I sentimenti confusi e le domande nel nuovo singolo di Torchio
“Quante volte si provano sentimenti confusi e negativi rispetto alla realtà, o al comportamento dei nostri simili? Quante volte al giorno proviamo ribrezzo? E quante volte sarebbe il caso di fermarsi, in nome di una benedetta timidezza?
Domande che girano in testa e nella nuova canzone di Massimo Torchio, che pubblica Provo ribrezzo (la timidezza), nuovo singolo che lo avvicina al prossimo album in arrivo. Il singolo esce per l’etichetta Ohimeme, registrato allo studio Flat Scenario di Luca Grossi.
Tra le contraddizioni della nostra vita, la nuova canzone di Torchio fa in modo di muoversi anche un po’ danzando, sicuramente con un bello spirito sostenuto, in nome di un pop d’autore in grado di riflettere in modo intenso.
“La timidezza è un dono che gira dentro, può non temere il palco o un silenzio, il pubblico o mille telecamere. La timidezza dolcemente si arrende in quei momenti semplici, quando gli impavidi che tutto capiscono sanno soltanto disturbare e giù a confonderla con la presunzione ma la timidezza non suppone… sa subire”.
Da “Provo ribrezzo (la timidezza)”.
“Io e il mio amico Massimiliano Bocchio – racconta Torchio – coautore di questa e altre canzoni, ci conosciamo da anni e pur essendoci sfiorati milioni di volte, andando per concerti e per musiche, i nostri piccoli mondi non si erano mai realmente incontrati. Io con il rock e i cantautori che lui scherzosamente definisce “tristi”, lui con percezioni ben più ampie ma che mi diverto a ribadire “un po’ troppo gioiose”. Forse era proprio la reciproca timidezza a frenarci, quella giovanile e mai nascosta o non so bene cosa, ma sta di fatto che lavorando insieme abbiamo scoperto che stavamo proprio parlando di questo: del bisogno di incontrarsi, di aprirsi e non temere le proprie fragilità”.
“Provo ribrezzo” è tutta lì, che poi quanto è bello ascoltare il tutto che ci circonda senza preclusioni e poi farne ognuno quello che gli pare. Forse bisogna crescere per accettarsi e accettare gli altri. C’è troppo odio e incapacità di ascolto in giro ed è stancante. E poi l’odio, diciamocelo, piace agli imbecilli un po’ come la ricerca spasmodica della felicità.
“Dimmi quante volte ti sei sentita persa come ghiaccio che che scioglie facilmente lungo i fiordi. Bianco che vaga dolce, che vaga dolce e non ritorna”.