Cowboy Junkies – Such Ferocious Beauty
New Folk, Alternative Country, Roots Rock… chiamatelo come volete, “Such Ferocious Beauty” è un luogo dedicato a tutti i sinceri ed appassionati cultori delle radici, che qui possono immergersi in un ineguagliabile mix sinuoso ed ammaliante, dove la bellezza del vivere e l’amarezza della perdita possono intrecciarsi in un desiderio di riscatto. Le chitarre di Michael Timmins riempiono l’aria, l’organo retrò e la pedal steel allargano le maglie del suono, mentre la voce graffiante di Margo, spinta in primo piano, garantisce il fascino necessario a queste canzoni, un vero e proprio marchio di fabbrica della band canadese. Un Lp che giunge a 5 anni di distanza dall’ultima pubblicazione di inediti e che rappresenta il 16esimo album in studio della band veterana di Toronto. Un disco intriso prevalentemente di malinconia e riflessione, tradotte con placida andatura country-rock ed arrangiamenti di una bellezza raffinata e ruspante.
L’ascolto si snoda tra corpose strutture blues, graffi chitarristici e tracce dal tono ruvido che consolidano quel legame emotivo tra la stessa band ed il tema del lutto, visto che i tre fratelli Timmins hanno dovuto voltare pagina a seguito della recente scomparsa dei genitori. Il viaggio un po’ onirico e un po’ nostalgico si apre sulle note accoglienti di “What I Lost”, sfiorata da una brezza country e traboccante di sentimento. “Circe and Penelope” trascina l’ascoltatore in un canyon elettrico, acustica e leggermente spruzzata dai fiati, mentre “Mike Tyson” è un episodio d’atmosfera in cui suoni vintage ed elettrici vengono dosati in maniera magistrale. Non mancano pagine più ardite o sperimentali, come la scarna e sofferta “Hard To Build, Easy To Break”, sorretta da un corpo ritmico ossessivo, minimale e cupo. Spunti “vivaci” nella tracklist sono rappresentati dal zigzagante desert-rock “Flood” e dalla suggestiva “Throw A Match”, forse l’episodio che ha più sollecitato gli agganci ai classici scherzi e contrattempi rockabilly.
Per nulla inclini al mainstream, pur raccontando di temi come amore, invecchiamento e religione – che sono materia comune del moderno cantautorato – i Cowboys Junkies ribadiscono in questo lavoro l’uniformità del loro repertorio. Rispetto agli album precedenti, emerge in questo caso il lavoro collettivo della band e lo slancio emotivo dell’autore Michael Timmins, anche se il filo decisivo che unisce di languida dolcezza tutto il copione è sempre la voce amorevole di Margo, che spesso fa la differenza. Non rimane che sperare che i fratelli Timmins abbiano sempre voglia di raccontarci le loro storie, così cariche di talento e passione, da ascoltare con attenzione ed affetto.
Ivan Faccin
In uscita il 2 Giugno per Cooking Vinyl/Egea Music/The Orchard
Tracklist:
- What I Lost
- Flood
- Hard To Build, Easy To Break
- Circe and Penelope
- Hell Is Real
- Shadows 2
- Knives
- Mike Tyson (Here It Comes)
- Throw a Match
- Blue Skies
VOTO
Band:
Margo Timmins: cantante
Michael Timmins: cantautore, chitarrista
Peter Timmins: batterista
Alan Anton: bassista
http://smarturl.it/CowboyJunkies_SP
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vive a lavora a Cornedo Vicentino, ha cercato di esplorare vari generi musicali, trovando nell'hard-rock, metal e progressive rock i suoi stili più congeniali. Anche ora che i capelli hanno cominciato ad imbiancarsi... impiegato presso Xylem Water Solutions, ha portato la sua collaborazione giornalistica presso The Wall of Sound e Tuttorock.