JOYCUT – The blu wave
Per dirla con l’antropologo Michel Pastoureau — BLU è il colore che tra il XII e il XIV secolo dissolse il millenario sistema cromatico fino ad allora organizzato attorno a bianco, rosso e nero | Lo stesso colore che nell’Età dei Lumi e ancor più durante il Romanticismo si trasformò in simbolo del sentimento e della malinconia, della libertà, dell’ideale e del sogno. Suggestioni che ben illustrano la cifra di questo quarto lavoro. Ulteriore tappa di un percorso artistico legato ad una letteratura sterminata di riferimenti identificativi da custodire e superare: “Blue Sunshine” dei Glove, “Blue Monday” dei New Order, il “Periodo Blu” di Pablo Picasso, “Kind of Blue” di Miles Davis, i “Nudi Blu” di Matisse, “Way to Blue” di Nick Drake, il romanzo “I Fiori Blu” di Raymond Queneau tradotto da Italo Calvino. «Più il blu è profondo e più richiama l’idea di infinito», sosteneva Kandinskij. “Il Blu è idea di quiete che quando precipita nel nero acquisisce una nota di tristezza struggente: descrive appieno l’urgenza di questo tempo, del nostro suono che cerca sempre la luce nel buio e che per trovarla si addestra nei precipizi, nelle rovine, nell’inferno dello spavento supremo”. Il 5 giugno 2022 TheBluWave – TimesWhenSilenceIsAPoem – TheIceHasMelted – AndBleedingGlaciersFormOurTears, quarto lavoro della band, vedrà finalmente la luce. Dopo 9 anni di assiduo divenire | una nuova onda | sveste la spiaggia | come neve sul disastro.
Ecologico e affascinante, green e blu, ma anche blue, un velo di tristezza di tristezza ammorbidisce i toni guardando la deriva del mondo verso l’autodistruzione. La sensibilità musicale e l’appartenenza sostenibile dei Joycut riappaiono in questo disco sospeso tra clubbing e world music, dove ritmo e passione, capacità strumentale e dono intimistico, si fondono in brani potenti come The first song per poi sciogliersi in Darwin o dilatarsi nei cori di Ungaretti. Panorami plastici e onirici si svolgono sinuosi nelle trame sonore di Novembre 13 e Blu Tokyo, dove l’elettronica si stempera dolcemente in un magma magnetico. Un disco che si pone come punto di riferimento per chi vuole uscire dagli schemi e affrontare un tipo di musica che potremmo definire dell’anima, gustando i toni rockeggianti del drumming di Komorebi associati temporalità diafana delle note che l’avvolgono. La tracklist, suddivisa in quattro parti, scende con la malinconica e dolcissima Lisantrope, primo atto di presentazione del lavoro datata 2020, alla marea ritmica montante di Siberia, ma senza mai perdere compattezza e continuità. Così ci si avvia a una gloriosa fine, dove la sontuosità di Antropocene lascia il compito far cadere il sipario a una abrasiva Plato. L’attesa è stata lunga, ma i Joycut sono tornati alla grande.
MAURIZIO DONINI
Tracklist:
The first song
Darwin
Ungaretti
Saun
Novembre 13
Blu Tokyo
The plastic whale
Komorebi
Francis & Violet
Lisantrope
Siberia (before the flood)
Antropocene
Plato (Shirakaba The smile of the sun)
Credits:
Etichetta: Pillow Case / A Buzz Supreme
Pubblicazione: 5 giugno 2022
VOTO
Band:
Pasquale Pezzillo, voce, tastiere, elettronica, chitarra
Gael Califano, percussioni tribali, tastiere
Christian Montanarella, batteria
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.