MESHUGGAH – Immutable
C’era molta attesa per il ritorno discografico degli svedesi Meshuggah, che arriva a distanza di sei anni dal precedente e la band continua a crescere e sperimentare. “Immutable” ha atmosfere più ricercate, suoni perfetti e un impatto notevole e quanto detto si sente in ognuno dei tredici brani del CD. C’e quindi una continua voglia di sorprendere e di dare qualche colore in più al proprio sound. “Broken Cog” è l’inizio dell’album, riff di chitarra durissimi e un wall of sound impenetrabile della sezione ritmica, ma ci sono anche momenti più melodici dettati da chitarre che vogliono sperimentare e una voce a volte narrante e nel finale growls e “The Absymal Eye” è brano ancora più estremo, ma le chitarre creano sempre melodie che ben si incastrano con quella violenza sonora che i Meshuggah creano ad ogni loro album e ancora “Light The Shortening Fuse”, che al contrario cede poco ad aperture melodiche, è un brano diretto, sfrontato e ai confini del claustrofobico.
Dopo questa triade arriva “Phantoms”, altro brano che non lascia scampo, imprigiona nel vorticoso sound dei Meshuggah, un terremoto sonoro devastante. Ma è giusto andare avanti e citare tutti i brani e “Ligature Marks” è un brano più cadenzato ma dal sound cupo perché il basso distorto rafforza i riff di chitarra e “God He Sees In Mirrors”, è molto più tecnico e articolato e la voce di Jens Kidman diventa sempre più estrema e da incubo e anche i lavoro delle chitarre è più ricercato e difficile. Con “They Move Below”, si toccano quasi i 10 minuti di durata, brano che fa più respirare, con arpeggi di chitarra, citazioni progressive, arie psichedeliche, un po’ Voivod a volte, primo brano strumentale dell’album (ce ne sono precisamente 3) e che sottolinea la voglia di sperimentare e di sorprendere della band svedese.
Torna la voce di Kidman in “Kaleidoscope”, sempre più urlante che torna a riposarsi nel secondo strumentale, “Black Cathedral”, breve, poco più di due minuti di sola chitarra distorta al massimo e “I Am The Thirst”, song dalle atmosfere magnetiche e di una certa drammaticità. Si va verso il finale con “The Faultless”, altro brano dal forte impatto, con “Armies Of The Perposterous”, spettacolarmente violento e feroce e il terzo e ultimo strumentale, “Past Tense”, che chiude anche l’album con meno tensione, tracce prog, arpeggi di chitarra e passione. “Immutable” è un album diretto e ricercato nello stesso momento. In parte sperimentale, ma violento, duro e spesso impenetrabile, ma lo sappiamo, ai Meshuggah piace creare e suonare così.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
- Broken Cog
- The Abysmal Eye
- Light The Shortening Fuse
- Phantoms
- Ligature Marks
- God He Sees In Mirrors
- They Move Below
- Kaleidoscope
- Black Cathedral
- I Am That Thirst
- The Faultless
- Armies Of The Preposterous
- Past Tense
Label: Atomic Fire Records
Genere: Heavy Metal/Thrash Metal
Anno: 2022
VOTO
Band:
Jens Kidman: Voce
Mårten Hagström: Chitarra
Dick Lövgren: Basso
Fredrik Thordendal: Chitarra
Tomas Haake: Batteria
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!