“I piedi nella sabbia” il nuovo album di Daniele Maggioli
“I piedi nella sabbia” è il titolo del nuovo album di Daniele Maggioli, cantautore classe ‘77.
Maggioli è nato e cresciuto a Rimini, scrive testi per lavoro e fa anche parte del Duo Bucolico, gruppo dallo stile demenziale (autodefinito “cantautorato illogico”).
Oltre ai lavori con Antonio Ramberti con lo pseudonimo più conosciuto del Duo Bucolico (si parla di nove album negli ultimi 15 anni), Maggioli ha anche fatto uscire diversi progetti da solista: “I piedi nella sabbia” rappresenta il settimo album di un musicista e paroliere più attivo che mai nelle ultime due decadi.
L’album, composto da sette tracce e lungo poco meno di mezz’ora scorre rapido durante l’ascolto quando la raffinatezza della sua totalità lascia spazio ad una vena malinconia. È una malinconia dura, quella de I Piedi nella Sabbia, che ci trascina in una dimensione onirica dove passato e presente si confondono mentre ogni nota sembra dichiarazione di amore.
Perché Maggioli scrive a se stesso ma lo fa guardando al di fuori consapevole che la sua gioia e la sua sofferenza appartiene anche a qualcun altro. La prima traccia è proprio la canzone che dà il titolo all’album. «Con i piedi nella sabbia ho imparato a camminare» può rappresentare la frase simbolo di tutto il progetto: tutta la canzone ha una forte vena nostalgica e celebrativa allo stesso tempo, e l’ascoltatore non fa difficoltà a immaginarsi in una spiaggia riminese al tramonto con il profumo di piadina in lontananza.
Per parlare di questo album non si può non citare la città dell’autore: Rimini è il centro, il sole dell’album. Tutte le tematiche trattate nelle sette tracce hanno a che fare con la città romagnola e con il suo territorio, con i suoi pregi e le sue contraddizioni. Il tutto in uno stile dolce ed insieme crudo: la voce di Maggioli sempre molto pacata viene sostenuta da una scrittura in cui il cantautore non esita a usare una terminologia quasi “aggressiva”.
Un esempio indicativo dell’uso di questa particolarità stilistica risiede nella seconda canzone, “L’invasione di piazza Kennedy”: qui l’autore immagina un’invasione aliena che va a popolare Rimini: altro non è se non un’abile metafora per descrivere il turismo di massa che travolge la città in estate. «Brigate aliene qui sul lungomare, dove i ragazzi profumano di crack». L’immagine presentata racchiude perfettamente la dicotomia dell’album, diviso tra luci e ombre, purezza ed oblio.
Il contrasto tra la parola “profumo” e l’odore di una droga pericolosa e diffusa nel territorio della riviera, è stordente e lascia subito di stucco (contrasto che viene amplificato dall’atmosfera dolce e spensierata del brano, quasi nostalgica). Maggioli non ha paura di parlare anche delle contraddizioni del suo territorio, conscio che sono parte dell’immaginario popolare quanto i suoi pregi.
Rimini viene raccontata anche nei suoi riferimenti toponomastici: esemplari i titoli di tre canzoni del disco, piazza Kennedy, Chiosco Barracuda e Parco 25 Aprile. Quest’ultimo luogo è anche il titolo del brano che chiude l’album, un pezzo che mette al centro amicizia e amori perduti: «I miei fratelli brindano nel parco, intorno la città non può capire».
Nel corso della canzone il sentimento di inquietudine iniziale aumenta e la chiusura sublima il climax ascendente di questa costante malinconia.
«Senza l’innocenza e con la testa liberista, qui nessuno riesce a dire all’altro adesso basta».
https://open.spotify.com/album/64lbzwTabigR3OuudHB0Ol?si=-JqWG3fCQJ65nOi3UfVglw
Tracklist:
- I Piedi nella Sabbia.
- L’invasione di Piazza Kennedy.
- L’impero dei Sogni.
- Chiosco Barracuda.
- Madrid.
- Il Mio Nome è Niente (un lavavetri)
- Parco XXV Aprile.