FABRIZIO DE ANDRÉ. PRINCIPE LIBERO – articolo a cura di Elena Arzani
Fabrizio De Andrè
Principe Libero
“Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità di verità.” (“Smisurata Preghiera” – Album: Anime Salve)
Luca Marinelli è protagonista di “Fabrizio De Andrè – Principe Libero”, il film dedicato alla vita ed opere del grande cantautore italiano, scomparso prematuramente nel 1999. L’artista, la cui poetica fu un’ode colta e ricercata alla rivalutazione degli emarginati, all’anarchia ed analisi della società, dei preconcetti ed ignoranza.
Diretto da Luca Facchini e sceneggiato in collaborazione con Francesca Serafini e Giordano Meacci, il film coprodotto da Rai Fiction e Bibi Film TV, ha beneficiato di una stretta e diretta cooperazione con Dori Ghezzi, moglie di De Andrè, che ha seguito fin dall’inizio le fasi di lavorazione e scelta del cast. Il tessuto narrativo della pellicola si nutre sia dell’aspetto biografico, che musicale, contestualizzando la creazione dei brani ed album del cantautore, spesso interpretati per voce dello stesso Marinelli, unica colonna sonora in ordine non sempre cronologico.
Per qualche istante vi sembrerà di ritrovare Faber sul palco, tale la ricerca e bravura nell’interpretazione di Marinelli, che in modo evidente rende omaggio al cantautore, senza cadere nella tentazione di imitazione.
“Luca non interpreta, non emula De Andrè – commenta Facchini – lo rappresenta. Ed è quanto di meglio potessi sperare. In questo film è presente l’anima di Fabrizio”.
“Ad un certo punto – afferma Marinelli – ho immaginato un mondo parallelo all’interno del quale poter dar vita alla mia idea di Fabrizo De Andrè, un personaggio creato dai racconti ed amore di tutte le persone che lo conoscevano. Così ho potuto interpretare quel personaggio, quell’essere umano così ricco di bellezza ed umanità, mentre non avrei mai potuto essere De Andrè”.
L’intera pellicola, il cui dettagliato racconto narrativo evito volutamente, così come l’eccesso di aneddoti storici di pubblico dominio, per dar modo a ciascun lettore di assaporarne il gusto durante la proiezione, è un omaggio di ammirazione e rispetto per la figura di un grande artista ed uomo.
Desidero pertanto soffermarmi su elementi nuovi, meno pubblicati, come la luce che brilla negli occhi di ciascun membro del cast, quella stessa che permea costantemente l’atmosfera del film, esaltato dalla magistrale cura della fotografia e dei costumi originali, abiti realmente appartenuti a Faber e Dori.
“Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare“. A questa citazione di Bellamy, pirata britannico, che Faber scrive come nota di copertina sul disco “Le nuvole”, si ispira il film di Luca Facchini.
Ed è la musica infatti la costante coprotagonista, silenziosa a tratti nelle riflessioni con i colleghi, amata-odiata come un amante che tormenta, che appassiona ma lacera perché prende tutto e si nutre di ogni istante della vita, richiedendo il coraggio del viaggio. La musica che esplode ed infine governa, come regina di un amore condiviso con la moglie, la famiglia ed il pubblico.
I dialoghi, scritti in collaborazione con Dori, che beneficiarono di una rilettura di Paolo Villaggio, figura chiave nella vita dell’artista, splendidamente interpretato da Gianluca Gobbi, sottolineano la rara finezza e bellezza umana, che circondò la persona di Fabrizio De Andrè, quel senso di libertà colto, in cui anarchia “significa fare ciò che è giusto, prima che sia qualcun altro a dirci cosa fare”.
