GALEFFI – Scudetto
Galeffi è il nome d’arte di Marco Cantagalli, un giovane autore romano che giunge al disco d’esordio, dopo aver fatto il tirocinio in molti dei locali della Capitale aprendo per i meneghini Canova o partecipando al compleanno dell’innovativa Radio Sonica (da Roma), riuscendo a creare dell’interesse verso la sua proposta. Sarà stato anche per la partecipazione a The Voice of Italy nel 2013 (venne scelto dal buon Piero Pelù per la sua squadra), la sua perseveranza nel cercare di affermarsi pian piano si è incanalata nel giusto sentiero che lo ha portato negli ultimi anni, ad ottenere della notorietà.
A poco più di 25 anni pubblica un disco che è specchio delle sue passioni dal calcio, al cinema per arrivare ai The Beatles! La comoda inclusione dei quattro di Liverpool (ma anche Oasis che ne hanno appreso la lezione alla perfezione), come pane quotidiano del giovane cantautore, viene comunque ad essere affiancata ad una inclinazione di scrittura protesa verso il genere pop, quello capace di far positivamente propri i tratti di un genere commerciale, senza con questo sminuirne la proposta. Guardando a SCUDETTO non è neanche fuori luogo percepire una familiarità con il brit-pop (quello più zuccheroso, però …) come con la scorrevolezza sonora e piacevolmente semplice dei Lunapop che fecero della leggerezza delle loro canzoni motivo di apprezzamento e considerazione da parte di una grande fascia di pubblico. A dare supporto a quanto appena asserito c’è la flessuosa “Polistirolo” (scelta anche come singolo) dove piano e chitarra acustica accompagnano una voce guizzante, che in “Tazza di Te” preferisce una melodia guida fieramente bacciniana, puntando sulla facile presa di un ritornello in grado dopo vari ascolti di divenire stuzzicante. “Quasi” è un sospirato interludio che anticipa la gradevole “Camilla” (e qui i rimandi al Cremonini di “Una Come Te” sono tutt’altro che celati) che si sviluppa su quella riuscita combinazione di accordi in grado di far immaginare quanto l’immortale “Stand By Me” (Ben E. King) ne avesse facilitato l’ispirazione. Se in “Puzzle” potrebbe salvarsi l’edulcorata e piacevole successione introduttiva di note al piano, e di “Pensione” il tentativo di farne un brano danzereccio, pur rispettando la vena compositiva che porta chicchessia a stendere un testo e consapevole della nutrita frotta di adolescenti che al Monk di Roma a neanche una settimana dall’uscita del disco intonava i nuovi brani, ho notevoli difficoltà a credere che si possano prima canticchiare e poi far proprie, parole (sicuramente sentite!) come quelle riportate qui di seguito (“… mannaggia i tuoi gattini, mannaggia a te. Mille starnuti, mille caffè…” – per la prima, – e “ … e sogno la pensione perché odio lavorare, tu sogni il grande amore che io non ti riesco a dare …” – per la seconda -). L’acustica “Potter/Pedalò” riporta più su l’indice di gradimento, compito in cui riesce con moderazione anche “Occhiaie” posta in apertura e scelta come primo singolo, se non fosse per le melodie di strofa e ritornello che risultano un pò troppo cedevoli, caratteristica che purtroppo viene a confermarsi anche nel brano di chiusura (che non è un inno da stadio) e di cui anche da sportivo, mi sentirei di premiarne la genialità per la scelta del titolo: ”Tottigol”!
È anche giusta dare una maggior considerazione al seguito raccolto con le cliccate dei video su youtube o il gradimento immediato espresso attraverso facebook o twitter rispetto alle parole sopra espresse, ma forse da tenere ancor di più in conto, è la mezz’ora di musica nella quale i più avveduti potrebbero cogliere in Galeffi, i numerosi ascolti dedicati ai lavori di Amy Winehouse e Paolo Nutini, musicisti che attraverso i propri dischi hanno impartito anche lezioni di musica illuminata, apprendimento che per il giovane cantautore romano non aiuta – per adesso – SCUDETTO a divenire l’ambito trofeo di fine campionato.
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
- Occhiaie
- Polistirolo
- Tazza di te
- Potter / Pedaló
- Quasi
- Camilla
- Puzzle
- Pensione
- Burattino
- Tottigol
Etichetta: Maciste Dischi
Distribuzione: Artist First
Data di pubblicazione: 24 novembre 2017
Prodotto da Alessandro Forte (Mòn) e Federico Nardelli (Gazzelle) e masterizzato da Giovanni Versari (Muse, Negramaro, Verdena)
Contatti:
https://www.facebook.com/pg/galeffi.galeffi/
https://twitter.com/galeffi_galeffi
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…