MARILLION – An Hour Before It’s Dark

Il nuovo album dei Marillion è una vera sorpresa perché si ritorna ai fasti di “Brave” (1994) e “Marbles” (2004), i due capolavori dell’era Hogarth. Le ultime produzioni della band, seppur di notevole spessore artistico, non mi avevano molto entusiasmato, ma “An Hour Before It’s Dark” racchiude momenti dove si sente una band nuovamente ispirata e motivata. Steve Rothery torna a far sentire la sua chitarra, la suona con feeling e passione, come sa fare e in parte si può tornare a parlare di rock progressivo anche se in senso lato, perchè oramai il sound della band è cambiato da molti anni. Il primo brano è una mini suite di nove minuti e mezzo divisa in tre movimenti, “Be Hard On Yourself” e i Marillion tornano a incantare ed in parte tornano al progressive rock, c’è più dinamicità, le tastiere di Mark Kelly tornano a creare atmosfere avvolgenti e la chitarra di Steve Rothery torna ad essere più presente e Steve Hogarth oltre a cantare interpreta con fare attoriale i testi e “Reprogram The Gene” è un’alta mini suite, ancora più mini, poco più di sette minuti e divisa sempre in tre movimenti, anche qui c’è più dinamicità rispetto alle ultime produzioni dei Marillion e la chitarra di Rothery torna ad emozionare.

C’è poi un breve collante strumentale di una manciata di secondi, “Only A Kiss”, che con misteriose armonie a atmosfere cede subito il passo a “Murder Machines”, stavolta una canzone, di durata normale e che avvolge e travolge per la sua apparente semplicità e anche per qualche tentazione elettronica. Anche “The Crow And The Nightingale” è un brano di durata normale, una passionale e sofferta ballad romantica e malinconica e uno splendido guitar solo di Rothery. L’ultima mezz’ora del CD è caratterizzata da altre due suite, una più breve, “Sierra Leone” divisa stavolta in cinque movimenti, quasi undici minuti di melodie vellutate ed eseguite quasi sottovoce. Ci sono poi gli abbondanti quindici minuti di “Care”, stavolta una suite di media durata divisa in quattro movimenti, splendida, da tempo non si sentivano i Marillion così ispirati e Steve Rothery con il suo stile, il suo tocco e il suo feeling fa chiudere gli occhi e viaggiare lontano. Questi sono i Marillion che adoro, inutile paragonarli ai capolavori dell’era Fish, quei tempi non torneranno più e diciamo che è giusto così, Steve Hogarth ha il suoi stile, una sua personalità, un suo modo in vedere, costruire ed interpretare la musica dei Marillion ed è oramai 33 anni che ne è il frontman, che piaccia o no, questa è la realtà, ma “An Hour Before It’s Dark” si pone nella discografia della band vicino senza sfigurare affatto, a meravigliosi album come “Brave” e “Marbles”.

FABIO LOFFREDO

Tracklist:

  1. Be Hard On Yourself
    The Tear In The Big Picture
    II. Lust For Luxury
    III. You Can Learn
  2. Reprogram The Gene
    Invincible
    II. Trouble-Free Life
    III.A Cure For Us?
  3. Only A Kiss
  4. Murder Machines
  5. The Crow And The Nightingale
  6. Sierra Leone
    Chance In A Million
    II. The White Sand
    III. The Diamond
    IV. The Blue Warm Air
    V. More Than A Treasure
  7. Care
    Maintenance Drugs
    II. An Hour Before It’s Dark
    III. Every Call
    IV. Angels On Earth

Label: Ear Music
Genere: Rock/Progressive Rock
Anno: 2022

0
/10
VOTO

Band:
Steve Hogarth: Voce, cori, tastiere e percussioni
Steve Rothery: Chitarra
Mark Kelly: Tastiere
Pete Trewavas: Basso e cori
Ian Mosley: Batteria

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