Il mondo di De Andrè, così come narrato, è un regno in cui la parola ritorna alla sua espressione massima, al senso della misura, quella ricerca che ha contraddistinto tutta l’opera artistica del cantautore, che “da persona colta ed istruita, parlava un italiano senza inflessioni dialettali” – afferma la moglie – ma che ha fatto del dialetto un’analisi approfondita, riconoscendone l’immenso valore storico e culturale. Parole che non disdegnano l’accezione colorita, il termine forte, laddove la volgarità nasce e muore in seno al giudizio, elemento di cui i brani di De Andrè sono privi, perché il “pirata” della canzone italiana, ha sempre difeso la libertà di pensiero, la dignità dell’uomo, cercando di ribaltare le convenzioni mentali ed i costrutti, che impedivano la visione chiara e completa della verità.
Nonostante questo, come si noterà nell’episodio dedicato alla censura, l’artista sarà chiamato a confrontarsi con il mercato dell’industria musicale, ed il muro dell’opinione pubblica, dovendo compiere una scelta.
Nella foto: Luca Marinelli e Gianluca Gobbi
Se poco più di tre ore di pellicola paiono molte, in verità il ritmo incalzante saprà incollare lo spettatore alla scena, che alterna immagini molto ampie, ad ambienti più intimi, dialoghi stretti tra i personaggi, quasi un flusso di coscienza dei pensieri di De Andrè. Spazi all’interno dei quali i personaggi si muovono in modo arioso, passando per i viottoli della Città Vecchia di Genova, i baci di “Bocca di rosa”di Via del Campo, i conflitti adolescenziali con i genitori, si conosce un Faber bambino, che nella finzione scenica riceve in dono una chitarra dal papà (nella realtà è la madre ad acquistare il regalo), ed il cui amore immediato, ne infuenzerà positivamente l’intera esistenza.
“pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra” (brano: Amico Fragile; Album: Volume 8, Novembre 1974)
Crescendo, in costante ribellione ai circoli benestanti frequentati dalla famiglia, Fabrizio conosce Paolo Villaggio un “ragazzino che parlava sporco”. Inseparabili amici muovono insieme i primi passi sul palco di Teatro e Paolo, riconoscendo il talento e genio di Faber, per primo ne promuove il lancio artistico, seguendone la successiva carriera.
Davide Iacopini, interpreta Mauro, il fratello protettivo ed arguto, che strappandolo a serate di oblio, lo trascina con se ad una festa, in cui conosce Puny (Elena Radonicich), la prima moglie. La nascita del primo figlio, Cristiano ed il conseguente ruolo di padre, si affiancano al tormento interiore, generato dal rifiuto per la carriera di avvocato a favore della scelta di perseguire la carriera di musicista. Questi conflitti per reazione inducono Faber verso un consumo di tabacco ed alcol sempre maggiori, dipendenza, la seconda, a cui rinuncia dopo la morte del padre, come promessa e gesto di atto d’amore per il genitore scomparso.
Una figura cruciale, quella paterna, interpretata da Ennio Fantastichini, che riesce ad opporsi agli eccessi del figlio, ma anche ad esprimersi nel più alto ruolo di genitore e guida, comprendendo le fragilità di Fabrizio, difendendone il talento e riscattandone la vita dai rapitori.
Gli incontri fondamentali con Luigi Tenco, con Mannerini, sono narrati nella prima parte del film, numerose amicizie al contrario, per esigenze di copione, non sono incluse e come ricorda la Ghezzi “mancano persone-chiave come Nina della campagna astigiana ed Encia dei nostri weekend con Villaggio, che nel breve spazio della narrazione sarebbero diventate figurine.”
Nelle foto: Ennio Fantastichini, Luca Marinelli e Matteo Martari, Gianluca Gobbi, Elena Radonicich e Valentina Bellè
Travolto dall’amore per Dori, che incontra dopo la registrazione del primo disco e la successiva vittoria del premio come miglior cantautore italiano, lascia Genova, per trasferirsi con lei nella campagna sarda ed inaugurare una nuova vita, da cui nasce la seconda figlia, Luvi, Luisa Vittoria.
