e propria. Band composta da musicisti dell’attuale scena napoletana (ad esempio Andrea De Fazio alla batteria che abbiamo visto nei Fitness Forever ed in sede di live anche con i Coma Berenices) che, oltre a dare un’ulteriore sfumatura di significato al titolo del disco, arricchisce notevolmente la tavolozza sonora che i Nu Guinea adoperano per il loro personalissimo affresco partenopeo.
Groove a manetta e sonorità accattivanti ci avvolgono fin dai primi secondi, trascinandoci in un impetuoso vortice caratterizzato da disco-funk, jazz-funk e chi più ne ha più ne metta. Ci si annega dentro che è un piacere.
Je vulesse, con la voce di Fabiana Martone che fa capolino con la stessa pacatezza con la quale Jack Nicholson apriva le porte in Shining, oltre ad essere una miccia da dancefloor rappresenta un tributo ad un’altra eccellenza napoletana: Eduardo De Filippo
Ddoje Facce, che fa subito venire in mente Pino Daniele, è dotata di un groove ipnotico e un sax più suadente che mai. Prendiamo dunque prontamente coscienza l’impossibilità di ascoltare l’opera seduti su una sedia.
Soprattutto in questo caso visto che la traccia successiva si chiama Disco Sole, e porta con sé reminiscenze del Tony Esposito di Pagaia. Quel periodo di mezzo, successivo a dischi caratterizzati da un alto tasso di verticalità e sperimentazione come Rosso Napoletano e Gente Distratta, ma precedente alla svolta più commerciale sull’onda del successo di Kalimba de Luna. Un sound estremamente ritmato e capace di ammiccare alla world music nella maniera più genuina.
Mix di culture che ovviamente emerge prepotente anche in “Nuova Napoli” tra tribalismi di sorta e pezzi come Parev’ Ajere, cover di Mr. Business dei francesi Edition Spéciale, che in napoletano (come tutto il resto del disco) assume più che mai i connotati di un brano tradizionale africano.
Nelle istruzioni per l’uso di Nuova Napoli c’è scritto: “ Si consiglia di ascoltare Nuova Napoli mentre si passeggia nei vicoli del centro storico, tra panni stesi e fruttivendoli ambulanti su camioncini a tre ruote “ (ogni riferimento a Tony Tammaro è puramente casuale)
Ed è proprio come se tutta questa passeggiata musicale fosse un modo per raccontarci la loro visione di Napoli. Perchè in fondo la musica è un racconto, e un bravo musicista non deve essere solo bravo ad eseguire ma anche ad esprimere qualcosa.“La musica che fai deve dire chi sei”, tanto per citare James Senese.
Cosi fanno Massimo e Lucio, usando i miti del passato come pietre angolari ma allo stesso tempo creando il loro personalissimo linguaggio. Ci regalano da un lato una testimonianza storica di quella che è stata una vera e propria “golden age”, con opulenza artistica e di creatività difficilmente ripetibile, ma dall’altro imprimendo il loro marchio sembrano voler gettare le basi per un ponte verso il futuro. Sappiamo per certo che questo non sarà un punto d’arrivo per i Nu Guinea, e che probabilmente la prossima tappa del loro percorso artistico potrà essere molto distante dai piedi del Vesuvio, ma non vediamo l’ora di continuare a viaggiare grazie alla loro musica.
di Francesco Vaccaro
Tracklist:
- Nuova Napoli
- Je Vulesse
- Ddoje Facce
- Disco Sole
- Stann Fore
- ‘A Voce ‘E Napule
- Parev’ Ajere
Line-up:
Massimo Di Lena – Drum Programming
Lucio Aquilina – Tastiere e sintetizzatori
Andrea De Fazio – Batteria
Adam Pawel – Percussioni
Roberto Badoglio – Basso elettrico
Fabiana Martone – Voce
Pietro Santangelo – Sax tenore
Marcello Giannini- Chitarra
Link utili:
https://nuguinea.bandcamp.com/
https://www.facebook.com/NuGuinea/
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.