LUCYNINE – Amor Venenat
La quantità di sfumature musicali presenti in “Amor Venenat”, primo LP di Lucynine, progetto solista di Sergio Bertani, polistrumentista, cantante, produttore, fotografo piemontese, è veramente elevata. E una quantità elevata di cose, in un qualsiasi ambito, non sempre è sinonimo di qualità, non si può dire la stessa cosa però per quanto riguarda questa uscita, avvenuta nel pieno dell’estate di un anno strano, il 2020, un anno in cui nessuno si aspettava di dover rimanere chiuso in casa per mesi a causa della pandemia da Coronavirus. La qualità c’è, eccome, Sergio da vita ad un lavoro che non può essere inserito all’interno di alcun genere musicale e, se ci si limitasse all’ascolto della prima traccia “Family”, si potrebbe pensare di trovarsi davanti ad un album di black metal di ottima fattura, con uno screaming che sembra uscito dai migliori lavori dei Naglfar introdotto dalla teatralità di Grazia Migneco, storica attrice e doppiatrice italiana. Ma già dalla seconda traccia “Nine Eleven” arrivano suoni elettronici che molto devono ai Nine Inch Nails, accompagnati dalla voce pulita di Sergio e, nel ritornello, complici alcuni riff assassini, vengono sfiorati territori vicini agli Alice in Chains e il death metal, con cambi di ritmo continui che ne fanno uno dei migliori episodi delle uscite per così dire alternative degli ultimi anni. “Vetyver 717” si insinua a metà tra teatro e doom metal, e in essa troviamo anche la voce dell’attrice Gianna Coletti, mentre “Charlie’s Got Blue Eyes” omaggia il punk rock a dimostrazione di come il nostro sia un divoratore seriale di musica di tutti i tipi. “Things I’ll Never Know” è una sorpresa, la voce effettata si alterna allo screaming durante 5 minuti ipnotizzanti e si arriva ad “Apostasia”, dove elettronica, voce sussurrata e decadenza la fanno da padrona andando ad omaggiare anche il post punk teatrale dei Virgin Prunes. Si arriva a “White Roses”, l’ultimo singolo pubblicato proprio il giorno dell’uscita dell’album, Sergio qui dimostra tutto il suo amore per il teatro recitando ottimamente le liriche di un brano sempre più in crescendo. Dario Penne è un altro illustre ospite di questo lavoro e presta la sua voce al brano che prende il nome da uno degli attori maggiormente doppiati da lui, “Anthony Hopkins”. Non manca lo spazio anche per il prog metal di “Roma Blue” e, passando per la disperata “Tutto Il Male Del Mondo”, arriviamo ad una cover di un brano dei Type O Negative, una rivisitazione eseguita ottimamente di “Everyone I Love Is Dead”, dove Sergio esprime nuovamente la sua enorme versatilità canora. “Heartectomy” ritrova il black metal dell’inizio e si conclude con la rabbia del grido “Io non credo più nell’uomo”. “200335310818”, dove l’ospite narrante è la ballerina e attrice Claudia Lawrence, è la degna conclusione di un album vario, innovativo e intenso, un disco che fa trasparire tutta la tristezza, la delusione e la rabbia di un ragazzo che ha trovato nella musica un’amica fidata, un’amica che può essere l’unica terapia efficace nel superare momenti difficili. “Amor Venenat” è anche un LP che ci offre un artista originale che sa comporre ottimi brani, sa suonare e sa cantare in tutti i modi, e l’etichetta finlandese Inverse Records fortunatamente se n’è accorta. Speriamo che questo sia il primo di una lunga serie di prodotti di Lucynine.
MARCO PRITONI
Tracklist:
- Family
- Nine Eleven
- Vetyver 717
- Charlie’s Got Blue Eyes
- Things I’ll Never Know
- Apostasia
- White Roses
- Anthony Hopkins
- Roma Blue
- Tutto Il Male Del Mondo
- Everyone I Love Is Dead
- Heartectomy
- 200335310818
Credits:
Etichetta: Inverse Records
VOTO
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.