“Valentina Bellè – afferma Dori Ghezzi – che io chiamo il mio “doppio”, per l’altezza e finzione scenica, non mi assomiglia, ma tra lei e Luca si è creata immediatamente una speciale alchimia, che ben rappresenta ciò che Fabrizio ed io eravamo. Luca è superlativo, non so come ci sia riuscito con il pochissimo materiale disponibile”.
L’arrivo dell’amica Fernanda Pivano, precede i lunghi mesi di rapimento, che ironia del destino lo colpiscono proprio nel cuore del suo principio ispiratore più grande: la libertà; infine il ritorno alla vita con una visione spirituale trasformata, ma sempre dedita all’abolizione dei preconcetti ed alla diffusione di un pensiero libero dagli stereotipi – “libertà pacifista” – come definì la stessa Pivano, un regno in cui chi giudica si dimostra spesso essere più corrotto di chi è giudicato, in cui la dignità dell’uomo non è dettata dalla professione svolta ed ognuno è libero di scegliersi la vita in cui crede maggiormente.
La musica di Fabrizio non si ferma ed accetta nuove sfide, ripartendo con il nuovo ritmo rock della PFM (Premiata Forneria Marconi), fino al giorno in cui orgoglioso divide il palco con i figli, Cristiano, divenuto polistrumentista e Luvi.
“Ho avuto la fortuna e l’onore di poter raccontare le vicende di un essere vivente meraviglioso, profondo, fondamentale per molti di noi – afferma il regista Luca Facchini – Un essere vivente, appunto, mai scomparso davvero”
Wim Wenders, noto regista di “Il cielo sopra Berlino”, rilasciò in un’intervista la dichiarazione di profonda stima per l’artista italiano, un’ammirazione che avrebbe desiderato tradurre in film, non solo nata in seno all’ascolto della sua musica, conosciuta in modo quasi casuale, ma anche della vita, delle dichiarazioni di compassione rilasciate nei confronti dei suoi rapitori, per le quali lo definì: “un santo”.
Amiamo Faber, perché in cuore ciascuno di noi sa, che la propria voce avrebbe potuto aver peso anche per lui, che prima di tutti o semplicemente in modo diverso da chiunque altro, ha prestato orecchio ed attenzione all’anima del mondo, dal primo all’ultimo individuo, soprattutto agli emarginati, senza escludere dalla compassione nemmeno i suoi sequestratori, rimanendo schivo alle luci della ribalta, per proteggere quella goccia di autenticità, che ne contraddistinguerà per sempre l’opera ed operato.
Elena Arzani
Autore Elena Arzani |
Info tecniche:
FABRIZIO DE ANDRÉ. PRINCIPE LIBERO
regia di LUCA FACCHINI
con VALENTINA BELLÈ ELENA RADONICICH
e la partecipazione straordinaria di ENNIO FANTASTICHINI
una coproduzione RAI FICTION e BIBI FILM TV
prodotto da ANGELO BARBAGALLO
distribuito da NEXO DIGITAL
Nelle sale cinematografiche solo il 23 e 24 gennaio 2018
In onda su Rai 1 il 13 e 14 febbraio 2018.
Elena Arzani è Docente presso la University of the Arts London di Londra. Fotografa e Consulente in marketing, comunicazione e social media management, segue artisti e progetti del settore culturale e moda e musica. Master di Laurea in Design Studies, presso il Central Saint Martin's di Londra, ha completato la sua formazione tecnica al Sotheby's Institute of Arts di NY ed alla 24Ore Business Schoold di Roma. Tra le sue collaborazioni, illustri aziende ed iconiche personalità della cultura contemporanea, da Giorgio Armani, Tina Turner, Aubrey Powell, a Guerlain, Fondazione Prada, e molti altri. Elena Arzani, Art Director di Tuttorock - elena.arzani@tuttorock.com