Ivano Icardi – Unconventional

Ivano Icardi talentuoso musicista, compositore e produttore per le principali emittenti televisive italiane, si racconta attraverso la voce della sua chitarra, nel suo ultimo album di jazz strumentale, “Unconventional” fuori il 12 Ottobre.

Una raccolta di passaggi smooth “non convenzionali” e dalla grande complessità armonica, che celebrano l’eccezionale virtuosismo dell’ autore multi-platino, capace di contaminazioni che abbracciano differenti generi musicali.

Esperienze di vita radunate in un unico spazio immaginifico, come in un album fotografico, dove i frammenti di ricordi si tingono delle tonalità ambrate di un fascino evocativo, talora animato da interessanti contrasti: “Ambermoon” e “Ambersun” che si differenziano per una vivacità rinnovata, anche grazie al prezioso contributo di una sezione ritmica d’eccellenza, capace di offrire un etereo accompagnamento atto a descrivere una vitalità cangiante: Elio Rivagli (batteria) già colonna sonora portante della musica italiana, noto per le numerose collaborazioni che spaziano da Baglioni, De Andrè e Mannoia a Fresu, Boltro e Danilo Rea e Riccardo Fioravanti (contrabbasso) tra i massimi esponenti della scena jazz nazionale, con in curriculum nomi del calibro di Ray Charles, Stevie Wonder, Ennio Morricone, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso.

Luna e sole lumeggiano uno stesso cielo, fornendo un differente tipo di percezione dello stesso, più onirica la prima ed energica la seconda, passando da uno stato di torpore ad una grande operosità.

L’attenzione e la curiosità verso l’ambiente circostante da parte di Ivano è evidente e sembra catturare con estrema minuzia di particolari i mutamenti dello stesso, restituendo quel leggero senso di trepidazione e aspettativa, dettato dalla placida ciclicità con cui avvengono i grandi eventi naturali: dalle lente migrazioni animali, a quelle antropologiche 2.0 con la velocità disumanizzante a cui siamo abituati a supplire in quella parte terrestre che amiamo definire “civilizzata”.

Fanno anche pensare, tuttavia, ad un parallelismo “ambient” in tutte le accezioni del termine, ben evidente in “Canberra Sky”, quasi ci trovassimo di fronte ad un tramonto che sfuma in voluttuose e sensuali note che ci accompagnano alle “Nights” popolate da bei sogni, con un repentino quanto fugace movimento di fianchi a smuoverle. Anche se la traccia più spensierata è senza dubbio “Strummer” con veloci plettrate in cui il piccolo strumento impiegato per pizzicare le corde diviene il pennello in mano al pittore che dipinge un quadro impressionista, sicuramente di difficile interpretazione se osservato troppo da vicino, ma perfettamente inserito in un complesso ed intricato insieme di piccole pennellate che nella totalità creano un’opera meravigliosa e fruibilissima da un vasto pubblico.

Susanna Zandonà