Now Reading
KIESZA – Crave

KIESZA – Crave

kiesza crave

Il confine tra revival e trasfigurazione si fa labile in “Crave”, il nuovo e secondo album di Kiesza. Ma perché labile? E soprattutto perché revival o trasfigurazione? La cantante canadese ci porta alle orecchie un disco che è palesemente maturato sotto l’ottica di prodotto e questo non deve essere necessariamente sempre di cattivo auspicio. Tuttavia gli scivoloni non mancano e l’estetica, che ne viene fuori da queste nove tracce (+ quattro relative versioni strumentali), ne esce profondamente sacrificata e genuflessa. Si rende necessario a questo punto analizzare quelli che possono essere i punti a favore e quelli contrari all’esaltazione di “Crave”.

Pro:
1) Partiamo dalla timbrica. Ottimo esempio di produzione contemporanea. I suoni sono limpidi, ben calibrati e (in questo caso è cosa buona e giusta) tutti posti sullo stesso piano in una laccatura che può avere, ed ha, un suo senso logico. Potremmo addirittura parlare di una finta “reliccatura” come per le vecchie fender rivendute a prezzi esorbitanti perché antiquatamente valorizzate.
2) Il fascino retrò. Il primo pensiero a cui si associa “Crave” non appena partito nel riproduttore musicale può benissimo essere quell’episodio di “How I met your mother” in cui si scopre che Robin (una delle protagoniste) ha avuto un passato da cantante pop negli anni ’80. (Tra l’altro nella serie, anche questo personaggio è canadese, coincidenze?). Il connubio derivante dalla ricerca di quest’atmosfera ed il suddetto impasto timbrico si rivela una carta efficace, e chi si è occupato della produzione l’ha saggiamente giocata.

Contro:
1) I testi. Se la parte tecnico-musicale si è rivelata una discreta operazione di centramento e calibrazione in fatto di marketing, i testi sono rimasti indietro di praticamente quarant’anni. La superficialità dei temi trattati e le modalità tutt’altro che contemporanee con cui sono stati affrontati lasciano davvero l’amaro in bocca ad ogni ascoltatore nato dopo il 1985. Parliamo di brani come “Love never dies” o “Love me with your lies” ed ancora “When boys cry”.
2) Le dinamiche. L’approccio di Kiesza per quanto riguarda questo frangente, non è dei migliori. “Crave” infatti tende a dare una sensazione di assopimento dell’invettiva già dopo la quarta traccia. Un’altalena che deve essere necessariamente spinta con vigore per far arrivare un po’ di brezza. De gustibus) Le linee vocali. Qui ci troviamo in una posizione intermedia, o neutra per così dire. Le linee vocali che la cantate canadese ci regala sono forti, intense e molto melismatiche. Si potrebbe dire che alla nostra Kiesza piace osare e lo fa parecchio, talvolta sfiorando l’eccesso e perdendo di eleganza. Ma appunto, in questo caso si può terminare qui il discorso con un già conclamato: de gustibus.

In conclusione non serve rivolgersi a Baudelaire per ricordare che un’opera fatta non per forza di cose compiuta o viceversa. Ascoltare “Crave” può rivelarsi un’esperienza piacevole, ma decisamente fine a se stessa.

GIOELE AMMIRABILE

Tracklist:

Run renegade
All of the feelings
Crave
Can’t be saved
Love me with your love
When boys cry
Sky ain’t the limit
Love never dies
Dance with your best friend (ft. Lick Drop, Cocanina e Shan Vincent De Paul)
Sweet Love (bonus track)
You’re the best (bonus track)

Credits:
Data di uscita: 14 agosto 2020
Casa discografica: Zebra Spirit Tribe

0
/10
VOTO
kiesza

Band:
Kiesza

WEBSITE
FACEBOOK
TWITTER
INSTAGRAM

https://instagram.com/halestormrocks