NO DADA – FOSSILI DEL FUTURO
“Fossili del futuro”, pubblicato da Soundinside Records e con la produzione artistica di Michele De Finis (Fanali, Epo, unòrsominòre) e Caterina Bianco (Fanali, PMS, ‘e Zezi, Sula Ventrebianco), è il disco d’esordio dei No Dada, collettivo artistico napoletano formato dai musicisti Lorenzo Campese e Marco Maiolino e dalla disegnatrice, illustratrice e visual artist Federica De Simone.
Un concept album che esplora le conseguenze di un evento catastrofico sulla vita delle persone. Atmosfere oniriche, elementi industrial, citazioni letterarie e cinematografiche, pop-culture, visual a AI art, cut-up, orchestrazioni, archi, elettronica, fantascienza… “Fossili del futuro” è una narrazione onirica e non lineare per suoni e immagini, che si propone di creare un’esperienza immersiva per il fruitore, accompagnandolo nelle varie fasi del viaggio.
Ogni brano del disco racconta la storia di un personaggio diverso, mostrando l’impatto che la catastrofe ha avuto sul modo di vivere e sulla percezione del mondo di ciascuno di essi. Qualcuno si è rassegnato, qualcuno vuole scappare altrove, altri vorrebbero nascondersi o diventare invisibili, altri ancora sovvertire il contesto attraverso la propria o l’altrui distruzione, non più per la ricerca di un ideale ma per sfinimento, pronti a perdonarsi anche i pensieri e le azioni più terribili. Ovunque, in ogni caso, aleggia la paura di non essere ricordati, di restare al margine, di essere già fossili del futuro.
IL MURO
Brano di apertura dell’album, “Il Muro” racconta i sogni di fuga di un prigioniero. La cella buia ma piena di crepe, la sua voce che rimbalza all’indietro, un guardiano armato ma distratto: ostacoli faticosi da superare, ma non così insormontabili.
Tuttavia il mondo esterno che l’immaginazione gli suggerisce, tra esplosioni nucleari e vecchie stazioni abbandonate, non sembra essere molto più rassicurante. Così, il suo sogno di vivere finalmente quel film che nessuno ci ha fatto vedere sarà probabilmente destinato a rimanere privo di un finale possibile.
Il brano è caratterizzato dal contrasto tra il beat acido e incalzante – quasi da rave party anni ’90 – di basso e drum machines e l’atmosfera onirica di arpe e violini.
LA CITTA’ SOSTITUITA
Come reagirebbe una persona ad un evento catastrofico che ha terrorizzato e sconvolto tutti? Se trovasse improvvisamente la propria città trasformata in un deserto di lamiere e palazzi disabitati? Il protagonista si impone delle regole, tutte dettate dalla paura, e si chiede se sia giusto seguirle, finché non incontra un’altra persona che si trova nella sua stessa situazione.
“La città sostituita” è una ballad dal sapore nostalgico, astrale, rarefatto, in cui la melodia cantabile del ritornello emerge da un muro sospeso di suoni lontani e da un loop cadenzato di batteria.
LE API
Le api robot sono le protagoniste del terzo brano dell’album, liberamente ispirato a un episodio della serie anglo-americana “Black Mirror” e incentrato sulle possibili controversie legate a nuove eventuali scoperte tecnologiche.
La privacy, il libero arbitrio, l’ossessione di essere spiati e le ambiguità che porta con sé la libertà di espressione sono i temi principali della canzone, mid-tempo ballabile dai toni suadenti e misteriosi, caratterizzata dal dialogo ritmico tra chitarre acide, arpeggiatori e sax dissonanti.
GUARIRE (Storia di un attentato)
Scenari clubbing disturbanti fanno da sfondo a “Guarire”, la storia di una persona profondamente delusa che decide di dare un senso alla propria esistenza attraverso un atto eclatante, ovvero facendosi esplodere in una stazione della metropolitana.
L’attentato ha una doppia valenza, come spesso accade: il terrorista è convinto di star salvando, oltre se stesso, anche gli altri (sto tornando a salvare il mondo e a rimettere le cose a posto), rei di star gettando via inconsapevolmente anche la loro esistenza. Anche a loro sarà dunque concesso il regalo di una liberazione – e di una “salvezza” – attraverso la morte. Ma qual è stato il percorso umano che ha inesorabilmente portato l’attentatore prima a immaginare e poi a realizzare il suo gesto?
CRONACHE DEL DOPOBOMBA
Ballata struggente e aliena, ancora attorno al tema della paura. Una coppia si trova a vivere gli effetti di una guerra nucleare, con le ovvie, conseguenti difficoltà nel reagire al trauma. La ricorrenza di un compleanno diventa così una condanna da scontare, i tre giri di chiave alla porta di casa un gesto di protezione ormai automatico, così come gli occhi chiusi e le mani in alto in segno di resa ma senza più il rumore di reali esplosioni. Sarà possibile, un giorno, dimenticare tutto e tornare alla normalità? Riuscire di nuovo a truccarsi e ballare, e finanche a sentire un dolore?
Il titolo è tratto dall’omonimo romanzo di Philip K. Dick.
NASCONDINO
Da sempre i bambini giocano a essere ciò che vedono, o che non vedono. Mostri, fantasmi, creature invisibili, personaggi reali o di fantasia.
