MIDA MAZE – Happy death

I Mida Maze si formano nel 2015 dall’incontro tra Floriana Chiaramonte (voce e chitarra) e Umberto Duca (basso e synth). I due cominciano una proficua collaborazione che li porta prima allo sviluppo e all’arrangiamento di idee e brani di Floriana e successivamente a scriverne di nuovi mettendo insieme e fondendo le loro diverse esperienze e sensibilità. Nello stesso anno comincia l’attività live e nel mese di giugno partecipano ad una live-session in diretta su Radio Rock, famosa emittente capitolina. Nel 2018 registrano diversi brani e sempre nello stesso anno esce il loro primo videoclip “Happy Death” seguito a breve da “Fell Down On My Knees”. I Mida Maze si esibiscono dal vivo come power trio composto da voce-chitarra, basso-synth e la batteria di Misa Asci. La band autoproduce musica e video, ora esce con questo nuovo album, Happy death.

Si parte con un bel pezzo dai toni new-wave come Scary Bed per arrivare a uno dei punti forti della tracklist, in A Strange Romance risulta forte l’evocazione delle sonorità di Lady Gaga, toni addolciti e sognanti nella ballad Fell Down on My Knees, dove la voce della bella Floriana si dimostra capace di passare dai toni aggressivi a quelli fascinosi senza problemi, creando atmosfera new romantic di grande effetto. A22 e Astronaut si presentano come brani di piacevole ascolto, sospesi in una sorta di trip-hop alleggerito, è invece la titletrack Happy death a colpire forte inframmezzando il cantato con riff di chitarra e stacchi decisi, passando da momenti di calma a improvvise accelerazioni, una caratterizzazione che lo mette fra i migliori momenti del disco. Ventata pop che si dipana tra Face-Off e Pop divise da un bel pezzo di alternative acido al punto giusto come Not too much, traccia molto personalizzata e dove la voce di Floriana incanta per la serie di diverse tonalità che riesce a sciorinare.

Citando il concept che identifica l’album, “la morte che rende sereni, la morte intesa metaforicamente come momento di superamento delle identità che di volta in volta ospitiamo dentro, nel corso delle nostre le esperienze e che a volte ci legano al passato impedendoci di vivere a pieno il presente”, si comprende come ci sia un discorso profondo e valido alla base. Ma questo non conterebbe se il disco non fosse curato e prodotto in maniera precisa, anche se risaltano i limiti tecnici di un’autoproduzione, questo non va a scapito della realizzazione che vede strumentisti che si esibiscono in maniera appropriata senza strafare e ogni mattone va al sul posto, l’affascinante e brava cantante caratterizza i momenti del disco e il risultato è decisamente convincente.

MAURIZIO DONINI