Now Reading
Fabio Avaro: Feedback. Il rumore è il migliore amico dell’uomo Arcana, Roma 2023.

Fabio Avaro: Feedback. Il rumore è il migliore amico dell’uomo Arcana, Roma 2023.

Il libro di Avaro è testimonianza di almeno un paio di cose: anzitutto di quanto la musica, in particolare la musica rock in tutte le sue più disparate manifestazioni, lungi dall’essere appannaggio di musicisti del mondo anglosassone sia praticamente da sempre passione e patrimonio artistico di musicisti di tutti i paesi del mondo; in secondo luogo, di quanto il periodo storico a cavallo tra i Sessanta e i Settanta sia stato seminale e abbia influito non solo sui costumi e sulle società ma anche sulle arti in genere e sulla musica in particolare. Il decennio 1965-1975 è pieno di tensioni e di cambiamenti epocali, di cambiamenti subitanei e di grande portata: “Avrete inteso”, scrive Avaro, “che in questo decennio , al di la dei singoli gusti personali, c’è quasi tutta la musica elettrica che ci ha condotto sino a oggi. Un decennio decisamente rumoroso, in tutti i sensi! Feedback è il rumore della gente, è la risposta della gente all’insostenibile clima di tensione, economica e sociopolitica che si era venuto a creare praticamente ovunque.” Avaro propone un giro del mondo in musica presentando, in una sorta di enciclopedia di dischi e musicisti mai diventati famosi se non in pochi casi, ben 200 dischi pressoché dimenticati quando non del tutto sconosciuti che avrebbero forse meritato miglior fortuna. Il viaggio è lungo perché si passa senza soluzione di continuità dagli USA all’Italia, dal Canada alla Francia, dalla Spagna al Regno Unito all’Europa in genere, al Giappone all’India, all’Africa, all’Australia, e cosi via. Sono, quelli proposti dall’autore giornalista che ha collaborato con le con le più lette testate musicali italiane quali Buscadero, Rockerilla, Rumore, Bassa Fedeltà, dischi e musicisti che colgono in pieno il clima e gli avvenimenti magmatici di un’epoca irripetibile. Avaro si impegna in una ricerca “come un vero archeologo del suono” riportando all’attenzione artisti e band che per ragioni difficili da individuare non hanno raggiunto la ribalta musicale del periodo ma che per altri versi incarnano perfettamente lo spirito di un’epoca. Tra le pagine gli statunitensi BOA e il loro “Brave new world” del 1971, gli olandesi Golden Earring (“Moontan”, del 1973), i giapponesi Too Much con l’LP omonimo del 1971, gli africani Third Eye attivi a Durban nel 1971 con il loro “Awakening”. Quanto all’Italia, Avaro ripropone gruppi come i Blue Phantom, gli Analogy, i Living Music, i Ricordi d’infanzia, e via dicendo. In merito alle scelte italiane precisa: “ho usato l’attenzione necessaria per scegliere cose differenti ma davvero ancora estremamente interessanti anche dopo tutti questi anni.[…] Vi stupirete all’ascolto di cose così distanti tra loro e così peculiari e ancora attuali.” Un’idea originale, quella di questo libro che servirà forse a consegnare alla storia opere e artefici che a suo tempo non riuscirono a emergere e a farsi apprezzare, sostiene l’autore, pur meritandolo.

GIOVANNI GRAZIANO MANCA