FANTASTIC NEGRITO – Son Of A Broken Man
Per quanto suppongo che il personaggio in questione non sia assolutamente sconosciuto, mi sembra doveroso accennare che siamo di fronte ad una di quelle atipicità a cui la musica ci mette di fronte. Xavier Amin Dphrepaulezz è il suo vero nome ed è natio del western Massachusetts, dove ha vissuto un’esistenza non facile ben oltre il fatto di essere l’ottavo di 14 figli. Già avviato all’attività di spaccio per sopravvivere, deciderà di darsi alla musica dopo aver subito la fascinazione di DIRTY MIND (1980) del genio Prince, che lo indurrà a studiare musica inizialmente da autodidatta. Una demotape che giunge tra le mani di Joe Ruffalo ( manager di Prince) ed il gioco sembra (quasi) fatto. Il passaggio è breve ed il nastro viene praticamente consegnato a Jimmy Iovine (Dire Straits, U2, Simple Minds e tanti altri tra le sue collaborazioni) che gli procurerà un contratto con la Interscope ed un esordio a nome XAVIER che più che per la gradevole miscela di rhythm’n’blues che proponeva, verrà ricordato per la lungimiranza del titolo: The X Factor (1995).
Vendite del disco contenute nonostante il supporto dal vivo a Fugees e Arrested Development e ad aiutare la Interscope a rescindere il contratto, arriva l’incidente che lo vede preso in pieno da un’auto guidata da un ubriacone che lo spedisce in coma per tre mesi limitando l’uso degli arti per un bel po’ di tempo. La ripresa è lenta e in maniera obbligata comincia ad imbracciare una chitarra, puntando sulla voglia di rinascita che tra party a pagamento organizzati nella casa in cui viveva e vendita di ganja (più nota come marijuana anche legalizzata), riesce a partecipare ad un concorso che lo vede primeggiare insieme alla sua formazione composta di un contrabbassista e una percussionista, vincendo nonostante la concorrenza tra 7.000 partecipanti!
Con il 2014 giunge l’omonimo ep di esordio seguito due anni dopo dal primo album THE LAST DAYS OF OAKLAND (su Blackball Universe Records), le coordinate musicali di base su cui si muove FN si fondano su di un blues essenziale capace di incontrare gospel e sapori sixties che gli faranno guadagnare le simpatie di Chris Cornell che lo vorrà per le aperture dei suoi concerti. PLEASE DON’T BE DEAD è il lavoro successivo che appare come un sunto soddisfacente di una vita di difficoltà messe in musica, in grado di far convivere nella logica successione dei brani, tanto il soul con i Led Zeppelin e questi ultimi con l’hip-hop. Un ulteriore passo in avanti viene fatto due anni più tardi con la pubblicazione di HAVE YOU LOST YOUR MIND YET? (come il precedente su Cooking Vinyl) e WHITE JESUS BLACK PROBLEMS (Storefront records – 2022); due dischi in cui l’arte musicale viene usata in maniera viscerale per esprimere disagi contemporanei (lockdown incluso), voglia di riscatto e disagi sociali con una voce capace di comprimere un letterato cantautore e poeta seminale come Leonard Cohen e l’intensità di Janis Joplin.
“Undefeated eyes” ci presenta una collaborazione con Sting del 2020 e seppur non entrerà nella tracklist del recente SON OF A BROKEN MAN sempre su Storefront, rappresenta Negrito versione 2024, che si lascia andare attraverso testi e musiche molto personali, in cui viene ad essere incastonato uno dei più grandi e ricorrenti dilemmi dell’essere umano: il rapporto padre/figlio.
La nuova pubblicazione è una sorta di compendio della vita musicale di quest’artista di colore che ha saputo dar vita brani di incandescente matrice blues, altri dal sapore roots, ma sempre secondo quella formazione rhythm ‘n’ blues da cui proviene, che ne hanno fatto un musicista atipico ma sempre dall’impronta molto personale. Un viaggio nei meandri di quegli stati d’animo che l’autore di questo disco oggi 56enne, esprime con naturalezza, dimenandosi tra riff e ritmiche vivaci che non oscurano sensazioni così personali che possono essere tirate fuori solo con una consapevole e sopravvenuta maturità.
Non serve menzionare tutte le tracce ma senza dubbio la conferma di un’ecletticità artistica già ampiamente espressa in anteprima con i singoli anticipatori “California loner” e “Runaway from you”, è palesato con lo standard stilistico che lo ha sempre contraddistinto dove la musica è davanti a tutto ed i testi personali sì, ma sempre pregni di valori e simboli quanto mai attuali.
Canzoni che per quanto trascinanti e caratterizzate da flagellanti strali ritmici, sono rivestite di un’anima blues che come in ”Skirty” o “God damn biscuit” viene riversata sul selciato pronta per essere raccolta e tramutata in un crescere emotivo non sempre figlio di originalità, ma fortemente fluido ed esplosivo comunque. Tra funk sporco (“Devil in my pocket”) escursioni dai richiami indiano/orientali (“My only friend is you”) e momenti gospel (“This little light of mine”), non mancano riferimenti a chi come Rolling Stones o James Brown tra i tanti (“Living with strangers” e “Crooked road” ), la propria anima oltre che al diavolo hanno saputo farla arrivare anche nelle classifiche.
Un album quest’ultimo di Negrito che a differenza dei precedenti, è ancor di più il risultato di una libera espressione compositiva, ma senza negare di concedersi anche il trastullarsi felicemente in una comfort-zone musicale a lui geniale, ma dove i capisaldi di una black music ricercata ci sono tutti, senza mai smettere con contezza, di guardare avanti e lasciando al liberatorio “only the dreamers survive” urlato nella profonda e conclusiva title-track, di imparare a vedere sempre le cose positive anche oltre la tragedia.
Da ascoltare meglio se tutto di un fiato.
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
First To Betray Me
Runaway From You
Hope Somebody’s Loving You –
Skirty
God Damn Biscuit
Living With Strangers
Zollifer Files
Devil In My Pocket
California Loner
My Only Friend Is You
Crooked Road
The Children Are Waiting
This Little Light Of Mine
Son Of A Broken Man
Credits:
Pubblicazione: 18 ottobre 2024
Etichetta: Storefront Records
Distribuzione: Bertus
Durata: 51:38
VOTO
Band:
Xavier Amin Dphrepaulezz aka Fantastic Negrito
www.fantasticnegrito.com
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…