MS & ELVINA PINTO – The well
L’inconsueto ed unico (per quanto ne sappia io) asse Mostar-Berlino-Foligno ci porta dritti a MS & Elvina Pinto. I due artisti incontratisi a Mostar (Bosnia), costituiscono e nutrono con convinzione in quel di Berlino, l’amore per una musica semplice e senza tanti fronzoli a cui intendono dedicarsi. Una genuinità folk che facendo tesoro di un’eredità ancestrale, si alimenta e si sviluppa nel segno di una musica di autore in cui trovano dimora istinti british quanto inclinazioni roots music. Suoni autentici che cavalcando itinerari musicali del passato, prendono forma attraverso la stessa vena che avevano i musicanti che agli angoli delle strade narravano di instabili stadi d’animo e storie di altri tempi.
Sin dal primo ascolto di THE WELL, si ha l’impressione e tutt’altro che a tratti di essere trasportati temporalmente nella Londra che nella seconda metà degli anni ’50 si erse a capitale della rinascita, dopo una valida opera di recupero e conseguente rivalutazione verso il considerevole patrimonio della musica tradizionale inglese e tutto ciò che incorporava. La dolcezza dell”autoharp pizzicata da Elvina, il sobrio accompagnamento di chitarra di Matteo Santarelli (MS ne è chiaramente l’acronimo), ma ancor di più il tenue accompagnamento vocale di entrambi, danno vita ad un viavai di canzoni permeate da una inesauribile atmosfera agreste ove l’ispirazione si alterna talvolta a dei momenti di stanca. Le riuscite esplorazioni oscure di “Six years ago” e della title-track, testimoniano a dovere la capacità di combinare malinconia e dolcezza del miglior Johnny Cash, mentre in “Non ho più voglia” emerge una conclamata afflizione interiore addolcita dal gradevole flauto in sottofondo. Alla personale reinterpretazione del popolare russo “Ochi chiornye” segue una intensa versione di “The Bluebird” (dai poemi di Emily Dickinson) che va dritta al cuore, compensata dall’incedere (un pò troppo?) rilassato di “Trasloco” a cui una maggior flessuosità ritmica avrebbe forse reso maggior giustizia.
Di certo gli affamati di folk nudo e crudo avranno di che saziarsi, ma considerata la bontà dei (seppur) pochi brani, melodie più aperte e meno penombre strumentali avrebbero potuto avvicinare un’audience meno ortodossa. A buon intenditor…
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
- Six years ago
- Ochi Chiornye
- Non ho più voglia
- The bluebird
- The Well
- Trasloco
Credits:
Label: Black Vagina Records
Pubblicazione: 2015
Band:
ELVINA PINTO- voce, Autoarpa;
MS- voce, chitarra classica, chitarra elettronica, chitarra lap steel, piccoli flauti.
Collaboratori:
DAN KINZELMAN- flauti, clarinet, piccoli flauti;
JOE REHMER- contrabasso;
FEDERICO GILLI- fisarmonica;
GIACOMO GIGLI- cori.
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…