La Municipàl – Le nostre guerre perdute
Come ogni buon musicofilo, quando sento il bisogno di ascoltare qualcosa di nuovo nel nostro panorama musicale, è mia abitudine (sarà una questione di sicurezza…!?), dare un’occhiata a quei nomi che anche nel recente passato avevano solleticato la mia curiosità. Romeus è il nome d’arte con cui Carmine Tundo (che insieme alla sorella Isabella dà vita ai La Municipal) si presenta al grande pubblico, approdando nel 2010 all’ambito palco di Sanremo, ove si presenta con un brano moderno e piacevolmente ritmato dal titolo Come l’Autunno La pubblicazione dell’omonimo album d’ esordio raccoglie consensi, mentre il singolo Caviglie Stanche presentato alla XXII^ edizione di Musicultura, si aggiudica il Premio della Critica.
La voglia di sperimentare in Carmine è tanto accentuata da dare il via (inizialmente da solo) anche al progetto La Municipal, di cui oggi vede la pubblicazione il primo album. Una visione del mondo molto ampia e critica, che attraverso una musicalità ed un senso della melodia tipicamente mediterraneo sfocia in quasi un’ora di ascolto di facile assimilazione. Sentimenti di disillusione ed esplorazioni di stati d’animo in cui ancorano gioie e dolori, sono al centro dei testi fluidi e spontanei, divenendo una possibile forma di espressione per chi vede la propria esistenza come una continua crescita. I luoghi comun come la lontananza da casa (L’Universitaria Fuori Sede), l’ultimo treno (Il Mercante di Occhi) o l’amore perduto (Se Potessi ti Salverei dalla Fine del Mondo), sono di tutti e vengono esaltati da una narrazione ed un progredire di ritmi e melodie che possono allietare estimatori dei Le Vibrazioni, dei conterranei Negramaro e perché no anche dei senesi Baustelle. Di certo riusciranno nel compito di scuotervi: Discografica Milano, o George (Il mio Ex Pen Friend) e 30 febbraio, ma ancor di più a garantire un allietante ascolto canzoni come Via Coramari (dedicata alla bellissima Ferrara), Caviglie Stanche (in versione acustica) e la nostalgica Valentina Nappi. Le due facce bendate in copertina rispecchiano la difficoltà di comunicazione e di comprensione in un periodo in cui tutto sembra facilmente risolvibile con un click.
LNGP (completato anche con il lavoro di Roberto Mangialardo alla chitarra, Matteo Bassi – oopps – al basso e Gianmarco Serra alla batteria) è un lavoro sincero e dai contenuti trasparenti, ma che per essere apprezzato avrà bisogno di essere ascoltato qualche volta.
CLAUDIO CARPENTIERI
Voto 7/10
TRACKLIST:
1) Lettera dalla provincia leccese
2) Discografica Milano
3) George (il mio ex penfriend)
4) L’universitaria fuori sede
5) 30 febbraio
6) Le ferie di metà settembre
7) Valentina Nappi
8) L’accademia delle belle arti
9) Via Coramari
10) Il mercante di occhi
11) Se potessi ti salverei dalla fine del mondo
12) Caviglie stanche *unplugged version
(La Rivolta Records / distr. Self/MadeinEtaly)
Membri:
Carmine Tundo
Isabella Tundo
https://www.facebook.com/lamunicipalband
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…