CARTAGINE – Molotov
Molotov dei Cartagine è un disco gustosamente poroso, ellittico per certi versi e soprattutto schietto. Garante di una visione che unisce il vintage al mainstream, segue un ottimo compromesso. Quel che più sorprende è dunque questa violenza laccata che attecchisce, senza riserve, sulle corde metalliche delle chitarre per scivolare estasiata sui profondi bassi contemporanei. “Lanciare una sfida alla moda, ma con stile” potrebbe essere uno degli imperativi a cui vuole assolvere il duo fiorentino formatosi nell’aprile 2019.
Gli armonici di “El barto” aprono con una citazione catarticamente essosa il chiasso benevolo di “Molotov”. L’esplosione vocale ben congegna un testo stizzito e diversamente regolamentato. (Piacevole al tatto, il campionamento con la voce di Skinner). “Stuntman” travalica l’apatia generazionale, tra episodi che hanno del vissuto e del “romanticismo” urbano. In questo brano scricchiola un po’ l’unione fra elettronica avant-pop e chitarra argomentativa, ma il risultato non viene troppo compromesso. “Los Angeles” ha tutte le parvenze di quella che potrebbe essere una ballad di circostanza, tuttavia non c’è da rammaricarsi se si sceglie di seguire il flusso delle voci allargate da momenti profondamente melodici. Si prosegue con contorni oltroceanici attraverso “Americacn dream”. Anche qui la critica contro il cinismo di un mondo sociale completamente sgretolato si fa pesante. A farcelo notare questa volta ci sono anche gli 808 che perforano l’impianto. “Guitar hero” tiene fede alla propria ontologia e riprende l’impattante attimo di cui il disco si fa vanto. Le dinamiche si alzano nel modo giusto ed ogni parola è un proiettile stamburellato a velocità supersonica. “Pusher” mostra grande malvagità nelle basse frequenze e rallegra con i suoi giochi di parole. ”Playback” conserva il momento della schitarrata in acustico verso la quale non si nutre alcune diffidenza, ed a metà del suo corso lo slancio diventa inoppugnabile. L’inquinamento è così basso che diventa visibile anche una sorta di scelta morale. “RIP” e “Neon” fanno da coda trappesca a “Molotov”. L’autotune diventa materia prima da cui sgorga la linfa di questi ultimi brani, che non possono far altro che adattarsi per sopravvivere senza troppe complicazioni. “Outro” ci saluta ammaliandoci con qualche occhiolino dettato dalla calibrazione della compagine strumentale.
Il connubio tra elettronica avant-pop e chitarre cattive ha premiato il duo delle guerre puniche. Questi ragazzi hanno scelto il colore giusto prima di farsi un giro alla roulette. Purtroppo per vederli dal vivo (come per qualsiasi altro artista) manca ancora un po’. Ma di certo ne varrà la pena.
GIOELE AMMIRABILE
Tracklist:
- EL BARTO (2.36)
- STUNTMAN (2.45)
- LOS ANGELES (3.04)
- AMERICAN DREAM (2.58)
- GUITAR HERO (2.28)
- PUSHER (2.36)
- PLAYBACK (2.51)
- RIP (3.20)
- NEON (2.49)
- OUTRO (3.41)
Credits:
Durata totale: 29 minuti e 10 secondi
Testi e musiche di Paolo Sbarzagli
Prodotto e mixato da Mike Defunto
Master a cura di Mike Defunto presso Seventy Studio a Borgo San Lorenzo (FI)
Genere: Indie Pop/Alternative Rock
Release date: 17.4.2020
VOTO
Band:
Paolo Sbarzagli (Chitarra e Voce)
Neri Bandinelli (Batteria)
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https://soundcloud.com/user-128035539/sets/molotov/s-6OQNE7HLHad