Huge Molasses Tank Explodes – II

Una inondazione di melassa psichedelica. Così potremmo definire II, il secondo album della band milanese Huge Molasses Tank Explodes, edito lo scorso 17 gennaio per Retro Vox ed anticipato dall’uscita dei singoli Unpainted Sky e So Much to Close. Formati come un duo nel 2013 da Fabrizio De Felice (voce e synth) e Gabriele Arnolfo (batteria), dopo la pubblicazione del disco d’esordio Bicephalous, la formazione meneghina degli HMTE si è allargata con l’ingresso di Giacomo Tota e Luca Umidi alle chitarre e Silvia Zaffarano al basso.

Diciamo subito che il curioso nome del gruppo trae ispirazione dal titolo di un articolo del Boston Post del 1919. Nel gennaio di quell’anno, infatti, a Boston è esploso un enorme serbatoio pieno di melassa, generando, di conseguenza, una vera e propria inondazione di melassa che provocò 21 morti, 150 feriti e milioni di dollari di danni. Ci vollero circa 6 mesi per pulire la città. Che poi, la melassa non è altro che il prodotto di scarto nel processo di lavorazione dello zucchero. Eppure, paradossalmente, gli effetti benefici della melassa sono di gran lunga superiori a quelli dello zucchero stesso. Tra questi, ad esempio, il suo impiego nella concimazione dei terreni e delle piante. Chiedetelo ai coltivatori di cannabis.

“Ma un giorno so che in una Galassia di Melassa nuoterò”. Così, negli anni Novanta, Gianluca Grignani esaltava gli effetti psicotropi della melassa. Effetti psicotropi e suggestioni cerebrali; questo è quello che troviamo nella nuova release degli Huge Molasses Tank Explodes: vero e proprio anello di congiunzione tra passato e futuro. Nove tracce in cui si fondono la lezione psichedelica dell’avanguardia teutonica, il post rock statunitense dei Tortoise e la grafica pre-futurista dell’artwork, ideato da Brock Lafferts. Il cantato in sottofondo di Fabrizio De Felice, criptico, malinconico e dolcemente crepuscolare, ci accompagna nel tunnel musicale introspettivo ed enigmatico del quintetto brianzolo. Una cascata di note psichedeliche e rarefatte si propagano nell’aria senza mai disperdersi, in uno spazio temporale fluido che ci appare sospeso, sfuocato ed inafferrabile.

Il sound degli Huge Molasses Tank Explodes rende omaggio al krautrock di Neu e Can, al romanticismo latente dei Velvet Underground e alla new wave dark tra la fine dei Settanta e l’inizio degli Ottanta. Il risultato è una visione onirica e ipnotica; un viaggio che passa attraverso sonorità dense, omogenee e delicate, ma d’impatto emotivo e dal respiro internazionale, nelle quali possiamo ascoltare echi e riverberi di recente fattura, più affini a realtà quali Interpol e Soviet Soviet.