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Laura Misch – Sample In The Sky

Laura Misch – Sample In The Sky

Il concetto di artista multidisciplinare sembra calzare alla perfezione alla figura di Laura Misch, cha approda al suo LP di debutto con ‘Sample in the Sky’. Esperta in studi di scienze biomediche e poi nella creazione di suoni ipnagogici che combinano maestria musicale con agili composizioni, ha riscosso una notevole attenzione da parte della stampa specializzata ponendo alla luce competenze ad ampio raggio come sassofonista, produttrice e direttrice creativa. A differenza dei suoi precedenti lavori, sempre in forma di EP, ‘Playground’ del 2017 e ‘Lonely City’ del 2019, per il suo primo album completo l’artista londinese ha deciso di espandere il suo flusso di lavoro, abbracciando una spontanea interazione alla sua comunità creativa adiacente a Sud della City ed invitare una gamma più ampia di trame artistiche. Il risultato finale ha implicazioni contrastanti.

Laura Misch crea un prezioso scrigno fatto di brani pieni di bellezza naturalistica, poiché il flusso e riflusso interconnesso di melodie, ritmi elettronici e suggestioni ambient si intrecciano per offrire una mistura di momenti affascinanti. Già l’opener “Hide to Seek” mette in chiaro il mood generale, con melodie meditative del sassofono che si muovono con grazia gentile, come una fresca brezza al tramonto. Il sintetizzatore arpeggiato di William Arcane – una delle novità decisive nel nuovo sound di Laura – si pone in evidenza in brani come “Portals”, dando l’impressione dell’ascesa e della caduta omeostatica che autoregola gli ecosistemi naturali. La calda voce carezzevole di Misch si mostra al meglio in brani come “Light Years” o “Widening Circles”, esprimendo tutta l’intensità emotiva connessa ad una incantata osservazione del cielo e delle meraviglie organiche.

Le registrazioni di ‘Sample in the Sky’ sono paragonabili al concetto di xilema, il fascio conduttore delle piante vascolari. È un mondo vivo e parzialmente punteggiato dai frutti di un’intera rete sotterranea, ma le cui attitudini restano in parte nascoste. È un disco pieno di atmosfera e di fascino, ma ci sono momenti embrionali che sembrano rimanere fugaci e sfocati, lasciando alcune idee promettenti non completamente esplorate. Ma il potenziale ed il talento restano indiscutibili e questo è un album da godere rilassandosi e scoprendo i vari strati di lettura.

Ivan Faccin

In uscita il 13 Ottobre per One Little Independent Records – Bertus

Genere: Jazz, elettronica sperimentale.


Tracklist:

  1. Hide to Seek
  2. Light Years
  3. Portals
  4. Outer Edges
  5. Listen to the Sky
  6. Widening Edges
  7. City Lungs
  8. Sax Rise
  9. Wild Swim
  10. Birdseye

 

Credits:

Marysia Osu: arpa

Tomas Kaspar: chitarra

Andrea Adriano: sound-engineer

William Arcane: sintetizzatore

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VOTO

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