In questo caso c’è un gruppo di bambini che gioca a nascondino contro un mostro rabbioso e affamato che li viene a cercare. È furbo, è sleale, sarebbe capace di ricorrere a qualsiasi mezzo pur di trovarli e vincere.
Sarà per incoscienza o perché non sono ancora vittime del tempo e delle paure – o più facilmente perché il gioco è sempre immaginato – ma a differenza degli altri personaggi dell’album, i bambini riescono a salvarsi, affidandosi allo stratagemma del silenzio.
Il sapore onirico del brano prende forma e si sviluppa tra beat e arpeggiatori minimali e un vecchio pianoforte a muro.
L’ULTIMO GIORNO (Morte di un A.I.)
Canzone non lineare sulla fine, raccontata dal punto di vista di un’intelligenza artificiale.
Scritto con la tecnica del cut-up, “L’ultimo giorno” passa in rassegna una serie disordinata di ricordi, riflessioni, desideri, recriminazioni simili a un bilancio o a un testamento.
Così come un essere umano fa i conti con quello che ha irrimediabilmente vissuto o non vissuto in prima persona, un’A.I. danneggiata e ormai prossima alla fine si trova a rivivere i ricordi di altre persone accumulati nella sua memoria, come se fossero nel frattempo diventati suoi. I flashback del passato si mischiano tra loro con le ultime scariche di uno schermo rotto, prima di scomparire assieme all’intero archivio, come la copia di un addio.
La melodia ariosa e orchestrale di voci e archi, innestata su un beat elettronico dal sapore alternative (Bjork, Nine Inch Nails), conferisce al brano suggestioni apocalittiche di catarsi e liberazione.
FOSSILI DEL FUTURO
In uno scenario urbano decisamente apocalittico, può capitare di uscire in piena notte senza sapere dove andare, stordirsi per evitare pensieri angoscianti, rinchiudersi a ballare in un rave clandestino all’interno di una vecchia stazione ferroviaria cercando conforto nel posto più squallido e degradato possibile.
Tra vetri rotti per terra, vomito, una giungla umana tale da far tremare il capannone, emerge il bisogno disperato di qualcuno che possa in qualche modo venirci a cercare, tirandoci fuori da lì. Per non lasciare solo tracce brutte, ma soprattutto per non essere dimenticati: per non sentirci, insomma, già fossili del futuro.
COCCODRILLO
Melliflua canzone su un amore finito, o meglio non più corrisposto, durante un conflitto bellico. Accompagnato da soffici tappeti di arpeggiatori e chitarre lontane, il canto del protagonista alterna istericamente sentimenti di invidia e altri di scherno nei confronti del rivale, con cui la sua amata ha deciso di andare a vivere.
Ma la contraddizione del personaggio è continua: vuole realmente cambiare la situazione? Ne ha davvero la forza, o questo è solo un modo per sfogare la sua rabbia? Il coprifuoco è un motivo reale per non dar vita ad azioni diverse, o è solo una scusa per continuare, da lontano, a far sentire la sua presenza e il suo lamento?
In gergo giornalistico e televisivo, per coccodrillo si intende un necrologio di persone illustri, preparato quando sono ancora in vita e tenuto pronto nel cassetto: in questo caso, è la morte annunciata di un amore. Con annesse lacrime, ovviamente, di rimorso.
PROMEMORIA
“Promemoria”, larga ballata industrial che chiude il disco, potrebbe essere la continuazione ideale di “Guarire”, o forse il suo prequel: una lettera disillusa, una lista di post-it e memorandum in cui il personaggio ricorda a sé stesso i motivi che lo porteranno a liberarsi dai suoi mostri e da quelli che, ai suoi occhi, tengono imprigionato il mondo.
Al termine dell’ascolto di questi 10 brani ipnotici, ha preso vita nella mia mente un’intervista virtuale a Samuel, Boosta e Max dei Subsonica in cui i tre musicisti appaiono entusiasti nell’apprezzare e consigliare i No Dada, un’altra bella sorpresa del panorama musicale italiano che continua ad offrire ottime proposte.
MARCO PRITONI
Tracklist:
01. Il muro
02. La città sostituita
03. Le api
04. Guarire
05. Cronache del dopobomba
06. Nascondino
07. L’ultimo gorno
08. Fossili
09. Coccodrillo
10. Promemoria
Credits:
Label e Publishing: Soundinside Records
Musiche di Lorenzo Campese, Marco Maiolino, Michele De Finis, Caterina Bianco
Testi di Lorenzo Campese
Visual di Federica De Simone
LORENZO CAMPESE voce, synth, tastiere, drum programming (brani 7/10)
MARCO MAIOLINO basso, synthbass, drum programming (brani 4/10)
MICHELE DE FINIS chitarre, basso (brani 1 e 3), guitalele, drum programming, noise fx
CATERINA BIANCO violino, viola, synth, tastiere, omnichord, backing vocals
MATTIA SANTANGELO timpano (brano 6)
BRUNO TOMASELLO sax (brano 3)
CAROLINA FRANCO, FEDERICA DE SIMONE, CATERINA BIANCO, CHIARA LA MARCA cori (brano 3)
Produzione artistica e direzione musicale di Michele De Finis e Caterina Bianco
Voci registrate da Salvio Vassallo presso lo studio Little Green House, Napoli
Mix e mastering: Antonio “Dafe” Annunziata presso lo studio Multiversi Lab, Sarno (SA)
Artwork: Federica De Simone
Logo, grafiche e foto: Alessia Della Ragione
VOTO
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.