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“Graz”: Nils Frahm prima che il mondo si accorgesse di Nils Frahm

“Graz”: Nils Frahm prima che il mondo si accorgesse di Nils Frahm

In un periodo in cui spopolano i prequel non poteva mancare quello che vede come protagonista l’ormai leggendario Nils Frahm.

E allora ecco che il Piano Day, evento annuale istituito proprio da Frahm, che vede artisti di tutto il mondo celebrare il pianoforte, diventa occasione per esplorare gli albori del compositore di Amburgo.
Proprio in occasione del Piano Day 2021 infatti è arrivato alle nostre orecchie Graz album di Frahm datato 2009 ma che finora era stato tenuto sotto chiave.

Le registrazioni, effettuate presso l’Università di Music and Performing Arts a Graz, in Austria, facevano parte del progetto  Conversations for Piano and Room prodotto da Thomas Geiger, che si è aggiudicato un award nella categoria Classical Surround Recording in occasione del centoventisettesimo AES Convention a New York. 

Le tracce sono ancora acerbe per certi versi, si è distanti da dischi in cui il guru tedesco avrebbe esplorato in tutta la sua completezza il mondo dello strumento. Come in Felt, dove utilizza delle corde appositamente ammorbidite, oppure Screws nel quale suona con un pollice rotto, o nella potenza live di Spaces (alcuni brani di Graz li troviamo rielaborati proprio qui), fino alla commistione con l’elettronica che ha caratterizzato quel game changer che è stato All Melody.

Perché sì, diciamocelo chiaramente, All Melody può essere considerato uno dei dischi più rivoluzionari della storia recente della musica. Andando a ridefinire il genere neo-classical e influenzando tantissimi musicisti che poi hanno provato a lanciarsi in emulazioni, per salire sul carro di quella che stava diventando a tutti gli effetti una super nicchia.
Ma più globalmente All Melody ha segnato per sempre alcune sonorità.
A prescindere dal genere tantissimi sono gli artisti che innamorati di quei suoni hanno provato a farli propri all’interno dei loro lavori.

C’è da dire che di Frahm però ce n’è uno, e proprio in Graz ne iniziamo a percepire le qualità e la visione creativa. Brani sicuramente più diretti, meno elaborati, ma non per questo incapaci di stupire, talvolta anche con delle nuances jazz che non sempre abbiamo visto  lungo il suo percorso evolutivo.
Si annusa la voglia di sperimentare, senza sapere ancora bene da quale direzione iniziare.

Tra i pezzi maggiormente degni di nota non si può non citare Hammers dove vediamo la partecipazione di Peter Broderick che ha realizzato i cori, caratteristica che tornerà nei lavori successivi di Frahm.

Questo disco rappresenta uno sguardo indiscreto che l’artista ci rivela sul suo passato.
Osserviamo dunque questo supereroe del pianoforte che inizia a prendere confidenza con i suoi poteri, fumettisticamente parlando.

Nils Frahm prima che diventasse Nils Frahm, o meglio prima che il mondo si accorgesse di Nils Frahm.

di Francesco Vaccaro

Tracklist:

Lighter
O I End
Because This Must Be
Kurzum
And Om
Hammers
Crossings
About Coming And Leaving
Went Missing

0
/10
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