MARINA REI – Per essere felici

Avevamo lasciato Marina Rei con lo strepitoso album Pareidolia, con il 2016 cominciato all’insegna del live, con un tour che la porta a suonare in tutta in Italia e in Europa (Parigi, Londra, Bruxelles). Dopo questo fortunato tour, l’anno seguente presenta “Unplugged Tour 2017”, dove si alterna tra chitarra, batteria e pianoforte accompagnata da Mattia Boschi al violoncello. I nuovi live sono l’occasione per dare nuova vita ai successi di un’intera carriera in un progetto unico nel suo genere. È sempre nel 2017 che ritorna a suonare sul palco del Primo Maggio a Roma. Nel 2018 e nel 2019 è in tour con il progetto “Canzoni contro la disattenzione” insieme a Paolo Benvegnù. Il 26 giugno 2020 esce il nuovo album di inediti, intitolato “Per essere felici” e anticipato dalla title track e da una nostra intervista, seguito dal brano “Comunque tu” e dal singolo “Dimenticarci”.

Si inizia subito con un brano sognante e struggente infarcito di cori in background come Ci penso a te, ma i suoni si rafforzano subito con il piano a introdurre Bellissimo, il drummin si staglia solido dietro le meraviglie vocali di Marina che narra del rapporto con i figli, mentre gli archi diventano segnanti unendosi anche il violoncello alla trama orchestrale. Epica la title-track Per essere felici, l’esibizione magistrale della Rei diventa autrice di un testo potente e scevro di fronzoli martellato dal basso di Maroccolo che ne delinea nettamente confini lisergici. E ancora i rapporti padre-figlia al centro di Comunque tu, altro testo d’autore con una trama immaginifica e il rhodes che scatena sul finale. La gradevolissima Dimenticarci è l’introduzione a una splendida Averti è come avere paura, una canzone capolavoro con improvvisi cambi di ritmo, accelerazioni subitanee e fermate improvvise, l’interpretazione di Marina supera ogni limite, cavalcando onde siderali, tonalità basse che si lanciano in un coro a voce singola che diventa un treno in corsa e racconta la tragicità dell’amore. Il tema musicale prosegue su questo andante con la successiva L’occasione per conoscerci meglio, ancora questa profonda sensazione di potenza espressa al meglio che si apre in suoni dilatati e torridi. Una malinconica canzone d’amore come Devo dirtelo è la degna chiusura, lasciarsi cullare sulle note del mellotron per uscire da questo viaggio sensoriale in compagnia di Marina Rei.

Ennesimo disco di altissimo pregio per questa artista eccezionale, una lunga carriera contrassegnata da splendidi album, una continua scalata di qualità che con questo disco sale un ulteriore gradino, se possibile.

MAURIZIO DONINI 

Tracklist:

01_Ci penso a te
02_Bellissimo
03_Per essere felici
04_Comunque tu
05_Dimenticarci
06_Averti è come avere paura
07_L’occasione per conoscerci meglio
08_Devo dirtelo

Credits:
Etichetta: Perenne
Pubblicazione: 26 giugno 2020
Edizioni: Ala Bianca – Perenne – Giungla Dischi – Nosense
Distribuzione: Believe
Management: Andrea Rapino per Giungla Dischi

Band:
Voci, pianoforti, chitarre acustiche e archi registrati in casa da Marina Rei.
Batterie su: “Bellissimo”, “Per essere felici”, “Comunque tu” e “Averti è come avere paura” registrati da Daniele Sinigallia presso ‘Gli Artigiani Studio.’
Batterie su: “Dimenticarci” e “L’occasione per conoscerci meglio” registrati da Giuseppe Vadala’ presso ‘Nuccia Studio’.
Batteria su: “Devo dirtelo” registrata da Marina Rei nella sua saletta presso ‘Nuccia Studio’.
Basso su: “Per essere felici” registrato da Gianni Maroccolo presso ‘La Bicocca’
Basso su: “Comunque tu”, “Averti è come avere paura” e “Devo dirtelo” registrati da Daniele Sinigallia presso ‘Gli Artigiani Studio’
Basso su: “Bellissimo” e “Ci penso a te” registrato da Daniele Sinigallia presso ‘Gli Artigiani Studio’
Chitarre elettriche e basso su: “Dimenticarci” e “L’occasione per conoscerci meglio” registrati da Giovanni Istroni presso ‘Strastudio’
Chitarre elettriche su: “Per essere felici”, “Bellissimo”, “Comunque tu” e “Averti è come avere paura” registrati da Daniele Sinigallia presso gli Artigiani Studio
Archi arrangiati da MATTEO SCANNICCHIO. 

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